di Alessandra Pierini (Foto Giusy Marinelli)
L’economia marchigiana va a rilento. E’ quanto emerge dall’aggiornamento congiunturale del primo semestre presentato oggi da Banca d’Italia. Tanti i segni meno contenuti nei report ma non sempre corrispondono a dati negativi.
«La dinamica delle Marche – ha spiegato Alfredo Bardozzetti, responsabile della divisione analisi e ricerca economica – è simile al resto del Paese salvo qualcosa di più preoccupante o di meno brillante».
Numerosi e diffusi sono i segnali di rallentamento in tutti i principali settori.
«In particolare si segnala un arretramento nell’industria – sottolinea Bardozzetti – non sorprende visto che le Marche sono per lo più manifatturiere. E’ cresciuta in maniera brusca l’incertezza e l’acuirsi delle tensioni geopolitiche in Medio Oriente. Questo, insieme all’innalzamento del costo del debito, ha reso le imprese guardinghe nel definire i piani di investimento. Le esportazioni, al netto del comparto farmaceutico, hanno ristagnato.
Nel primo semestre si registra ancora una espansione nell’edilizia ma molto meno intensa. Ad una contrazione delle compravendita, corrisponde una crescita del settore pubblico, grazie al Pnrr di cui i Comuni sono protagonisti».
Ha giocato un ruolo importante l’inflazione: «Non è ancora domata e ha indebolito la spesa delle famiglie incidendo soprattutto nl settore dei servizi. Forte calo anche nel settore delle compravendite».
Si è interrotta la fase di espansione dell’occupazione: «Il numero dei lavoratori è diminuito – spiega Bardozzetti – soprattutto il calo riguarda il lavoro autonomo. Un calo che ha interessato soprattutto le lavoratrici andando ad aggravare il divario di genere. Il tasso di occupazione invece è rimasto sostanzialmente stabile per motivi demografici, è diminuita cioè la popolazione in età attiva»
Riguardo il Pnrr: «Un terzo delle risorse fa capo a operatori nazionali. Un 35% ai Comuni che stanno performando bene, meglio della media nazionale».
Interessante e da seguire la situazione del credito presentata da Sabrina Ferretti: «Sono nettamente diminuiti i prestiti bancari a clientela residente nelle Marche. Si è accentuato anche il calo dei prestiti alle imprese di minore dimensione. La domanda di finanziamenti delle imprese si è indebolita a causa del rialzo dei tassi di interesse sia per le minore esigenze di finanziamento degli investimenti».
Per quanto riguarda le famiglie: «Le erogazioni di nuovi mutui si sono notevolmente ridotte, la frenata arriva anche dal calo delle compravendite di abitazioni.
I mutui per l’acquisto di abitazioni sono infatti calati del 40%. La qualità del credito alla clientela residente nelle Marche non ha registrato segnali di peggioramento. Il tasso di deterioramento dei prestiti alle imprese è aumentato solo marginalmente, mantenendosi su livelli storicamente contenuti. I depositi bancari di famiglie e imprese sono diminuiti; la flessione è dovuta alla netta contrazione della componente in conto corrente, mentre sono cresciuti i depositi a risparmio. Le famiglie tendono a ricomporre il portafoglio finanziario verso attività più remunerative, quali obbligazioni pubbliche e private».
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati