di Marco Pagliariccio
La ricostruzione pubblica e privata nel presente, la rigenerazione del tessuto economico e sociale come sfida per il futuro. È il quadro entro il quale Ufficio speciale per la ricostruzione sisma e Regione si stanno muovendo per dare un futuro all’area del cratere, come rimarcato questa mattina durante la conferenza stampa tenutasi nel quartier generale dell’Usr di via Velluti per fare il punto della situazione a sette anni dal via di un iter che fatica a ingranare davvero le marce più alte.
A sottolineare i dati più significativi il presidente della Regione Francesco Acquaroli, il sottosegretario al ministero dell’Economia Lucia Albano, il commissario per la ricostruzione Guido Castelli e il direttore dell’Usr Marco Trovarelli, che hanno illustrato lo stato delle cose a una platea composta da buona parte di sindaci e amministratori delle aree colpite dal terremoto del 2016.
«Il numero che mi piace sottolineare è uno in particolare: il fatto che nel 2023 un ufficio come il nostro, composto da circa 350 persone, sia riuscito ad erogare contributi per oltre un miliardo di euro, con l’obiettivo di salire a 1,2 entro la fine dell’anno e fare ancora meglio nel 2024 – ha rimarcato Trovarelli – nella ricostruzione pubblica siamo ormai a un 65% degli interventi e 40% delle risorse necessarie già finanziati, mentre in quella privata siamo al 36% degli interventi e un 28% delle risorse. Il problema reale è questa discrepanza tra finanziato ed erogato: spesso ci sono le risorse, ma si fa fatica a partire davvero con la realizzazione delle opere. Negli anni abbiamo attraversato tanti problemi, molti dei quali li conosciamo tutti: dall’aumento delle materie prime alla pandemia e tutto il resto. Negli anni abbiamo però mantenuto sempre una linea di sobrietà istituzionale per non perdere la bussola: ora bisogna spingere sulla qualità degli interventi, con la sfida enorme di ridare vita ai nostri centri storici, che sono la culla della nostra cultura».
Non è però tutto oro quello che luccica. È vero che i 990,97 milioni di contributi erogati per la ricostruzione privata nel 2023 rappresentano quasi il doppio di quanto fatto in ognuno dei tre anni precedenti e che nel 2023 sono stati approvati ben 733 interventi di recupero in ambito pubblico (erano stati poco più di 800 nei precedenti tre anni), ma negli ultimi due anni le opere pubbliche concluse sono state in tutto solo 45, a fronte delle 47 del solo 2021, così come sono state 816 gli interventi privati portati a termine nel 2023, contro un tasso che non è mai sceso sotto quota 1.100 nei tre anni precedenti.
«Stiamo mettendo in campo uno sforzo enorme e voglio ringraziare tutti coloro che stanno contribuendo e che hanno contribuito negli anni passati – evidenzia Acquaroli – si sta iniziando a materializzare il grande sforzo fatto sulla ricostruzione privata, un segnale forte per le comunità, per chi vive ancora nelle sae. Inoltre stiamo iniziando a vedere gli effetti concreti del Pnrr e l’impatto che potrà avere un’opera di cui parliamo già da prima del sisma: la Pedemontana. Ma la vera sfida, oltre alle opere, sarà quella di una rigenerazione delle comunità. È chiaro che fra 3-4-5 anni, quando la ricostruzione sarà a buon punto, avremo un tessuto sociale ed economico stravolto rispetto a come era prima. Dobbiamo iniziare già da ora a ripensarlo guidando questo processo: Per questo già dalla settimana prossima avvieremo dei tavoli di confronto su queste tematiche».
Applaude il sottosegretario Albano e conferma l’attenzione del Governo alla questione entroterra. «Per la prima volta il ministro Fitto ha messo nero su bianco un Piano strategico per le aree interne, strumento che sarà cruciale per dare seguito a quanto prospettato da Acquaroli – evidenzia Albano – la ricostruzione ha cambiato passo con il suo arrivo alla guida della Regione nel 2020 e subito un’ulteriore accelerata col grande lavoro di Castelli in questi 10 mesi. Da parte nostra, ci stiamo impegnando sul fronte della manutenzione predittiva, ovvero interventi di adeguamento sismico e riqualificazione energetica di edifici pubblici».
L’enorme sfida della Pedemontana può essere il volano per un cambio di passo nel prossimo futuro.
«Abbiamo visto che effetto ha avuto il completamento della Ss77 a livello economico e sociale, siamo convinti che completare il collegamento veloce tra Fabriano e la Salaria possa avere un impatto analogo – dice Castelli – sul piatto ci sono 1,1 miliardi di euro per realizzarla, abbiamo fondi anche per un’opera di cui sentivo parlare quando ero bambino come il tratto Acquasanta-Quintodecimo. Ma ci sono tante alte sfide ancora da vincere.
La ricostruzione privata può continuare a correre se si riescono a presentare i progetti: ne mancano oltre 20 mila. In tal senso stiamo continuando a muoverci per sbloccare la situazione del superbonus 110 con gli istituti bancari: c’è un plafond crediti di 200 milioni dedicato presso il Monte dei Paschi, altri 100 con Banca Intesa e presto concluderemo un accordo per ulteriori 400 milioni con un’altra grande banca. Sburocratizzare gli iter è un’altra grande sfida: dal mio arrivo abbiamo modificato, ripulito e cesellato 83 decreti. E poi non dimentichiamo del NextAppennino: 214 milioni di euro per stimolare le imprese e produrre investimenti per oltre 500 milioni. Questa è la direzione in cui dobbiamo: non sostituirci al tessuto locale, ma stimolarlo dando i giusti strumenti».
Con l’occasione è stata anche inaugurata “Rinascendo. Il ritorno del luogo vivo”, raccolta di foto che immortalano scorci, opere e luoghi del cratere per punteggiarne il progressivo ritorno alla normalità. I pannelli fotografici saranno esposti proprio all’interno della sala conferenze dell’Ufficio ricostruzione.
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