di Matteo Malaspina
Presentato questa mattina all’auditorium San Filippo di Fermo il rendiconto sociale provinciale dell’Inps di Fermo 2022, un report attraverso il quale l’istituto mette a disposizione le informazioni alle amministrazioni e alle università.
Tra la presenza delle istituzioni civili e militari e del presidente Civ, Roberto Ghiselli, è Antonio Cifani, presidente del comitato provinciale di Fermo a fare gli onori di casa. «Dopo il periodo del Covid abbiamo dovuto affrontare gli effetti economici della guerra che hanno riguardato anche il nostro territorio. La chiusura di alcuni mercati di sbocco (come la Russia) e l’inflazione hanno causato tensioni occupazionali, sommate alle preoccupanti dinamiche di tipo demografico con il fenomeno del calo della popolazione abbinato all’invecchiamento e all’incremento dei non autosufficienti – dice Cifani -. La relazione ci darà modo di acquisire ulteriori elementi di conoscenza utili a indirizzare un confronto tra tutti i soggetti istituzionali volto ad orientare il lavoro dell’Inps».
Un quadro regionale sulla situazione lo dà la direttrice Inps Marche, Emanuela Zambataro che spiega come questo sia il primo bilancio sociale a livello provinciale, visto che gli anni scorsi il confronto veniva fatto solo a livello nazionale e regionale. «Durante il periodo Covid, l’istituto ha definito milioni di prestazioni con tempi celeri, riconvertendosi perché abbiamo reso prestazioni pur lavorando in smart working. Il 2022 è stato un anno difficile perché abbiamo sofferto il calo delle risorse dovuto al blocco del turnover ma abbiamo comunque fatto fronte alle difficoltà. La buona notizia è che nel 2023 siamo riusciti, grazie ad un concorso esterno e alla mobilità, ad acquisire in regione 109 nuovi dipendenti, 16 assegnati alla direzione provinciale di Fermo (in questo momento in formazione e dal 2024 saranno operativi) – spiega Zambataro -. L’innalzamento della speranza vita, i flussi migratori, le trasformazioni del mercato del lavoro e la sostenibilità ambientale producono ricadute sull’utenza. L’Inps deve predisporsi a gestire queste trasformazioni ripensando il rapporto con l’utenza. Nel 2022 è stato fatto a livello nazionale un questionario sulla soddisfazione del servizio reso e le Marche hanno avuto la percentuale di gradimento più elevata, un indice di 4,2 su 5. Gli indirizzi dell’istituto per il 2023 sono due: il primo è l’esigenza di fare rete sul territorio attivando sinergie con istituzioni e con organizzazioni del terzo settore, il secondo è la proattività, ovvero la capacità dell’Inps di anticipare i bisogni degli utenti».
A rappresentare i dati del report è stato Maurizio Petrelli, direttore provinciale Inps, non prima di aver illustrato la realtà dell’istituto fermano nato nel 2011: «Il problema di Fermo è il personale. Nel 2014 i dipendenti erano 59, ora siamo 58 (43 quelli che svolgono attività in sede, gli altri sono in formazione). Nonostante i 16 colleghi designati alla nostra sede, il saldo netto rispetto allo scorso anno è solo di 3 unità, tra pensionamenti e mobilità».
I DATI
Riguardo il panorama sociodemografico della nostra provincia, i dati non sono favorevoli. Il calo demografico risulta costante con un calo di 1000 persone all’anno (172.681 nel 2018 a fronte delle 167.398 del 2022). In costante declino anche la natalità con il 2011 che aveva fatto registrare un -383 tra nascite e decessi, mentre nel 2021 la differenza è di -1360 con sole 997 nascite. In flessione anche il flusso migratorio che passa dai quasi 1300 del 2011 ai 1038 immigrati nel 2021. Anche per quanto riguarda le emigrazioni, ci sono sempre più fermani che escono rispetto al passato (da 224 a più di 300).
Nel mercato del lavoro il saldo netto tra assunzioni e cessazioni nella provincia di Fermo era di 1088, mentre nel 2022 è di 752. Un andamento confermato anche a livello regionale, dove il saldo è ancora più basso. Il tasso di occupazione per genere ed età fa registrare una marcata differenza tra uomo e donna nel 2021: se si prende ad esempio la fascia d’età 35-49 anni (età clou per il mondo del lavoro), il delta è di oltre i 14 punti di percentuale, con gli uomini che hanno un tasso di occupazione più alto. Nel 2022 il dato rimane pressoché invariato. Particolare il dato di occupazione della fascia d’età 15-24 con la nostra provincia che fa registrare la percentuale più alta di tutta la regione, con i ragazzi che preferiscono andare a lavorare piuttosto che continuare gli studi. I numeri sulle persone che non hanno lavoro e lo cercano dimostrano come la differenza enorme che c’era tra le donne e gli uomini nel 2021, nell’ultimo anno si è assottigliata e si sta ridistribuendo l’opportunità di lavoro tra i due sessi, avvicinandosi ad un’equiparazione. Stessa conclusione riguardo a coloro che risultano inattivi.
Il capitolo sull’entrate contributive, il recupero crediti e vigilanza dimostra come l’evoluzione del tessuto produttivo del nostro territorio ha dimostrato come gli artigiani siano quelli più colpiti dalla crisi: in quattro anni si sono perse 2000 attività artigianali. Stesso discorso per i commercianti, anche se il trend è in ripresa (perse 1000 attività). Le aziende con dipendenti è l’unico dato in controtendenza, con un aumento di oltre 150 aziende. Riguardo le entrate contributive (riscossioni), il dato è in crescita di +9,4%.
La Naspi è in aumento e passa dalle 5048 richieste accolte nel 2021 a oltre 6200 del 2022, con le donne che sono quelle ad usufruirne di più. Un dato confortante viene dalla cassa integrazione, con un recupero del gap dei due anni Covid: da poco più di 500 mila ore nel 2019 si è passati a 300 mila ore nella provincia di Fermo.
In quanto a prestazioni pensionistiche, sono le donne a beneficiare maggiormente delle pensioni, numeri legati alla maggiore speranza di vita del sesso femminile: 25.719 quelle liquidate nel 2022 alle donne contro le 23.571 per gli uomini. L’importo medio annuo, però, è a favore del sesso maschile.
Ultimo dato, il reddito di cittadinanza, dove a Fermo sono 2639 le richieste fatte lo scorso anno ma solo 1546 accettate (circa il 59%), perlopiù donne.
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