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Tutto ciò che c’è da sapere sul diabete. La dottoressa Pantanetti: «Fondamentale un approccio olistico» (Video)

SALUTE - Il 14 novembre è la giornata mondiale del diabete. La dottoressa Paola Pantanetti, direttore dell’Unità Operativa Uosd Diabetologia dell’AST di Fermo: «Nel nostro Centro antidiabetico afferiscono circa 8.000 pazienti all'anno. Recentemente abbiamo assistito ad una crescita del diabete gestazionale, soprattutto tra le donne straniere non dimenticando che in alcun etnie il diabete è fortemente rappresentato»
La dottoressa Paola Pantanetti sul diabete

La dottoressa Paola Pantanetti

«Il 14 novembre per noi diabetologi è una data importante perché nel 1921 il professor Banting scoprì ed isolò l’insulina che ad oggi è l’unica terapia esistente per il Diabete di tipo 1». A parlare è la dottoressa Paola Pantanetti, direttore dell’Unità Operativa U.O.S.D. Diabetologia dell’AST di Fermo. E in vista della giornata mondiale contro il Diabete, la dottoressa Pantanetti coglie l’occasione per spiegare cosa sia il diabete e quanto importante siano la prevenzione e la comunicazione come informazione, aspetti prioritari del centro antidiabetico dell’AST che fruisce della presenza di mediatrici linguistiche per pazienti stranieri e soprattutto per le donne affetta da diabete gestazionale fornendo brochure informative tradotte in varie lingue.
«Il diabete mellito è una malattia infiammatoria cronica che ci accompagna per tutta la vita; l’esordio è caratterizzato da specifici sintomi quali: la poliuria, la polidispsia, il calo ponderale: 3 condizioni “allarmanti”. Il diabete di Tipo 1 esordisce in età pediatrica; è dovuto alla distruzione delle cellule pancreatiche producenti insulina; dal diabete di tipo 1 non si può guarire, ma impegno e motivazione nel rispetto della terapia insulinica, una dieta sana e l’attività fisica rendono sempre più facile il raggiungimento di un ottimo controllo della glicemia.
L’unica terapia possibile è la somministrazione esogena di quello che l’organismo non può produrre autonomamente: l’insulina. Il compito dell’insulina esogena (somministrata tramite iniezione) è quello di simulare quanto più possibile l’azione dell’insulina endogena (prodotta dall’organismo) sia per quanto riguarda l’insulinizzazione basale (costante nell’arco della giornata) e acuta (in seguito ai pasti) e quindi permettere un normale utilizzo del glucosio da parte delle cellule sia a digiuno che dopo aver mangiato. Nel corso degli ultimi anni, i risultati della ricerca scientifica hanno reso la terapia per il diabete di tipo 1 molto più semplice da seguire. Oggi i pazienti diabetici possono raggiungere l’obiettivo del controllo dei valori della glicemia molto più facilmente e senza rinunciare alle spontaneità e alla flessibilità della vita di tutti i giorni ricorrendo alla tecnologia usufruendo di sistemi integrati microinfusori (erogatori di insulina) e sensori che mimano il fisiologico funzionamento del pancreas. Nel nostro centro di Fermo abbiamo istituito e consolidato un ambulatorio dedicato alla tecnologia indirizzato prevalentemente ai pazienti affetti da Diabete di tipo 1 che si avvalgono di sistemi integrati , microinfusori e sensori. Tutto ciò consente di formulare una terapia ad hoc, specifica per ogni tipo di paziente, personalizzata . Nel diabete di tipo 2 la beta cellula pancreatica è funzionante , il pancreas produce insulina ma si genera una condizione di insulino-resistenza : l’insulina prodotta non raggiunge i tessuti periferici non riuscendo a normalizzare e modulare le variazioni di glicemia. Oltre al diabete di tipo 1 e 2 esistono forme di diabete secondarie a malattia croniche (ad esempio tumori) a terapie prolungate con cortisone. Durante il periodo Covid abbiamo avuto una recrudescenza della malattia diabetica. Esiste il diabete gestazionale che spesso inizia e finisce con la gravidanza stessa. Viene diagnosticato per la prima volta nel secondo o terzo trimestre di gravidanza. Questa condizione può manifestarsi fino al 18% delle donne in gravidanza, a seconda dell’etnia. In tutti i setting clinici la prima terapia elettiva è, comunque, quella dietetica che fa parte del nostro percorso di cura. Grazie al nostro team dietistico abbiamo creato degli opuscoli che facilitano il percorso di cura perché la comunicazione è fondamentale. E anche in questo caso adattiamo la terapia dietetica in maniera personalizzata a seconda dello stato del paziente. La malattia diabetica, infatti, non è solo aumento della glicemia: è una malattia cardiovascolare. E’ fondamentale intervenire in maniera tempestiva, già in fase preclinica come già dimostrato in alcuni studi. Per definirsi diabetico un soggetto deve avere una glicemia a digiuno pari o superiore a 126 mg%ml o essersi sottoposto a curva glicemica dopo carico orale di glucosio i cui valori, a due ore dall’assunzione, devono collocarsi sopra i 200 mg%ml. A quel punto si può decretare o meno la malattia. Il paziente prediabetico possiede valori glicemici inferiori ai 126 o dopo carico orale di glucosio valori glicemici tra i 140 e 200 mg%ml. Non si può ignorare il fatto che il prediabete espone il paziente a un alto rischio di malattia. Questo giustifica i nostri sforzi nell’agire e nell’intervenire nella maniera più tempestiva possibile. E oggigiorno disponiamo di un cospicuo armamentario terapeutico costituito da farmaci innovativi che normalizzano i livelli di glicemia e proteggono il cuore, il rene, la retina, i vasi periferici. Il ruolo dei Centri antidiabetici è intercettare prima possibile il paziente, attuare un adeguato percorso diagnostico-terapeutico che non valuti solo la glicemia ma tutti i fattori di rischio associati al diabete: il colesterolo, i trigliceridi, la pressione arteriosa, il peso, l’acido urico».

«Il diabetologo, infatti, non si limita solo a gestire la glicemia – continua la dottoressa – ma valuta il paziente in termini olistici iniziando dalla prevenzione, “sorvegliando” determinate tipologie di persone maggiormente a rischio: figli di diabetici di tipo 1 e 2, soggetti obese, donne in età fertile affette da ovaio policistico, soggetti in terapia cronica corticosteroidea. E’ fondamentale nel soggetto diabetico, esposto ad alto rischio cardiovascolare abolire il fumo e combattere la sedentarietà e le complicanze cardio vascolari associate (scompenso cardiaco, infarto al miocardio, ictus, insufficienza renale, retinopatia, arteriopatia agli arti inferiori )I nuovi farmaci tra i vari target hanno quello di contribuire al calo di peso. Un recente studio clinico attuato nel nostro Centro antidiabetico, dopo aver somministrato a una corte di pazienti diabetici un questionario per rilevare il soddisfacimento verso alcuni alimenti al momento della prescrizione del farmaco innovativo e dopo sei mesi, abbiamo potuto constatare che oltre a un calo di peso significativo di peso vi è stato anche un elevato grado di soddisfazione di sè e dell’ambiente, oltre al “rifiuto” di alcuni cibi grassi. Non dimentichiamo che il diabete è una malattia internistica, che comporta la condivisione di cura con altre discipline. Penso alla cardiologia, alla nefrologia, alla ginecologia, alla chirurgia vascolare, all’ortopedia. La diabetologia si apre dunque ad altre discipline ed è anche per questo che vorremmo dare vita a percorsi condivisi e ambulatori congiunti per ottimizzare la terapia ed essere sempre più accurati nel raggiungimento degli obiettivi terapeutici. Non ho fatto cenno al diabete che esordisce in età pediatrica perchè non ce ne occupiamo in questa sede ma per contrastare la malattia dobbiamo iniziare a fare informazione e formazione nelle scuole, a partire dalla corretta alimentazione e da uno stile di vita sano. Ecco perché credo molto nell’importanza di una campagna informativa da attuare nelle scuole supportati dalle istituzioni».

«Nel nostro Centro antidiabetico afferiscono circa 8.000 pazienti all’anno – chiosa -. Nella stragrande maggioranza dei casi sono diabetici di tipo 2. Gli insulinodipendenti (diabetici di tipo 1) sono circa il 10%. Recentemente abbiamo assistito ad una crescita del diabete gestazionale, soprattutto tra le donne straniere non dimenticando che in alcun etnie il diabete è fortemente rappresentato. A tal proposito abbiamo realizzato un ambulatorio congiunto con la Ginecologia del Murri, un ambulatorio multietnico perché una buona parte delle donne affette da questo tipo di diabete proviene da nazioni asiatiche cinesi, indiane, pakistane, e dal nord Africa. Pertanto si e’ reso necessario creare delle brochure informative tradotte anche in lingua inglese e cinese. Grazie all’Ast disponiamo di tre mediatrici linguistiche (cinese, arabo, indu) con le quali ci accingiamo a tradurre il materiale informativo per educazione alimentare e addestramento alla terapia insulinica anche in lingua hurdu e araba. Sono infatti convinta che avere un contesto adeguato in termini di comunicazione è essenziale nel raggiungimento degli obiettivi terapeutici e nel miglioramento della qualità di vita».

 


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