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Carabinieri e Soroptimist insieme contro la violenza di genere, dalla “stanza tutta per sé” al kit specifico

FERMO - Come ogni anno, la Caserma di via A. Beni è stata illuminata da fasci di luce arancione, un’iniziativa di sensibilizzazione che rientra nella campagna “Orange the World” promossa da UN-Women e dal Soroptimist International Club; un messaggio alla cittadinanza volto a ricordare l’attualità della tematica della violenza di genere, illuminando la sede istituzionale dalla quale inizia un percorso legale, con un’opera di accoglienza, assistenza e protezione, per la ricostruzione della persona

In occasione della “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”, ricorrenza istituita nel 1999 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, i Carabinieri del Comando Provinciale di Fermo, con in testa il comandante provinciale, col. Gino Domenico Troiani e gli ufficiali e sottufficiali della sede, e l’associazione del “Soroptimist International Italia – Fermo” rappresentata dalla presidente Antonella Romagnoli, hanno organizzato un incontro finalizzato a rinsaldare i rapporti di collaborazione con l’obiettivo di pianificare, attraverso incontri e iniziative sul territorio, un’opera di sensibilizzazione, affrontando il fenomeno anche sotto il profilo psicologico e culturale a tutela delle vittime e potenziali vittime di violenza.

Come ogni anno, la Caserma di via A. Beni è stata illuminata da fasci di luce arancione, un’iniziativa di sensibilizzazione che rientra nella campagna “Orange the World” promossa da UN-Women e dal Soroptimist International Club; un messaggio alla cittadinanza volto a ricordare l’attualità della tematica della violenza di genere, illuminando la sede istituzionale dalla quale inizia un percorso legale, con un’opera di accoglienza, assistenza e protezione, per la ricostruzione della persona. Il colore arancione è quello scelto per identificare le iniziative e le azioni di sensibilizzazione che dureranno fino al 10 dicembre con l’ultima giornata dedicata ai Diritti Umani.

Data, quest’ultima, scelta per ricordare la proclamazione da parte dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite della Dichiarazione universale dei diritti umani, il 10 dicembre 1948. Da molti anni l’Associazione Soroptimist International d’Italia collabora con l’Arma dei Carabinieri con progetti volti ad incoraggiare le donne vittime di violenza a rivolgersi alle Forze dell’Ordine, sostenendole nel delicato momento della denuncia. In particolare il progetto “una stanza tutta per sé”, avviato nel 2015 con l’accordo siglato con il Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri, ad oggi conta 160 stanze dedicate all’interno delle Caserme dell’Arma, pronte ad accogliere le vittime nel momento della denuncia, passaggio necessario nel percorso verso la ricostruzione di rispetto e dignità della propria persona. Il progetto è visualizzabile attraverso una mappa interattiva a questo indirizzo web, dove sono riportati gli elementi necessari riguardanti la localizzazione e la tipologia delle stanze.

Anche presso la Caserma dei Carabinieri di Fermo è in funzione una stanza dedicata creata e arredata con il prezioso sostegno della “Soroptimist International Italia – Fermo”, inaugurata il 27 maggio 2017 e completamente compiuta dai ragazzi provenienti dalle scuole per Operatore Meccanico e Operatore del Legno di Pié di Ripa e Recanati. Da allora le vittime degli odiosi abusi hanno una “stanza tutta per sé”, apposito ambiente nella caserma dei Carabinieri dedicato all’ascolto protetto dei reati di violenza di genere, dove è presente un arredo che tiene conto della psicologia dei colori e delle immagini sul comportamento umano. Qui, le vittime di violenze, sentendosi in un luogo protetto e accogliente, possono meglio aprirsi e raccontare quanto accaduto, vivendo un rapporto meno traumatico con gli investigatori. Il progetto è stato ampliato con la dotazione di un kit informatico portatile, da utilizzare dai Carabinieri in quei casi in cui risulta preferibile raccogliere la testimonianza in un luogo differente da quello istituzionale. «Sono ancora attuali e presenti, nella nostra società, fatti, più e meno gravi, legati alla violenza di genere e l’attenzione dell’Arma nel contrasto a tali fenomeni è – rimarcano i Carabinieri – altissima ed orientata a promuovere specifiche iniziative dedicate al tema (tra cui un percorso informativo via web dedicato sul sito dell’Arma dei Carabinieri consultabile a questo link) anche con riferimento alla continua specifica formazione del personale. L’impegno alla sensibilizzazione, operato con progetti come questo, permette di avere, su differenti linee, un fronte comune volto alla costruzione di una nuova consapevolezza da parte di tutte quelle persone vittime di violenza».

Tra le novità anche il “Mobile Angel”, un dispositivo indossabile per la protezione delle donne in pericolo, che nasce dalla collaborazione tra l’Arma dei Carabinieri, Fondazione Vodafone Italia e Soroptimist International d’Italia. Il progetto pilota ha previsto – a Milano, Napoli, Torino ed Ivrea – la consegna di un device a 50 donne, vittime di maltrattamenti. Il suo funzionamento risponde alle esigenze di immediatezza tipiche di una situazione di rischio: attraverso la semplice pressione di un tasto è possibile inoltrare una richiesta di intervento alla Centrale Operativa dei Carabinieri, che in quel frangente può avvalersi del sistema di localizzazione in tempo reale per fornire tempestivo supporto. Una tecnologia capace di accrescere la percezione di sicurezza da parte delle vittime di violenza di genere e svolgere una funzione deterrente verso gli aggressori.

«Oggi, 25 novembre, ci riuniamo con un misto di tristezza e determinazione per dare avvio alla nostra campagna mondiale “Orange the World”, promossa dall’Onu, da UN Women e dalla nostra federazione europea, attraverso – puntualizza la presidente Antonella Romagnoli – l’accensione di luci arancione per illuminare i luoghi simbolo della città. “Orange the World” è una campagna globale volta a sensibilizzare e ad agire contro la violenza di genere. Il colore arancione è simbolico: rappresenta un futuro più luminoso e privo di violenza per le donne e le ragazze in tutto il mondo. È un’iniziativa che assume un significato ancor più profondo alla luce degli eventi recenti che hanno sconvolto le nostre coscienze. L’uccisione di Giulia Cecchettin è un tragico promemoria delle sfide inaccettabili che dobbiamo affrontare nella lotta contro la violenza di genere. Come presidente del Soroptimist Club di Fermo, mi sento chiamata a guidare la nostra associazione nell’azione e nella riflessione, con la ferma convinzione che possiamo e dobbiamo fare di più. Giulia Cecchettin non dovrebbe essere solo un simbolo di tragedia, ma piuttosto un simbolo di cambiamento. Il suo ricordo deve essere un incentivo per agire, per lavorare insieme e per educare le generazioni future affinché non siano mai vittime né perpetratori di violenza di genere. Il nostro club, attraverso iniziative come la creazione della “stanza tutta per sé” nel 2016 e la recente donazione ai Carabinieri del “kit valigetta pc portatile” per raccogliere testimonianze video ed audio sul posto delle vittime di violenza, si impegna ad essere ancora più presente e attivo. Intensificheremo le nostre attività e avvieremo iniziative più incisive per sensibilizzare i giovani su queste tematiche cruciali. Vogliamo promuovere una cultura dell’uguaglianza, dell’empatia e del rispetto reciproco, offrendo strumenti e supporto per sviluppare una mentalità che respinga la violenza in ogni sua forma. Per raggiungere questi obiettivi, intendiamo lavorare a stretto contatto con istituzioni, scuole, famiglie e altre organizzazioni della comunità. Vogliamo implementare programmi educativi mirati, workshop interattivi ed eventi che coinvolgano attivamente i giovani, promuovendo l’educazione all’affettività e la consapevolezza sulle dinamiche della violenza di genere. Proprio con questi obiettivi – continua la presidente – già dallo scorso anno scorso abbiamo avviato una collaborazione con l’Iti di Fermo per sensibilizzare i ragazzi sull’importanza di riconoscere precocemente i segnali di una relazione tossica attraverso la nostra iniziativa europea “Read the Signs”. Quest’anno, questa collaborazione si rinnova con un’iniziativa indirizzata, come affermato dalla prof.ssa Parrino, “agli studenti di oggi e di domani che reagiscono a soprusi, violenze e negazione dei diritti nei confronti delle donne“. Questa nostra iniziativa che coinvolgerà alcune classi dell’Iti Montanti e per la cui realizzazione ringrazio la preside Scatasta, la vicepreside Pennacchietti e le professoresse Parrino e Malaspina, la Cooperativa On The Road, la psicologa della Casa Rifugio- Cav Percorsi Donna della Provincia di Fermo, Brugnolini, la Cisl Pensionati e per l’Arma dei Carabinieri il tenente Massimiliano Del Moro, vuole essere un momento di incontro e dialogo con i ragazzi, focalizzato sull’importanza di riconoscere segnali di relazioni tossiche e sui percorsi di supporto per chi decide di denunciare. Riconosciamo che il nostro contributo è modesto e comprendiamo che il cammino verso il cambiamento non sarà facile né rapido. Tuttavia, crediamo fermamente che insieme possiamo fare la differenza, giorno dopo giorno, attraverso azioni concrete e una volontà collettiva di cambiamento. Oggi, ci impegniamo a onorare la memoria di Giulia e di tutte le donne vittime di violenza di genere, agendo con passione, determinazione e coraggio. Sono convinta che, lavorando insieme, possiamo costruire un futuro in cui ogni individuo possa vivere senza paura e con dignità».

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