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Caos ombrelloni: dieci sanzioni da 1.300 euro nelle spiagge del Piceno, Confcommercio non ci sta: «Senza bagnini è sufficiente la bandiera rossa»

DALLE MARCHE - SAN BENEDETTO Dopo le 10 multe comminate giovedì e la rimozione frettolosa delle attrezzature balneari per non incorrere nei verbali, l'associazione di categoria critica duramente i provvedimenti presi tra San Benedetto, Grottammare e Cupra Marittima: «Nessuna modifica dalla Regione, il servizio di salvataggio dura fino al 3 settembre e poi si resta aperti solo per elioterapia. Come sempre»

Ombrelloni e lettini rimossi anzitempo a San Benedetto e in tutta la Riviera delle Palme

 

E adesso lo scontro si fa totale. Da una parte la Capitaneria di Porto di San Benedetto, che ieri giovedì 21 settembre, allo scoccar dell’autunno meteorologico, ha comminato dieci multe (importo circa 1.300 euro l’una) ad altrettanti stabilimenti balneari sambenedettesi i quali avevano ancora le attrezzature balneari (ombrelloni, sdraio e lettini) in spiaggia nonostante il servizio di salvataggio fosse concluso dal 3 settembre. Dall’altra le Associazioni dei balneari capeggiate dalla Confcommercio regionale.

 

Così tutti i balneari hanno rimosso in fretta e furia le attrezzature dalla spiaggia, mentre altri sono stati costretti a ripristinare il servizio di salvataggio per il finale di stagione, nonostante l’articolo 2 del “Regolamento regionale delle norme per l’utilizzazione del litorale marino”, all’articolo 1, riporti: “I titolari degli stabilimenti balneari garantiscono il servizio di salvataggio nel periodo compreso tra il secondo sabato di giugno e la prima domenica di settembre” mentre all’articolo 6 si legge “Gli stabilimenti balneari che intendono rimanere aperti esclusivamente per elioterapia nei periodi antecedenti e successivi a quelli stabiliti dal comma 1 non sono tenuti ad assicurare il servizio di salvataggio ma devono esporre una bandiera rossa ed un apposito cartello, redatto almeno in italiano ed in inglese, recante il seguente avviso: “Stabilimento aperto esclusivamente per elioterapia – Spiaggia sprovvista del servizio di salvataggio”.

 

LEGGI QUI: Regolamento regionale litorale 13 maggio 2004 Aggi 230921  133408

 

Stagione balneare quindi chiusa in anticipo, ma solo nell’ambito della zona di pertinenza della Capitaneria di San Benedetto, poiché la stessa presa di posizione della Comandante Alessandra Di Maglio – forte di ben tre comunicazioni indirizzate ai balneari dopo il 10 settembre in cui spiegava la propria posizione, ovvero obbligo di rimozione delle attrezzature balneari in mancanza dei bagnini di salvataggio – non è stata ripresa nel resto della regione. Insomma, da Pedaso in su sventolano le bandiere rosse, da Cupra in giù gli stabilimenti hanno tolto i lettini.

 

Ed ecco l’intervento del direttore generale della Confcommercio Marche, Massimiliano Polacco. Il quale, in una nota, non cita mai espressamente né San Benedetto né la Capitaneria di Porto, attenendosi a un vago “Sud delle Marche”.

 

«Interpretazione sui generis di un’ordinanza dell’ente regionale – esordisce Confcommercio Marche – occorre quindi fare chiarezza rispetto al caos comunicativo e interpretativo che si sta generando ricordando che la delibera della giunta regionale in questione riguarda esclusivamente la condizione biochimica delle acque, pertanto gli interessati dalla stessa sono solo i bagnanti».

 

La delibera della Giunta Acquaroli infatti prorogava la stagione balneare dall’iniziale 17 settembre al 30.

 

«L’ordinanza in questione viene emanata ogni anno e diramata nel rispetto di una legge europea sulla salute pubblica e va quindi sottolineato e precisato che non coinvolge i termini della stagione balneare, e gli obblighi connessi per gli stabilimenti sul servizio di salvataggio, che restano quindi inalterati come da norma regionale. Nello specifico – continua l’associazione di categoria – la suddetta norma regionale di competenza, stabilisce che il servizio di salvataggio va erogato da parte dei concessionari il primo week end di giugno, per poi fermarsi e riprendere dal secondo week end di giugno fino alla prima domenica di settembre».

 

E da Ancona ribadiscono: «Il fatto che nella parte sud della nostra Regione, i concessionari stiano ricevendo verbali per la mancanza del servizio di salvataggio rappresenta un increscioso fatto determinato certamente dalla volontà delle autorità preposte al controllo di fare bene le cose, ma in questo caso tale intenzione contraddice i termini della normativa di settore secondo cui il servizio di salvataggio deve rispettare le suddette tempistiche».

 

«La norma – conclude Polacco – chiarisce che la stagione balneare, intesa come apertura delle attività stagionali, va dall’1 aprile al 30 settembre di ogni anno e che, quindi, al di fuori dei periodi del servizio di salvataggio sopra indicati, le attività sono aperte per elioterapia con precise regole (cartello di apertura esclusivamente per elioterapia e issaggio bandiera rossa). Appare chiaro dunque, rispetto a quanto sopra indicato, che la Regione Marche non ha dichiarato affatto il prolungamento della stagione balneare – di un solo giorno dato che l’Ordinanza sulla sorveglianza algale e qualità delle acque scade il 1° ottobre – ma ha provveduto semplicemente, come da obbligo di legge, a diffondere l’ordinanza sulla balneabilità delle acque marine riferendosi esclusivamente all’aspetto biologico».

 

(Redazione CP)


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