Sciopero Cgil e Uil, la sferzata di Gabrielli a Salvini: «Non sopportano il dissenso» (Video)

FERMO - Alla manifestazione di questa mattina a piazzale Azzolino presente la segretaria nazionale Cgil, Maria Grazia Gabrielli. Critiche al governo e al ministro Salvini: «Oggi è importante più che mai difendere il diritto di sciopero. Sono allergici alla contrattazione».
Maria Grazia Gabrielli (segretaria nazionale Cgil) a Fermo

Maria Grazia Gabrielli

 

di Alessandro Luzi

Giornata di sciopero in tutta Italia. Quattro ore di stop, invece, per chi lavora nei settori interessati dalla precettazione. A Fermo le sigle sindacali Cgil e Uil si sono riunite questa mattina a piazzale Azzolino per contestare la bozza della legge di Bilancio 2024. È stata approvata il 16 ottobre dal Consiglio dei Ministri ed è stata presentata in Parlamento. Ai sindacati non è andata giù anche la precettazione adottata dal ministro dei trasporti, Matteo Salvini. «Altro che weekend lungo, forse non si è accorto che il mondo del lavoro è cambiato – non ci è andata per il sottile la segretaria nazionale Cgil, Maria Grazia Gabrielli, sul palco della manifestazione a Fermo – Ci sono migliaia di lavoratori che garantiscono i servizi anche di sabato e domenica. Tanti altri lavorano su più turni. Il vero tema è che il ministro Salvini non sopporta il dissenso e svuota il senso del confronto. Oggi è importante più che mai difendere il diritto di sciopero, offeso da questo governo. Sono allergici alla contrattazione. In questi mesi abbiamo chiesto e presentato proposte specifiche ma sono state tutte respinte. Hanno deciso di andare avanti da soli. Allora noi non ci fermeremo e proseguiremo con la nostra battaglia fino ai primi di dicembre perché vogliamo costruire un paese più equo, più giusto e solidale, in cui tutti possono studiare e curarsi». È tornata poi a pungere Salvini sulla legge Fornero: «Aveva promesso di smantellarla. Ora ci rendiamo conto che è una bugia colossale. È riuscito a peggiorare quella riforma, già durissima per i lavoratori e pensionati».

Gabrielli è entrata poi nel merito della manovra di bilancio, con uno sguardo allo scenario economico italiano. «Dopo tanto ottimismo sfrenato e mesi in cui gli esponenti del Governo hanno raccontato che l’Italia è tornata ad essere la locomotiva d’Europa, chiudiamo il 2023 senza una crescita. Non c’è nessun miracolo italiano. Piuttosto il miracolo continuano a farlo oltre 5 milioni di persone che vivono in condizioni di povertà assoluta. Tante addirittura rinunciano a curarsi perché non hanno i soldi necessari. Milioni di lavoratori da anni non vedono un rinnovo dei contratti nazionali. Le pensioni sono sempre meno adeguate al costo della vita. La sanità è sempre più carente, il diritto allo studio sempre meno garantito. Non c’è un piano sulla transizione energetica. L’emergenza salariale è evidente. Queste sono le emergenze su cui abbiamo chiesto al Governo di confrontarci. Perciò chiediamo un cambiamento radicale di questa legge di bilancio. Servono risposte concrete. Continuano a parlare di manovra espansiva ma facciamo fatica a rintracciare delle risposte positive in grado di dare un minimo di entusiasmo alle persone. Le promesse elettorali sono svanite».
Tra i tanti temi, è stata toccata anche la questione della sanità fermana. «Questa alternanza di direttori Ast crea un disagio evidente – ha esordito Luigi Emiliozzi, delegato Uil -. Il dottor Gilberto Gentili è stato costretto al pensionamento per via della Legge Fornero. Come lui se ne andranno molti medici e infermieri. La nuova riforma approvata dalla Regione andrà a peggiorare una situazione già precaria. L’ospedale di Fermo ricorre alle cooperative per garantire il servizio al Pronto Soccorso. C’è un nuovo presidio da inaugurare a Campiglione. L’altro in attesa di essere funzionale è ad Amandola. Recentemente anche il presidio di Montegiorgio è finito nell’occhio del ciclone. Il cambiamento dei direttori Ast rallenterà tutto. Questi stop non possiamo permetterceli».
Sul palco, davanti alle bandiere sventolanti della Cgil e della Uil sono saliti anche Simone Carducci (Metaltecs), Eleonora Clementi (Filcams), Giampiero Minnucci (pensionato), Maria Cristina Carlacchiani (Uil), Sabrina Brizzola (studentessa universitaria), Angelo Sabatino (Cgil Tod’s). Durante la manifestazione è stato osservato un minuto di silenzio per tutte le morti sul lavoro.

 


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