servizio di Silvia Ilari
Incontro pubblico ieri sera al CineManzoni per il gruppo consiliare di opposizione della lista Insieme per cambiare Montegiorgio. Tanti i punti toccati in due ore d’incontro, dall’ambito locale fino a quello regionale, con una platea composta anche da diversi operatori sanitari.
La gente è arrivata alla spicciolata e si è seduta per ascoltare gli ultimi aggiornamenti sulla questione ospedale da parte del gruppo di Claudio Ferracuti. Negli ultimi tempi, si è parlato molto di ciò che ne sarebbe stato dei servizi del Diotallevi in attesa del termine dei lavori.
La cronistoria
Tutto parte dal consigliere Ferracuti che, circa a metà ottobre, ha chiesto conto agli operatori sanitari, i quali gli hanno confermato ciò che aveva sentito: alcuni servizi dell’ospedale montegiorgese sarebbero stati, molto probabilmente, spostati a Montegranaro. Il motivo? La ditta che si sta occupando della riqualificazione dell’edificio che occupa la struttura sanitaria avrebbe bisogno degli spazi liberi per poter lavorare. «Ho subito contattato Fabrizio (Cesetti ndr) che è anche consigliere regionale e gli ho detto: “Fabrizio, qui a Montegiorgio chiudono, ciò che si dice è questo”».
Informato da Ferracuti, Cesetti già il 13 ottobre 2021, ha presentato in Regione un’interrogazione inerenti le attività socio-sanitario-assistenziali dell’ospedale di Comunità di Montegiorgio e i lavori di adeguamento e miglioramento sismico e di riqualificazione energetica. A quel tempo, il 19 gennaio 2022, l’assessore regionale all’edilizia ospedaliera Francesco Baldelli aveva risposto che i lavori sarebbero proseguiti con una consegna circoscritta, a stralci entro il 31 dicembre 2022, questo per consentire il parziale uso della struttura e la continuità dei servizi con la previsione di ricollocare le attività nelle aree che sarebbero state via via completate. E’ stato, inoltre, sottolineato come la programmazione dei lavori prevedesse il mantenimento dei servizi in essere, con il solo spostamento delle cure intermedie a Montegranaro.
Arriviamo al 2023. A marzo, Cesetti ha chiesto perché i lavori non fossero né iniziati, né ultimati come precedentemente affermato da Baldelli, mentre le cure intermedie erano già state delocalizzate a Montegranaro con «conseguenti e immaginabili disagi per pazienti, familiari, personale medico e paramedico (…) di tutta la media valle del Tenna». Il 4 aprile è arrivata la risposta dell’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini che ha fatto presente che «i lavori – ricordano dal palco – erano iniziati sì, ma il 7 novembre 2022 e sarebbero terminati dopo circa 270 giorni», confermando quanto già detto da Baldelli per il mantenimento dei servizi e lo spostamento a Montegranaro delle sole cure intermedie.
Questo fino ad ottobre, quando Cesetti ha chiesto nuovamente conto dei lavori non ancora ultimati, causando l’interessamento dell’assessore Baldelli che ha ipotizzato il mantenimento del Pat (Punto assistenza territoriale), del 118, del punto prelievi e di Radiologia con spostamento degli ambulatori.
L’articolo di Cronache Fermane
Al centro della discussione, è finito anche un nostro articolo, letto in sala, in cui il direttore generale dell’Ast Fermo Gilberto Gentili e il direttore dell’Uoc attività tecniche Alberto Franca confermano il non spostamento delle suddette attività, parlando anche di incontri avuti con il sindaco Ortenzi e il geometra comunale, in cui si è emerso che il Comune non ha spazi da dedicare a eventuali servizi, così come la stessa Ast, sottolineando che “la ditta teme che, senza spazi liberi, i lavori potrebbero protrarsi per più tempo“. L’affermazione sembra aver generato un po’ di caos. Dal canto suo, Ferracuti è certo che quanto detto alla stampa confermi il volere di spostare tutto («si legge tra le righe»).
Le modalità comunicate formalmente all’assessorato e al dipartimento infrastrutture e lavori pubblici, sarebbero state modificate nel corso del tempo per non procedere più a stralci, ma per consegnare alla ditta la quasi totalità dell’edificio per l’effettuazione dei lavori.
Cosa chiede la minoranza
La minoranza, a questo punto, vuole conoscere i tempi esatti per il termine dei lavori: «Noi vogliamo che tutto rimanga a Montegiorgio» sottolinea Ferracuti, mentre qualcuno dal pubblico evidenzia che già da tempo non è possibile effettuare prenotazioni per i servizi ambulatoriali. L’unico altro ospedale di comunità in zona è quello di Sant’Elpidio a Mare. Ci sono poi altri servizi erogati da Petritoli, tutti considerati troppo lontani in termini di km da chi è anziano, ma anche da coloro, affermano alcuni, che abitano a Massa Fermana o Monteleone di Fermo, per esempio.
Altro aspetto trattato è il rispristino delle cure intermedie che Cesetti, che si dice oggi pronto a passare alle denunce se non verrà rispettato cosa dichiarato, si augura avvenga in tempi utili, vista la prossima apertura del nuovo ospedale di Campiglione, dedicato ai cosiddetti acuti, e l’estrema vicinanza a una struttura privata a Piane di Rapagnano.
Presenti, oltre a Ferracuti e Cesetti, anche i consiglieri Luigi Ripani ed Elvinia Minnoni. Quest’ultima ha affermato: «Senza polemizzare e senza scendere in tecnicismi, io chiedo (…) a chi amministra: Se fosse stata casa loro (…) avrebbero approfondito i costi, i tempi e la maniera in cui quell’appalto veniva portato avanti? Siccome è una cosa che interessa tutti quanti, è una domanda che voglio fare e mi chiedo perché loro non se l’abbiano posta». «Continueremo a vigilare» assicurano tutti.
Ferracuti, nel frattempo, si dice convinto di aver contribuito al non smantellamento dell’ospedale con la sua segnalazione, sottolineando l’impegno del suo gruppo. Ai giornalisti confessa anche di aver parlato con l’impresario della ditta che attualmente si sta occupando di tutti i lavori nella cosiddetta area nuova dell’ospedale: «Che succede? Possono completare quella zona e trasferire tutte le attività che ci sono adesso dall’altra parte. Inoltre, ora che è inverno non potrebbero lavorare sul tetto. La possibilità c’è, quindi. La ditta sarebbe disponibile».
Il nodo dei medici di base
Una richiesta sostenuta anche dalla platea è quella del ritorno dei medici di base all’ospedale di Montegiorgio, ora presenti solo a Piane nella sede dell’Unimedica. Cesetti fa presente che, oltre ad aver parlato di servizi ambulatoriali d’eccellenza da portare in paese, in un incontro in cui erano presenti l’ex direttore Av4, Roberto Grinta e il sindaco Michele Ortenzi, si affermava l’intenzione di voler riportare i medici di famiglia nel nosocomio montegiorgese. «Glielo devo chiedere io al sindaco adesso? Perché non mi pare che i medici di base siano qua, perché sono venuti da me e mi hanno detto: ‘Consigliere, anche se sei all’opposizione dacci una mano, perché a noi hanno detto che non ci sono i locali e ce l’ha detto anche il sindaco».
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati