servizio di Silvia Ilari
Pomeriggio all’insegna delle due ruote (e non solo), quello di ieri, a Montegranaro. Un folto gruppo di appassionati ha seguito il sindaco Endrio Ubaldi nelle varie tappe dell’evento diviso in tre parti, organizzato dall’amministrazione comunale e dedicato alla celebrazione di Michele Gismondi e degli altri cittadini illustri veregrensi.
Chi era Michele Gismondi
Figlio di Montegranaro, Gismondi è stato vice campione del mondo di ciclismo su strada nel 1959. Un secondo posto amaro, visto che il francese André Darrigade, secondo il regolamento, avrebbe dovuto essere squalificato. Il mancato ricorso dell’Italia fece sì che la classifica rimase immutata. Nonostante fosse deluso per l’ingiustizia subita in questo caso, Gismondi aveva un animo da gregario, che gli valse l’appellativo di angelo custode di Fausto Coppi. Celebri furono le sue scuse nel 1953 quando vinse una tappa del Giro d’Italia. Terminò la sua carriera nel 1960, a causa di un grave incidente occorso in pista.
Una targa e un centro sportivo nel nome di Gismondi
A lui è stato intitolato il centro sportivo nel primo pomeriggio di ieri dal sindaco Endrio Ubaldi e dall’assessore allo Sport Gastone Gismondi, al cospetto degli intervenuti e dei familiari del ciclista. Prima della consueta benedizione a cura del viceparroco Don Pietro, il primo cittadino ha svelato la targa dedicata a Michele Gismondi, proprio davanti alla fontana dipinta di fresco con i colori di Montegranaro, giallo e blu, e recuperata grazie alla sinergia tra Comune e associazioni sportive.
A realizzare la targa, invece, è stata l’artista locale Paola Iannucci, già autrice di quella dedicata a Norma Cossetto. Un momento, questo, in cui il sindaco ha ricordato la sua lunga conoscenza con il presidente del Coni Marche Fabio Luna, chiedendogli ufficialmente di portare Gianmarco Tamberi a Montegranaro in occasione dell’inaugurazione di una nuova area adiacente agli impianti sportivi. Richiesta per cui Luna si adopererà, per vedere se realizzabile, in base agli impegni di Gimbo.
Un murales per i figli illustri di Montegranaro
Dopo Paola Iannucci, è stata la volta di un altro artista, Alessandro Pizzuti, giovane del posto che ha realizzato un murales dedicato a Montegranaro e ad alcuni dei personaggi che l’hanno resa nota nel mondo.
«Ho voluto rispettare l’ambiente circostante – ha affermato parlando della piazza – Ho fatto un lavoro monocromo, utilizzando toni terrosi» ha spiegato.
Murales diviso in tre parti, dove nel primo pannello si racconta la storia di Montegranaro dando risalto all’agricoltura e all’arte della calzatura. Nel secondo spazio, sono raccolti i volti di diversi figli illustri, legati alla città. Tra questi, il già citato Michele Gismondi, al centro, il cestista Randolph Childress e l’allenatore Stefano Pillastrini presenti negli anni d’oro della Sutor, la squadra di basket della città; e poi, il politico Giovanni Conti, Mazzarocchi. A guardare tutti dall’alto San Serafino e il cardinale Svampa. Tra le persone rappresentate e presenti nel secondo blocco, c’è anche il dottor Vincenzo Valentini, direttore del Centro di Radioterapia oncologica del Policlinico Gemelli di Roma, veregrense di nascita. Presente, ha ringraziato l’amministrazione comunale, sottolineando come Montegranaro gli abbia trasmesso la capacità di non mollare mai davanti alle difficoltà, il non rassegnarsi e affrontare le avversità con creatività e determinazione, operosamente.
Un murales con volti di soli uomini che aveva portato, nei giorni scorsi, ad attirare le critiche del gruppo di opposizione Avanti Montegranaro. Polemica a cui il sindaco Ubaldi ha risposto, parlando del suo impegno per il ricordo delle donne illustri della città.
Proprio ieri, il deputato della Lega Mauro Lucentini è tornato sull’argomento: «Qui non ci sono quote rosa — ha affermato — ci sono persone che hanno portato il nome di Montegranaro in alto».
Davanti al murales, ha voluto anche dedicare un pensiero all’uomo del giorno: Michele Gismondi. «Ci ha insegnato tanto, ci ha insegnato cos’è un gregario, la figura di colui che si ferma all’arrivo per aspettare colui che sarà il campione. A volte, nel lavoro, nella politica, ci vorrebbero più gregari e meno persone che vogliono stare davanti ai riflettori, lo dico senza polemica».
Dall’animo gentile all’amore per i suoi concittadini: il ricordo di chi lo conosceva
Ultima tappa della giornata, è stato il convegno, tenutosi nella sala consiliare, C’era una volta un grande ciclismo. Moderato dallo storico telecronista Rai Giorgio Martino, ha visto alternarsi il ricordo di più voci. Due su tutte quelle del figlio Nazzareno Gismondi, che ha concesso le foto del suo archivio di famiglia per una mostra in Comune, e del nipote Gastone, assessore allo Sport.
«Mi diceva: “Sai, quando arrivavo al traguardo non ero mica solo, con me c’erano tutti i montegranaresi”» ha ricordato il figlio, citando l’incoraggiamento dei compaesani che gli urlavano: «Daje Michè» per dargli forza nei momenti più duri durante la corsa.
«Sono veramente emozionato, penso a noi (…) vedo quelle persone che eravamo, veramente legati a nostro zio che ci ha insegnato il vero senso dello sport. Ricordo ancora quando ci portava a Porto Sant’Elpidio a vedere il baseball, quando nessuno sapeva cosa fosse» sono state le parole del nipote Gastone Gismondi.
Toccante anche il messaggio video rilasciato da Faustino Coppi, figlio dell’indimenticato Fausto, che ha detto, parlando della giornata dedicata a Gismondi: «A distanza di 60 anni si riunisce una coppia di amici, ancora una volta amici. Non mancherò di venire a Montegranaro per il bene voluto a Michele e a Fausto».
Numerosi gli aneddoti, privati e non, raccontati dagli ospiti. Il presidente del comitato regionale Fci Marche Lino Secchi ha detto come, nei primi anni al Nord, i compagni di squadra prendessero in giro Gismondi in quanto marchigiano. «Ha corso con i muli» dicevano. Fu Coppi a dimostrare che si sbagliavano: durante un allenamento da lui proposto, Gismondi fu l’unico a restare alle sue spalle. «Allora, chi è che corre coi muli?» chiese poi loro.
Anche Gioia Bartali, nipote di Gino, in video, ha raccontato che, rivolgendosi al nonno per chiedere aiuto per trovare un lavoro nelle Marche, lui le disse di avere degli amici, trovandosi poi a colloquio con Nazzareno Gismondi. «Un uomo dall’animo gentile» ci ha tenuto a sottolineare.
Marco Lelli, presidente del comitato provinciale FCI Marche, lo ha ricordato come «un uomo umile, un grande uomo» che non ha raggiunto traguardi solo per motivi tecnici nella sua carriera, ringraziando l’amministrazione comunale per la sensibilità dimostrata.
Il senatore Guido Castelli ne ha parlato anche come un esempio di ascensore sociale, così come lo è stata Montegranaro stessa, quando nel dopoguerra si avevano gli occhi da tigre, per indicare la voglia di farcela.
Anche Giorgio Martino ha parlato di dopoguerra, specificando come le imprese sportive di Coppi e Gismondi hanno avuto importanza e ridato felicità, gioia del tifoso e dignità della nazione. Una nostalgia del passato, celebrata anche nel ricordo del viceprefetto di Fermo Giovanni Todini che ha citato anche Pantani e le vittorie dell’Italia del calcio tra gli anni ‘70 e ‘80.
Ampio spazio ha avuto il ricordo di Fabio Luna, presidente Coni Marche, che ha detto di aver conosciuto Gismondi durante una gara di ciclismo. A quel tempo, non aveva capito che, dandogli consigli da gregario, Gismondi voleva in realtà far vincere Enrico Pochini, suo concittadino che da lì a pochi anni sarebbe passato al professionismo. Il suo ricordo ha strappato un sorriso sia a lui che ai presenti in sala. Altri saluti in video sono arrivati da due cittadini onorari: Stefano Pillastrini, ex allenatore della Sutor dei record e Francesco di Rosa, musicista che oggi si esibirà al Teatro La Perla. Tornando al ciclismo, il sindaco Endrio Ubaldi ha voluto citare la lunga tradizione legata alle due ruote della città, salutando Elio Torresi, ex ciclista presente in sala, e sottolineando la presenza di associazioni dedicate. Tra queste la Calzaturieri Montegranaro, arrivata a 50 anni di attività. «Questo paese ha una tradizione cestistica — ha affermato — e prima ancora ciclistica». Sul finale, il presidente del comitato regionale Fci Marche ha omaggiato, con una spilla, la famiglia di Gismondi. Una consegna della spilla che passa da Michele Gismondi «al figlio e alla moglie» ha detto.
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