di Alessandro Luzi
Ancora sono fresche le immagini delle proteste degli studenti universitari contro il caro affitti. Anzi, in alcune città italiane la scia di manifestazioni ancora non si è placata. Infatti, all’inizio del nuovo anno accademico, lo scenario sembra essere rimasto lo stesso. Però, vedendo queste scene scorrere sui social o sulla tv, seduti dal divano di casa, il caro affitti sembra un fenomeno lontano dalla nostra piccola realtà universitaria. Invece, a detta di alcuni studenti che frequentano le sedi fermane della Politecnica, non è così. Anzi, il costo per avere una stanza tutta per sé è in rapido aumento. «Negli ultimi due anni c’è stato un incremento verticale – ha raccontato Bruno -. Attualmente paghiamo 250 euro mentre fino allo scorso anno la quota era di 200 euro. Ho scelto di venire a Fermo per via dei costi contenuti, invece ultimamente stanno lievitando». Insomma, così rischia di venire meno uno dei punti di forza della città. Infatti, di solito molti scelgono di studiare in comuni di medio-piccole dimensioni per via dei prezzi più bassi rispetto alle metropoli. Invece, attualmente, le cifre degli affitti si stanno livellando verso l’alto: un fenomeno partito dalle grandi città e rapidamente si propaga a macchia d’olio anche in altre zone d’Italia. Ma quali sono i motivi di questa impennata? Stavolta non si può parlare di caro luce e gas o caro vita. Difatti dal prezzo delle stanze sono escluse le altre spese. Quindi i fattori dipendono dall’andamento del mercato immobiliare o dalle scelte dei singoli privati.
«Io mi ritengo fortunato di aver trovato casa vicino alla sede universitaria, però sono arrivato a pagare 400 euro di affitto per una stanza, ovviamente a spese escluse» è la testimonianza di Sebastiano. Dunque, come in ogni città, più ci si avvicina alle università e più i prezzi salgono. Ma i 400 euro (spese escluse) per una stanza dove trovano giustificazione? Stiamo parlando di una cifra simile al prezzo medio di Roma e Firenze, dove si attesta attorno ai 450 euro. Raggiunge invece quello di Venezia, vicino a 400 euro. «Il mio affitto è passato dai 200 euro ai 275 euro – ha precisato Emanuele –. Il problema è che non sono aumentati i servizi». Questa è una problematica già affrontata su Cronache Fermane. Di fatto, Fermo al momento non è una città universitaria ma una città con l’università. Da qui deriva il malcontento degli studenti per l’aumento dei prezzi d’affitto. «Paghiamo di più per rimanere qui quattro giorni a settimana e poi tornare dai genitori – ha sottolineato Francesco -. Io sono fortunato che posso permettermi di spendere 350 euro ma non tutti riescono». E allora che si fa? Qualcuno invia la domanda all’Ersu (Ente Regionale per il diritto allo Studio Universitario) per ottenere delle borse di studio o una camera allo studentato, altri invece raggiungono Fermo con i mezzi pubblici. Ciò va a discapito dell’intero tessuto urbano in quanto dei ragazzi che rimangono in città creano un fermento sociale ed economico, rendendo Fermo sempre più attrattiva. Invece, se si confermerà il trend in crescita per quanto riguarda gli affitti, il capoluogo di provincia potrebbe diventare sempre meno frequentata dai giovani. E comunque, escluso qualche weekend, non c’è mai lo stesso fermento di giovani dei giovedì universitari maceratesi. Certo, la realtà universitaria è più piccola e il numero di studenti è inferiore. Però tra scuole superiori, Conservatorio e sedi della Politecnica c’è comunque un bacino di ragazzi abbastanza numeroso. «Per spendere meno bisogna allontanarsi dal centro – ha affermato Federico -. E comunque la mia quota di affitto è arrivata a 230 euro, spese escluse». Ecco, allontanarsi dal centro potrebbe essere un’altra soluzione per ridurre i costi. Però poi accanto occorrono servizi, possibilmente a prezzi calmierati.
Comunque quando si parla di università è necessario anche varcare i confini comunali e guardare almeno alle città limitrofi. Per esempio, avere un appartamento a Porto San Giorgio è possibile? A rispondere è Giulia: «È un’opzione da escludere perché, per motivi turistici, nessuno fa soggiornare da giugno a settembre e i prezzi sono comunque molto alti». Eppure anche la città rivierasca potrebbe giovare dei tanti studenti che vengono al Pergolesi o all’università. Invece al momento si guarda solo al turismo.
Considerate le criticità, chi dovrebbe intervenire per contenere l’impennata degli affitti? In realtà a livello locale non si può fare molto e gli studenti lo sanno. Però allo stesso tempo chiedono una vicinanza delle istituzioni: «Magari gli amministratori potrebbero fare un appello a chi affitta, per mantenere dei prezzi accessibili o comunque evitare che aumentino». Servirebbero delle misure incisive da parte del governo centrale o della Regione ma al momento le risposte tardano ad arrivare.
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