Un’epopea sportiva apparentemente disastrosa ma che, scavando più a fondo, racconta una storia unica quanto improbabile, profondamente marchigiana e in fin dei conti romantica. Sold out a tutte le proiezioni, domenica, dopo un’anteprima venerdì sera, per il docufilm “Andrea Moda Formula: la scuderia più folle di sempre”, prodotto da Zoofactory per la regia di di Massimiliano Sbrolla, Cristiano Coini e Giordano Viozzi. Ad ospitare l’evento, il cineteatro Europa di Monte San Pietrangeli, terra natale del protagonista. Prima di accedere in sala, allestito anche un mini museo con pezzi originali della scuderia marchigiana, dalle tute ai caschi, dagli pneumatici ad una galleria fotografica.
L’opera sintetizza, in poco più di due ore, l’avventura della scuderia, fondata dall’imprenditore calzaturiero Andrea Sassetti, nel mondiale di Formula 1 del 1992. Lo fa attraverso le interviste di grandi personaggi dell’automobilismo, come il campione del mondo di quell’anno, Nigel Mansell, o l’attuale presidente della Formula 1 Stefano Domenicali. Ma racconta soprattutto una storia di provincia, di spregiudicatezza e follia, con le voci dello stesso Sassetti, di amici, meccanici, del suo storico avvocato Gianvittorio Galeota, dei piloti che salirono a bordo di quell’auto, da Alex Caffi, arrivato appositamente da Brescia per partecipare di persona alla prima del film, a Perry Mc Carthy e Roberto Moreno.
«Questo progetto ci è scoppiato tra le mani – ha raccontato il regista Massimiliano Sbrolla – andando avanti crescevano le difficoltà insieme all’entusiasmo ed alla curiosità. Ci sono voluti più di 4 anni per ultimare l’opera, di mezzo c’è stato anche il Covid. Il primo approccio con la Formula 1, a cui ci siamo rivolti per ottenere i filmati originali dell’epoca, è stato negativo. Poi però abbiamo tentato l’approccio con Stefano Domenicali, diventato presidente della F1. Siamo andati a trovarlo a Londra e lui ha trovato questa storia straordinaria. La trattativa non è stata semplice, perché i filmati originali dell’epoca hanno costi elevati, ma ce l’abbiamo fatta».
Al centro di tutto c’è Andrea Sassetti, oggi poco più che sessantenne, all’epoca imprenditore calzaturiero rampante che accumula grandi fortune e, nei primi anni ’90, per potenziare l’immagine della sua azienda e da appassionato di motori, tenta il grande salto in Formula 1. «All’inizio, quando mi hanno proposto questo documentario, ho detto no – ha raccontato Sassetti in sala, al termine della proiezione – I registi hanno insistito, mi hanno assicurato che avrebbero raccontato solo i lati positivi della storia e ho accettato. Quando ho visto il film ho pensato: e le parti positive dove sono? Ma va bene così. Non so se sono più pazzo io o quelli che hanno fatto centinaia di chilometri per essere presenti alla proiezione».
Ma cos’ha di speciale la Andrea Moda Formula? Il docufilm di Sbrolla, Coini e Viozzi lo racconta in modo memorabile, ripercorrendo l’incredibile storia di Sassetti. Capello alla Elvis, giacche di pelle e look rigorosamente in nero, Sassetti sembrava un alieno in quel mondo ed osò sfidare il deus ex machina Bernie Ecclestone. Strappa un sorriso dopo l’altro la serie, passando dai meccanici con un improbabile look total black e pantaloni corti alle tante disavventure in prova. In un Gran Premio mancano le licenze, in un altro non arrivano i motori, in uno la Andrea Moda ha solo un treno di gomme da pioggia per le qualifiche, con 30 gradi e un cielo terso. Il miracolo avviene a Montecarlo, quando, con l’aiuto di una benzina speciale, il brasiliano Moreno strappa il tempo che vale l’unico superamento delle prequalifiche e la partenza nel Gran Premio di Monaco. La breve, straordinaria storia della scuderia marchigiana finirà qualche mese dopo in Belgio, quando nel circuito di Spa arriveranno le camionette della polizia e la Andrea Moda Formula verrà radiata dalle competizioni automobilistiche.
Pierpaolo Pierleoni
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