di Matteo Malaspina
Riduzione del numero dei dirigenti scolastici, accorpamento degli istituti e conseguente perdita di posti di lavoro per docenti e personale Ata: sono questi i temi che stanno tenendo banco all’interno del palazzo della Provincia di Fermo in questi giorni dopo che l’ufficio scolastico regionale (Usr) del Ministero dell’Istruzione ha imposto un tot di fusioni tra le scuole per effettuare un taglio al numero dei docenti.
«Il Ministero deve attuare una serie di tagli nelle annualità 2024/27 che devono essere portati avanti dalla Regione la quale, a differenza delle Province che sono un organo consultivo, ha potere decisionale. Per evitare delle riduzioni random senza avere la perfetta conoscenza delle situazioni nei territorio, tutte le province marchigiane di sono riunite cercando un accordo interno prima che la Regione decida – spiega la consigliera provinciale con delega alla programmazione della rete scolastica, Pisana Liberati -. Sin dall’inizio ci siamo imposti perché la provincia di Fermo, come quella di Ascoli, già in passato è stato soggetta a tagli e andare a proporre ulteriori riduzioni non ci sembrava una cosa ricevibile. Obtorto collo, però, qualcosa andava fatto e abbiamo preso come criterio quello del sottodimensionamento del liceo artistico ”Preziotti-Licini” e proposto di accorparlo con il liceo classico ”Annibal Caro”».
Un’unione tra i due istituti storici fermani che, comunque, manterranno il nome che diventerà ”Liceo Annibal Caro – Preziotti Licini” perché «non vogliamo che si vengano a perdere l’identità e la storia» sottolinea Liberati. E di fatto, a livello di dirigenze, non si andrebbe a perdere niente visto che al Classico c’è una reggenza dopo la scomparsa del preside Ferracuti.
«Altro accorpamento verrà fatto tra il Cpia (Centro che organizza corsi di lingua per stranieri e consegna i diplomi di terza media agli adulti) e l’Itet ”Carducci-Galilei”. Si era discusso di spostare i centri di Ascoli e di Fermo a Macerata ma non volevamo assolutamente perdere una scuola della provincia e così abbiamo deciso di unirlo all’Itet perché ha una propensione ad una formazione per adulti di secondo livello e si trova fisicamente all’interno del ”Carducci Galilei” – continua la consigliera -. Trovate queste soluzioni, le abbiamo proposte al Ministero che ci ha già dato l’ok. Ora la palla passa alla Regione che riceverà da noi il verbale con le indicazioni, e dovrà confermare il tutto entro il 30 novembre».
Il problema più grande resta però la perdita di posti di lavoro che indubbiamente ci sarà, sia per il personale docenti che per quello Ata (amministrazione, collaboratori scolastici ecc.). I giorni scorsi in Provincia si è tenuto un incontro con i dirigenti scolastici e i sindacati, i quali «non sono stati oppositivi e hanno capito che è l’unica strada percorribile, contando che come Provincia, ripeto, non abbiamo potere decisionale e le indicazioni arrivano dal Governo» conclude Liberati.
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