di Francesco Silla
Questa mattina, presso la sala consiliare del comune di Belmonte Piceno, si è tenuta la conferenza stampa di lancio del progetto Smart Village. Un progetto di cui negli scorsi anni si era già parlato e che dopo la ricerca, arriva alla fase di sperimentazione, e che ha visto la collaborazione di Monte Vidon Corrado, Belmonte Piceno, Servigliano, Montegiorgio, Massa Fermana, Falerone, Montappone, Mogliano, Monteleone di Fermo, Ortezzano, Petriolo, Comuni rappresentati questa mattina in conferenza stampa da diversi sindaci e amministratori, ed il coordinamento dell’Università Politecnica delle Marche, dell’Ambito Territoriale Sociale XIX, dell’Inrca, del Gal Fermano, dei medici di medicina generale e dell’Ast di Fermo.
«Un progetto nato sette anni fa. Smart Village è tecnologia al servizio dei cittadini. È un sistema per migliorare la qualità della vita dei cittadini. Tutto questo grazie a partner come l’ambito 19, il Gal e un’unione di sindaci – ha spiegato il sindaco di Belmonte Piceno, Ivano Bacioni – È un punto di partenza, un sistema da implementare e migliorare nei prossimi mesi di sperimentazione».
Una sperimentazione che partirà a breve nelle sedi adibite ed individuate dai Comuni partecipanti, come quella presentata oggi a Belmonte.
«Parliamo di più di 150 persone per il quale è stato predisposto un sistema differenziato di monitoraggio. Questo serve non solo nell’ambito medico ma anche in quello sociale. Smart Village è soprattutto un intervento sociale e globale sulle persone» ha aggiunto, durante la conferenza, il sindaco di Monte Vidon Corrado, Giuseppe Forti.
Alessandro Ranieri, dell’Ambito 19 è poi entrato più nello specifico: «Abbiamo mosso i primi passi da una sollecitazione partita dai sindaci. Siamo stati coinvolti come ambito insieme al’Inrca, all’Ast di Fermo, rappresentata questa mattina dal direttore sanitario, Simona Bianchi, e al Gal. Sono state fatte tante sperimentazioni in questi anni. Smart Village si propone di unire socialità, digitalizzazione e controllo. Abbiamo messo in piedi una sperimentazione con fondi nostri. Ci sarà un effetto moltiplicatore, che ci porta ad aggiungere altri progetti ed ampliare i nostri obiettivi. Questo è dovuto al Pnrr e alle finalità ad esso legate. Questo vorrà poi essere un modello che diventa strutturale attraverso l’attrazione di nuovi fondi».
Per il dott. Fermani «sono molti i punti di sviluppo. Questi laboratori servono ad inserire nuove tecnologie. Attraverso i Gal si cerca di estendersi a livello territoriale. Inizieremo poi una collaborazione con l’ospedale di Fermo per la deospedalizzazione di alcuni pazienti che attraverso queste tecnologie possono essere seguiti a casa. Queste sono solo alcune linee che il progetto Smart Village porterà avanti».
Agnese Brunzini, dell’Università Politecnica delle Marche ha poi spiegato come si sta svolgendo lo screening: «Gli utenti vengono “arruolati” attraverso una fase di screening, in cui vengono svolte cinque visite ad utente. Sulla base di queste visite vengono personalizzati i kit. Gli utenti vengono poi formati sull’utilizzo delle nuove tecnologie. Questo laboratorio serve proprio a questo. Qui gli utenti iniziano a prendere manualità con le tecnologie che poi avranno a casa».
Tecnologie implementate dal Exprivia, partner tecnico del progetto: «Siamo sul territorio con vari progetti. Il focus principale è la deospedalizzazione e il supporto per gli anziani. Dobbiamo portare questi sistemi nelle case delle persone – Spiega il dott. Melone -Ma non ci dobbiamo fermare alla deospedalizzazione e seguire gli utenti in un percorso che fonde l’ambito medico e sociale» a cui seguono le considerazioni del dott. Scendoni: «Ricordiamo che è ancora un progetto di ricerca. Dobbiamo trovare il modo di adattarlo al territorio. Un progetto per una medicina predittiva e di iniziativa. Dobbiamo intercettare non il paziente ma la persona. Non dobbiamo arrivare al paziente quanto il problema già c’è».
Rocco Corrado, coordinatore Gal ha poi spiegato come il progetto si estenderà nel territorio marchigiano: «Sposa gli obiettivi del Gal. Un progetto che nasce dal territorio e che abbiamo sostenuto. Vogliamo ampliare il territorio di applicazione, allargandoci verso i Comuni del cratere attraverso gli altri Gal, e quindi replicare questo modello, che nel Fermano ha funzionato, anche in altri territori della regione. L’idea è quindi di allargare la rete e di mettere a sistema le nostre risorse e quelle dei Gal interessati a cooperare». Dopo la discussione è seguita una dimostrazione pratica di alcune tecnologie presenti nell’hub di Belmonte, e che saranno utilizzare per formare gli utenti selezionati.
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