«Si collocano ben oltre i limiti della decenza le ultime dichiarazioni rilasciate, sul tema del nuovo Ospedale di Amandola, da parte dei consiglieri regionali Putzu e Marinangeli. Un’uscita imbarazzante che, nel mistificare la realtà, fornisce il metro della drammatica carenza di argomenti di cui patisce la destra marchigiana». Replica così il deputato del Pd Augusto Curti alle dichiarazioni di ieri dei due consiglieri regionali che ha attribuito i meriti della realizzazione della struttura alla sola compagine di destra, attaccando il sindaco amandolese e la giunta Ceriscioli.
«Questo ennesimo tentativo di intestarsi meriti altrui, tuttavia, offende prima di tutto l’intelligenza dei cittadini e degli amministratori della montagna che conoscono bene la realtà dei fatti – continua Curti spiegando poi la sua versione -. Ricordo che la scelta di realizzare un nuovo Presidio ad Amandola, a seguito dei danni subiti causa sisma dal vecchio Ospedale, è stata fonte di dibattito sul territorio e che, tra gli stessi amministratori, non si trovò addirittura neanche unanimità di consensi. Quella prodotta da Putzu e Marinangeli, dunque, è solo una fantasiosa narrazione a posteriori. Pertanto appare vergognoso che due esponenti di una maggioranza consiliare, capace di fare totale scempio della Sanità regionale, si sentano autorizzati a trattare un tema sensibile peraltro con grossolana superficialità».
Il deputato passa poi al contrattacco: «Si preoccupino piuttosto Putzu e Marinangeli di spiegarci quali risorse la Regione intenda impegnare per far sì che, nel breve periodo, il nuovo Ospedale di Amandola sia in grado di erogare servizi e prestazioni. Questo è quanto competerebbe a una Giunta Regionale che, al contrario, in tre anni è stata capace di devastare quasi irrimediabilmente il comparto. E non è un caso che, ammettendo di fatto l’entità del danno provocato, alcuni consiglieri della maggioranza abbiano ultimamente tentato di sostituire l’assessore Saltamartini. Mettendo in scena un teatrino che si è protratto per giorni concludendosi, infine, con una soluzione tragicomica: le Marche conseguiranno il primato di essere l’unica Regione in Italia a vantare ben due assessori alla sanità. Una situazione che penalizza i marchigiani e crea grave disagio agli operatori».
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