di Sandro Renzi
Chi si cela dietro al gruppo WhatsApp che sta facendo letteralmente impazzire tanti genitori tra Fermo e Porto San Giorgio e, stando ad alcune testimonianze raccolte da Cronache Fermane, anche quelli di altri Comuni vicini? Quali le reali motivazioni che hanno spinto a creare il gruppo diffusosi a macchia d’olio tra i giovanissimi, quasi tutti minorenni? E perché sono spuntate immagini e video hard ritenuti pericolosi dagli inquirenti, contenuti che avrebbero a che fare addirittura con la pedopornografia e il sadomaso? Si tratta di una bravata, per quanto deprecabile, di un ragazzino oppure nella chat, che già conta un migliaio di iscritti, potrebbero esserci finiti anche degli adulti che spacciandosi per minorenni provano a carpire le immagini degli ignari adepti?
A tutti questi interrogativi stanno cercando di dare una risposta gli investigatori coordinati dalla Questura di Fermo che ha avviato indagini serrate a fronte pure delle denunce presentate proprio da alcuni genitori. Si sta insomma ricostruendo il contesto all’interno del quale la chat è nata, apparentemente con l’obiettivo di aggiungere il maggior numero di iscritti, così si legge nel profilo, per poi individuare i responsabili e approfondire, come detto, le reali intenzioni dell’iniziativa. Una attività investigativa a 360 gradi che non esclude nessuna pista. Sono stati già acquisiti gli screenshot delle conversazioni e delle immagini che hanno girato tra i giovanissimi. Sembra confermato che nel gruppo degli iscritti siano finiti anche numeri di telefono in dotazione a bambini di meno di 10 anni. Il tam tam tra genitori ed istituzioni scolastiche è partito qualche giorno fa, probabilmente dopo che il numero degli iscritti era salito al punto che il passa parola tra ragazzini e ragazzine non è più passato inosservato tra i genitori. C’è chi ha preso allora in mano il telefono del figlio o della figlia o dopo aver visionato i contenuti della chat ha provveduto a sporgere denuncia. In molti sono stati invitati ad abbandonare immediatamente la chat dopo la diffusione dell’allarme. La rete genitori-insegnanti pare stia funzionando per contrastare la diffusione di questa iniziativa, forse nata per gioco, ma che grazie alla condivisione dei numeri di telefono da parte degli stessi ragazzini è cresciuta in pochissimo tempo inglobando al suo interno anche ignari minorenni tra scuole medie e primarie.
Chat per ragazzini, spunta anche materiale pedopornografico e sadomaso: allarme tra i genitori
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