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Sisma, il punto tra Anac e Commissariato per la Ricostruzione sulle novità per le stazioni appaltanti

CONVEGNO a Roma con il presidente dell'Autorità Nazionale Anticorruzione Giuseppe Busia e il senatore Guido Castelli. Sul tavolo ruolo e funzioni delle stazioni appaltanti, strategiche nell'ambito della ricostruzione dell'Appenino centrale. Ha partecipato anche il governatore delle Marche Francesco Acquaroli

Busia e Castelli

 

“La qualificazione delle stazioni appaltanti in ambito sisma 2016: a che punto siamo?” è stato oggi a Roma il tema del convegno di approfondimento sulle recenti novità introdotte nel sistema di qualificazione. Presenti il presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione (Anac) Giuseppe Busia e il commissario alla Ricostruzione Guido Castelli. Ruolo e funzioni delle stazioni appaltanti sono strategici nell’ambito del processo di ricostruzione nell’Appennino centrale. Con l’entrata in vigore del nuovo “Codice degli appalti”, dall’1 luglio è diventato operativo anche il nuovo sistema di qualificazione delle stazioni appaltanti, che recepisce le linee guida emanate dall’Anac.

 

Hanno partecipato anche il governatore delle Marche Francesco Acquaroli, l’assessore alla Ricostruzione della Regione Lazio Manuela Rinaldi, l’assessore alle Infrastrutture e Lavori Pubblici della Regione Umbria Enrico Melasecche.

 

Giuseppe Busia: «Nelle regioni colpite dal sisma, alla fine di ottobre, si contano un totale di 627 iscritti, di cui 556 qualificati in via ordinaria, e i restanti con riserva; 222 sono le stazioni appaltanti qualificate nelle Province del cratere sismico. Questo significa: più possibilità di avere procedure e opere di qualità, riduzione del contenzioso e dei tempi di conclusione delle gare; committenti pubblici più attrezzati e più preparati anche per le nuove sfide dell’innovazione in modo da ricostruire in un’ottica di miglioramento della qualità dei servizi e delle opere, con uno sguardo ai profili sociali, dell’efficienza energetica e della tutela dell’ambiente. Il nuovo “Accordo di alta sorveglianza” ha rafforzato la collaborazione con il Commissariato per la Ricostruzione, assicurando sostenibilità ed elevati standard di qualità del supporto di Anac, razionalizzazione dei controlli, concentrando le verifiche sulle procedure di maggiore rilevanza e responsabilizzando i soggetti attuatori sulla base del supporto dato negli anni».

 

Guido Castelli: «La ricostruzione delle opere pubbliche danneggiate dalla sequenza sismica del 2016 chiede alla struttura commissariale, alle Regioni e ai Comuni dei territori interessati uno sforzo senza precedenti. Solo per rimanere ai programmi più recenti, per il 2024 ci aspettiamo più di 1.500 gare per un valore superiore ai 2 mld di euro. Tutto questo, quando l’intero Paese è chiamato a procedere con il Piano più importante dal dopoguerra, il Pnrr, con milestone sfidanti e vincolanti per gli stessi Enti. I principali protagonisti di questa sfida, impegnati in prima linea nel rendere realtà quelli che sono gli indirizzi strategici e i piani programmatici, saranno le stazioni appaltanti, i Rup e tutti quei centri di competenza della Pubblica Amministrazione che sono chiamati ad uno sforzo di formazione, aggiornamento e ‘qualificazione’. È proprio la qualificazione – secondo i dettami del nuovo Codice degli appalti – il presupposto che dobbiamo assicurare affinché la spesa pubblica, nel cratere come nell’intero Paese, possa essere gestita nel rispetto dei principi di efficacia, trasparenza e buona andamento della Pubblica Amministrazione. Evidentemente lo stato di emergenza, l’entità e la complessità della ricostruzione pubblica, gli impegni sincroni riconducibili al Pnrr evidenziano aspetti e criticità oggettive, che la Struttura non può ignorare. Proprio per questo abbiamo avviato oggi con Anac un percorso volto a individuare i temi e le problematiche connessi all’obbligo di qualificazione delle stazioni appaltanti nel cratere. Accompagnare, sostenere e ‘farsi prossimi’ al territorio, anche dal punto di vista amministrativo, è la nostra missione. Lo abbiamo fatto e lo faremo, nella certezza di dover affrontare una sfida, quella della ricostruzione, difficile ma intrisa di contenuti etici prima ancora che amministrativi».


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