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Questione sociale: la mappatura degli Enti del terzo settore marchigiano tra luci e ombre

PREVALGONO le cooperative, concentrate soprattutto nel nord della regione. Il presidente di Camera Marche Sabatini: «La regione mostra una cooperazione sociale presente e distribuita che occupa un ruolo importante nel welfare, capace di contribuire alla risposta occupazionale e alla coesione sociale»

 

Nella settimana in cui l’Europa adotta la raccomandazione sul piano d’azione per l’Economia Sociale, la Camera di Commercio delle Marche ha presentato una ricerca sullo stato dell’economia sociale della regione, vale a dire l’insieme di tutte quelle organizzazioni che esercitano attività non a scopo di lucro, comprese imprese e cooperative sociali, che producono  ricchezza ma il cui scopo ultimo non è la distribuzione del profitto tra i soci che piuttosto viene reinvestito per la produzione di beni o servizi che soddisfino l’interesse generale. La ricerca rientra tra le attività dell’Osservatorio sull’economia sociale costituito da Camera Marche per approfondire tutti gli aspetti dello sviluppo del comparto con particolare riguardo al settore cooperativo: dall’impatto sulle comunità locali, alla collaborazione con le pubbliche amministrazioni ed il settore Profit. La ricerca presentata oggi ha analizzato la consistenza del terzo settore nella regione Marche al dicembre 2022, un ambito ancora poco esplorato e scarsamente documentato.

 

Ill presidente di Camera Marche Gino Sabatini, che ha annunciato di voler far diventare il focus sull’economia sociale un appuntamento annuale di respiro nazionale da organizzare nelle Marche: «Abbiamo ritenuto che fosse arrivato il momento di valutare l’impatto del welfare, che oggi deve coniugare il benessere delle nostre collettività con lo sviluppo economico e sociale dei territori e delle stesse imprese Profit, considerando la grande evoluzione in corso delle politiche di welfare aziendale».

 

Il governatore delle Marche Francesco Acquaroli: «Questo è il primo studio del genere condotto in Italia da una Camera di Commercio cui va il plauso della Regione. Questo è un settore determinante per la vita delle nostre comunità; siamo davanti a uno scenario che ha importanti risvolti anche sul fronte occupazionale. Il riconoscimento dell’Europa, con la Raccomandazione recepita lunedì scorso, apre una prospettiva importante. Il terzo settore è una straordinarietà italiana che risente anche più di altri comparti del peso di una burocrazia che ne mina l’operatività. Anche da sindaco della mia città ho toccato con mano come la mancanza di semplificazione colpisca soprattutto i più piccoli e fragili. Ecco è il momento giusto, con una normativa specifica e approfittando dell’attenzione ora accesasi, per mettere nelle condizioni di operare al meglio un settore tanto nevralgico. Rispetto alla realtà marchigiana sottolineo come la nostra legge sui borghi ravvisi proprio nell’economia sociale uno strumento per rendere più forti le aree interne segnate da un forte spopolamento dove, l’indagine di Camera Marche lo evidenzia, gli enti del terzo settore sono meno rappresentati e dove più c’è bisogno di essi: per i servizi socio sanitari come per quelli culturali necessari a dare vita a questa parte di territorio».


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