di Matteo Malaspina
«Ieri ho assistito all’illustrazione dell’assessore regionale Baldelli del piano Infrastrutture 2032 e debbo dire che, considerando l’analisi fatta in maniera equilibrata, non possiamo non accogliere in maniera positiva il documento». Commenta così il presidente di Confindustria Fermo, Fabrizio Luciani l’incontro avuto ieri a Fermo tra i sindaci del territorio e le associazioni di categoria dove sono state illustrate nel dettaglio le infrastrutture nel Fermano contenute nel Piano redatto dalla Regione Marche.
«Favorevole perché, innanzitutto, sono stati stanziati soldi veri, ben 54 milioni dal bilancio regionale. In secondo luogo, perché le vie di comunicazione accessorie dovrebbero essere completate in tempi brevi, entro il 2027. Parliamo del collegamento tra il casello di Porto Sant’Elpidio e l’ospedale di Campiglione, passando dal ponte sul fiume Tenna, dalla rotonda che si ricongiunge con la nuova rotonda e tutto il Lungotenna fino ad arrivare alla nuova bretella – continua Luciani -. Rimane la falla da Campiglione a Servigliano ma hanno detto che ci stanno lavorando per vedere se possono attingere ad alcuni fondi in qualche cassetto sparso in Europa e quel tratto potrebbe essere finanziato a breve».
A14 – Sulla questione autostrada, il presidente ha una visione piuttosto pragmatica e che non lascia spazio ad interpretazioni. «Un conto sono i desideri, un conto sono le cose concrete che portano benefici nel più breve tempo possibile, con costi più accettabili. Non va bene desiderare opere faraoniche con costi che si demandano al futuro: fermiamo questo circolo che poi lascia solo debiti alle generazioni future – commenta Luciani -. Sono d’accordo con Acquaroli che propone una terza corsia sul piano attuale da Porto Sant’Elpidio a Pedaso e, da Pedaso a Porto D’Ascoli, tre corsie nuove verso sud con una vicinanza ristretta con l’attuale carreggiata. Sull’autostrada si sono espressi sia l’Abruzzo che il Molise che vogliono la terza corsia nell’autostrada in uso, quindi è inutile fissarsi su una nuova infrastruttura per un breve tratto e che non vedremo mai nemmeno in fase progettuale per i prossimi 20 anni».
«Da imprenditori dobbiamo essere pratici e dobbiamo accogliere con piacere questa soluzione perché, così facendo, nel 2032 potremmo avere già i cantieri aperti mentre invece con l’arretramento e una nuova autostrada, per quella data forse non vedremo nemmeno l’inizio di un progetto – continua il presidente fermano di Confindustria -. Senza contare che il tratto di A14 dalla Romagna fino alla Puglia è di una bellezza unica, con paesaggi incredibili di cui anche il turista può beneficiare. Perché spostarla per dei capricci o per dei punti interrogativi?»
MARE-MONTI – Una segnalazione che Luciani ha espresso ieri all’assessore Baldelli è che Fermo è l’unica provincia senza una Mare-Monti: «Lavoriamo sulle vie accessorie per far sì che ci sia una mobilità fruibile e fluida. Creiamo una Mare-Monti che dal porto conduca verso l’interno (Comunanza, Amandola) ed ecco che avremo costruito un sistema viario efficiente, proiettato al futuro, con una viabilità che in 20 minuti ci porti all’interno. Ne usufruirebbe in maniera positiva tutto il tessuto economico e sfruttiamo la ferrovia attuale per fare la metropolitana di superficie per mobilitare gli amanti di cicloturismo».
Un modo di ragionare che il presidente dice «attento all’ambiente, alla sostenibilità, dove non ci sono opere che impattano in maniera forte e con beneficio al tessuto economico».
FERROVIA – L’ultima riflessione Luciani la fa sulla ferrovia, partendo dal presupposto che le auto in futuro saranno sempre di meno e che le merci viaggeranno sull’alta velocità della ferrovia. «Bisogna essere lucidi per far sì che la nuova ferrovia venga sposata, implementata con l’alta velocità e creando un percorso da nord fino a sud lungo la costa adriatica per intercettare le nuove direttrici delle merci che arrivano dal Nord Africa, con treni lunghi 8km ad alto contenuto di merci su cui transiteranno anche i passeggeri. Questa è la giusta visione del nuovo piano infrastrutturale».
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