«Francamente ci aspettavamo qualcosa in più, sia per la riqualificazione della Valdaso che per le tempistiche di intervento sulla Mezzina». E’ questo il parere di alcuni sindaci di due aree territoriali, la media e bassa Valdaso, appunto, e quella che orbita intorno alla Mezzina, che figurano solo “velatamente” sul Piano Infrastrutture 2032 della Regione Marche.
Era l’aprile 2022 quando, in un summit a Petritoli, era stato rimarcato a chiare note al governatore delle Marche Francesco Acquaroli che la Mezzina deve essere la direttrice per il rilancio del territorio e che la Valdaso è da ammodernare, assolutamente.
Ebbene, se per la Mezzina si parla di interventi al 2027, con il tratto Val Tesino-Campiglione di Fermo per ciò che concerne il Fermano, la Valdaso compare nel cronoprogramma al 2027 con il tratto da Montefalcone Appennino, frazione San Biagio Vignola, a Santa Vittoria-Ponte Maglio. E la bassa e media Valdaso? Se lo sono domandato i sindaci della zona. Sugli schemi della Regione non ve n’è traccia. Eppure parliamo di due strade che avrebbero anche il valore aggiunto di interconnettere il Fermano con l’Ascolano (la Valdaso) e addirittura tre territori provinciali (Fermano-Maceratese e Ascolano) nel caso della Mezzina.
Era il 9 settembre del 2022, dunque poco più di un anno fa, quando a Petritoli è arrivato il governatore Acquaroli accompagnato dall’assessore regionale Baldelli proprio per parlare di infrastrutture. Ad accoglierli, oltre al padrone di casa, il sindaco Luca Pezzani, anche svariati sindaci del territorio.
Primi cittadini che avevano incentrato quell’incontro su un’opera fondamentale, la Mezzina. Se ne parla da 40 anni ma nulla si è mosso da decenni e invece da anni è diventata una priorità. In agenda anche lo stato di avanzamento della terza corsia e la Valdaso, perché è una strada che non è al passo con i tempi. Andrebbe allargata, e realizzare questa miglioria avrebbe un costo molto inferiore rispetto alla Mezzina quindi, per i sindaci, sarebbe cantierabile a breve. Il territorio ha fatto passi da gigante turisticamente, ci sono Borghi più belli d’Italia, bandiere blu, bisogna fare in modo di garantire raggiungibilità e sopravvivenza. La richiesta non è da poco conto, vero, ma le “fasce tricolori” si auguravano che almeno una serie di progettazioni potesse partire da qui a qualche anno.
A queste richieste Acquaroli e Baldelli, a onor del vero, non si sono realisticamente impegnati ma hanno comunque riconosciuto l’importanza delle infrastrutture rimarcando che tutte le province sarebbero state trattate alla pari. Stesso valore, stessi investimenti ma sottolineando, al contempo, il gap risorse in mano alla Regione. Ora, però, con tabelle e schemi alla mano, è fisiologico che i sindaci abbiano ad eccepire qualcosa su una ripartizione che li ha visti scomparire dalla cartina delle Marche.
In quella sede, si diceva, gli interventi dei sindaci sono stati unanimi segnalando tutti le stesse esigenze: realizzare la terza corsia dell’autostrada per il tratto da dove manca fino a Porto d’Ascoli (che, sì, figura nella calendarizzazione regionale al 2032 con l’ampliamento a tre corsie da Porto Sant’Elpidio a San Benedetto del Tronto) ma anche creare una rete di collegamento che invogli il turista a spostarsi dal mare per visitare i paesi dell’interno, potenziare gli abitati dei piccoli borghi ed evitarne così lo spopolamento. Acquaroli, in quell’occasione ha chiesto una lista di priorità ai sindaci, comunicando di fatto la priorità al miglioramento dei tratti stradali già esistenti e ricordando che le risorse regionali non sono illimitate. Non è da escludere, a questo punto, che i sindaci della Valdaso possano tornare a bussare alla porta del governatore. Ma alle domande e richieste, ormai note, non è detto a questo punto che possano seguire, con un Piano Infrastrutture già bell’e definito, delle risposte “esaustive” in termini di opere.
g.f.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati