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«Arretramento A14 e ferrovia, puntare sui collegamenti tra montagna e costa» L’analisi di Lucci

FERMO - «Resta il punto focale e l'auspicio di mantenere acceso il dibattito territoriale per cercare di ottenere più infrastrutture e non accontentarsi, perché il Fermano tra denatalità, diminuzione delle attività industriali/artigianali e depopolamento della montagna rischia solo di perdere ulteriore “strada” dai territori economicamente più avanzati. Sfruttare l'arretramento della ferrovia e dell'A14 potrebbe essere il metodo più veloce per avvicinare la montagna ai servizi. Urge aprire tavoli di progettazione e condivisione intercomunali e avere più soluzioni sulla carta per arrivare alla migliore decisione nel più breve tempo possibile»

Nicola Lucci

«Stimolato  dagli interventi susseguitesi in questi giorni sulle testate locali, mi urge ribadire e sottolineare alcune tematiche riguardo il modello di crescita delle infrastrutture di trasporto, che ritengo di fondamentale importanza per il futuro del territorio della provincia di Fermo». Così, in una nota stampa, il consigliere comunale di Fermo, Nicola Lucci.

«Lo sblocco dei voli interni giornalieri da Ancona per Milano, Roma e Napoli, sono un ottimo punto di partenza per  favorire non solo il turismo, ma anche stimolare la crescita delle aziende e facilitare i viaggi business nelle città più importanti italiane ed europee. Se l’hub dei veicoli aerei non può essere che Falconara, per posizione centrale e baricentrica, l’aspetto riguardante la ferrovia lascia intendere che c’è tutta la volontà politica non solo italiana, ma anche europea, di aumentare il servizio su rotaia come funzione strategica sia per il trasporto passeggeri che per il trasporto merci. Tale obiettivo dovrà essere raggiunto con la creazione di una dorsale adriatica di Alta Velocità che come previsto per la città di Pesaro, dovrà probabilmente arretrare rispetto alla posizione attuale, visto la strettezza in senso fisico e l’arretratezza strutturale dell’attuale tracciato ferroviario. Su questo si è in attesa dei documenti di fattibilità delle alternative progettuali del ministero che dovrebbero essere pronti per fine 2023. Arretramento ferroviario facilitato in quasi tutte le province marchigiane, meno che nella nostra vista l’assenza di una ferrovia orizzontale di collegamento con l’interno. Se per il trasporto aereo e ferroviario, il Fermano rientra in un discorso di insieme di sviluppo nazionale/regionale, non certo si può dire lo stesso per quanto riguarda l’aspetto viario stradale. La creazione della terza corsia autostradale sull’attuale sede, non porta nessun vantaggio competitivo diretto al territorio fermano. Ciò che è più importante  è un tracciato di congiunzione tra la montagna e il mare, e non tra Porto Sant’Elpidio e Pedaso. E’ importante che come territorio si debba fare squadra per raggiungere l’obiettivo di recuperare questa grave carenza, attraverso la richiesta di un’alternativa progettuale, come già previsto dalle norme e coinvolgere i cittadini nel processo decisionale, passaggio normato anch’esso dalle regolamentazioni progettuali».

«Un’alternativa progettuale può essere l’arretramento dell’autostrada in combinazione con l’alta velocità ferroviaria, permettendo così di avvicinare la montagna alle grandi vie di comunicazione e contemporaneamente collegarsi con la bretella del Lungotenna (una parte già finanziata)  e contemporaneamente alleggerire il traffico costiero. Resta il punto focale e l’auspicio di mantenere acceso il dibattito territoriale per cercare di ottenere più infrastrutture e non accontentarsi, perché il Fermano tra denatalità, diminuzione delle attività industriali/artigianali e spopolamento della montagna rischia solo di perdere ulteriore “strada” dai territori economicamente più avanzati. Sfruttare l’arretramento della ferrovia e dell’A14 potrebbe essere il metodo più veloce per avvicinare la montagna ai servizi. Urge aprire tavoli di progettazione e condivisione intercomunali e avere più soluzioni sulla carta per arrivare alla migliore decisione nel più breve tempo possibile. Non vorrei mai lasciare ai miei figli un territorio strutturalmente rimasto al 1955, ma a ben pensarci però, almeno fino a quell’anno il treno Amandola – Porto San Giorgio esisteva, “soluzione green e sostenibile”».



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