di Silvia Ilari
È un gruppo compatto quello che si è presentato alla stampa ieri, a Porto San Giorgio, nella sede della Società Operaia, per promuovere la campagna pro-acquisizione pubblica della dimora di Joyce Lussu a Lido San Tommaso.. Rappresentanti del direttivo Centro Studi Joyce Lussu, della Fondazione Cassa di Risparmio di Fermo, politici e appassionati hanno ribadito la volontà di lavorare in sinergia per far sì che, si diceva, la casa di Joyce Lussu, a Lido San Tommaso, abbia una destinazione pubblica. «Per questo e per esporre le altre ragioni e proposte del centro, abbiamo invitato anche altri esponenti di Regione, Provincia e Comune, ma abbiamo avuto riscontro solo dal sindaco Calcinaro, che non ha potuto partecipare per impegni pregressi» ha spiegato Luisa Serroni componente del direttivo e figlia di Gilda Traini, amica di Joyce.
La vicenda
«Da circa due anni, noi del Centro Studi siamo a conoscenza della volontà della famiglia di voler vendere» ha continuato. I componenti del gruppo si erano subito appellati, attraverso canali non ufficiali, all’allora ministro della Cultura Dario Franceschini, ma senza esito. Disponibilità all’acquisto era invece arrivata dal Comune di Fermo, attraverso il sindaco Calcinaro, ma in cordata con lo Stato e gli enti territoriali marchigiani. Da quest’estate, poi, si sono riaccesi i riflettori sulla vicenda e sul personaggio di Joyce, di cui avevamo ampiamente parlato qui. Dopo una petizione lanciata su Change.org dalla giornalista Federica Ginesu, che attualmente ha raccolto più di 23.000 mila firme e la candidatura del libro La Sibilla della sangiorgese Silvia Ballestra al Premio Strega, si sono succedute diverse iniziative politiche. La prima è stata la mozione presentata in Regione il 30 agosto, dal consigliere Pd Fabrizio Cesetti e sottoscritta da tutto il gruppo dem.
La proposta della cessione a titolo gratuito
Oltre ad aver presentato la mozione in Regione, Cesetti è intervenuto a Porto San Giorgio, portando l’esempio della Casa Museo Osvaldo Licini, che ha contribuito a realizzare e a finanziare, prima come presidente della Provincia e poi come assessore regionale. «Si può fare. È stato fatto a Monte Vidon Corrado, si può fare anche a Fermo» ha affermato, lanciando una proposta: «Se la famiglia volesse fare una donazione gratuita al Comune, a quel punto sarebbe tutto più semplice, dovendo organizzare solo la gestione. Lo dico da amministratore: l’acquisto si può fare lo stesso, ma è più complicato. Ho voluto dirlo perché credo che sia realistico».
«Disponibilità ad azioni future» è stata avanzata della Fondazione Cassa di Risparmio di Fermo, nelle parole del presidente Giorgio Girotti Pucci.
Serroni: «Nessuna contrapposizione tra noi e la famiglia»
Nel frattempo, Luisa Serroni ha approfitta della conferenza, anche per mettere a tacere le voci che vogliono il Centro Studi contrapposto alla famiglia. «Fra le due opzioni, quella di un acquisto pubblico e di uno privato, sarebbe preferibile la prima, solo perché questo rappresenta la volontà espressa da Joyce».
Il modello di gestione
«Il centro studi – ha sottolineato Serroni, precisando l’avvio di azioni concrete – sta portando avanti sì la battaglia per far sì che il pubblico acquisti la casa, ma sta anche già mettendo in piedi un modello di attività e di iniziative che possa dar luogo a un uso immediatamente fruibile della struttura».
L’appello in Parlamento
Anche a livello nazionale, oltre che locale, si è mosso qualcosa: il 31 agosto i parlamentari Pd-Avs, tra cui gli onorevoli Francesca Ghirra, Francesco Verducci (presenti alla conferenza stampa) e Irene Manzi (collegata online), hanno promosso un appello al ministro Sangiuliano, mentre il 5 settembre si è giunti all’interrogazione parlamentare.
«Ugualmente come la famiglia ha difficoltà a gestire la casa, l’avrebbe anche il Comune, che non va lasciato da solo. Io credo che oltre all’interrogazione e all’appello che abbiamo sottoscritto con grande convinzione, sia poi importante procedere con degli atti a livello parlamentare che prevedano stanziamenti reali di risorse» ha detto Ghirra.
«Ciò che stato fatto per il recupero di Villa Buonaccorsi a Potenza Picena, divenuta patrimonio statale, si potrebbe fare anche in questo caso» è il suggerimento di Manzi, che ha ricordato l’intervento della Regione.
Verducci dal canto suo ha auspicato una visita, il prima possibile, da parte di chi di dovere dal Ministero della Cultura «per dei sopralluoghi a Fermo». Si è riallacciato poi Anche Verducci a quanto detto da Giuseppe Buondonno di Sinistra Italiana e Valdo Spini, ex ministro della Repubblica e presidente del Circolo Fondazione Fratelli Rosselli, che sperano in un coinvolgimento, in prima e non in seconda battuta, del Comune di Fermo. «C’è bisogno di un atto politico istituzionale forte da parte del Consiglio comunale della giunta fermana che Regione e Stato non possano ignorare. Siamo all’inizio di una battaglia che vale tantissimo non solo per il nostro territorio e regionale ma per tutto il nostro Paese».
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