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Vittorio Sgarbi inaugura la mostra su Ligabue e Pende: «Uniti dall’adorazione per la natura» (Le Foto)

FERMO - Il sottosegretario alla Cultura e critico d'arte, curatore della mostra: «Li unisce l'adorazione per la natura, sono capaci di condurci altrove, a qualcosa che solo apparentemente è realtà. Un'arte che non ha volontà di stupire e non è un'arte costruita, ma profonda ed intensa verità interiore. Sono questi i motivi delle due esposizioni in contemporanea: la loro grandezza è nella semplicità delle opere le quali si pongono senza tempo, senza cronologia»

di Laura Cutini

In un Teatro dell’Aquila di Fermo gremito in ogni ordine e grado, è stata presentata ieri pomeriggio la mostra allestita presso il Palazzo dei Priori di Fermo, visitabile dal 6 dicembre al 5 maggio 2024 e dedicata a due pittori fondamentali  del ‘900 artistico italiano: Antonio Ligabue e Giuseppe Pende.

E’ al sindaco di Fermo Paolo Calcinaro che viene dato incarico del saluto di apertura, dopo la presentazione degli ospiti sul palco, tra cui il curatore della mostra, il Sottosegretario alla Cultura, Vittorio Sgarbi: «E’ emozionante vedere un teatro così pieno in un martedì pomeriggio uggioso – chiosa il sindaco di Fermo, Calcinaro – per la cultura della nostra città e per la passione e la grandissima competenza del professor Sgarbi, che ringrazio per essere qui di nuovo a distanza di un anno a nome di tutti noi. Non è facile cercare di far diventare Fermo sempre più attraente per il turismo, però questa strada che abbiamo intrapreso è quella giusta, cioè quella di far sapere che qui ogni anno si può trovare una mostra capace di stupire, di portata nazionale. Questo è un vanto per noi fermani e per tutto il territorio».

A seguire il prefetto Michele Rocchegiani, non ha potuto che ribadire i medesimi motivi di orgoglio per una città, la quale viene posta sotto le luci della ribalta nazionale. Il saluto ha offerto al prefetto uno spunto per i ringraziamenti agli sponsor ed all’ospite la cui la presenza illustre diventa motivo di vanto per tutta la provincia: «Rivolgo un saluto ai curatori e agli organizzatori della mostra e a quanti hanno contribuito alla sua realizzazione. La nostra provincia e regione sono scrigno di tesori d’arte – afferma il prefetto di Fermo –  sono iniziative come queste a favorire interazioni fra diverse espressioni artistiche ed a far emergere nuovi spunti di riflessione ed anche a stimolare nuovi momenti di confronto. Grazie per aver scelto Fermo quale scenario di questa iniziativa e grazie al sottosegretario e al suo staff per la presenza  qui con noi, grazie davvero di cuore».

Torna dunque a Fermo il “Tempo delle mostre”, si intitola così il secondo atto di una nuova rassegna, dopo la prima esposizione che ha avuto luogo proprio un anno fa, dedicata ai “Pittori della realtà” curata anche allora dal professor Sgarbi, mentre stavolta sono “Spiriti selvaggi, Antonio Ligabue e l’eterna caccia” e “Giuseppe Pende. Realtà, sogno e visione” a occupare gli spazi del Palazzo dei Priori, allestito fino a maggio con le opere dei due artisti del Novecento. Il primo, Antonio Ligabue, più conosciuto in ambito nazionale e internazionale, sembra trasmettere tutto il suo malessere nella pittura: descrive un mondo naturale riflettendo in esso però tutta la sua interiorità: affida alle opere l’espiazione dalla rabbia e dalla sofferenza che si porta addosso per tutta la vita. Giuseppe Pende invece, personalità poliedrica e coinvolgente come molti raccontano, sportivo e uomo di grande cultura, è stato scultore e pianista meno noto al pubblico nazionale, ma amatissimo professore di disegno dal vero, presso l’Istituto d’Arte “Preziotti”, approdato nel Fermano dopo la guerra e la deportazione in un campo di concentramento. «Siamo riusciti a raddoppiare l’appuntamento con i grandi eventi espositivi e a far brillare un faro che avevamo voluto accendere sull’arte contemporanea in una città che obiettivamente deve tantissimo alla sua storia ed ai lustri del proprio passato – spiega, a seguire l’assessore alla cultura Micol Lanzidei   Il titolo che abbiamo dato al progetto che unisce questi due grandi artisti è “Il tempo delle mostre”, ed è proprio il tempo la chiave che costituisce tutti i segmenti della nostra vita, che forse dovremmo dedicare più alle cose belle e vere. Il tempo di Fermo è anche il tempo della storia, che lascia il segno. Come Comune abbiamo puntato tantissimo su questo argomento. Oggi facciamo l’ennesimo salto nel tempo, per il secondo anno consecutivo. Abbiamo avuto il coraggio di investire in un periodo dell’anno in cui è davvero difficile attirare le persone in un progetto così grande, invitandole ad emozionarsi insieme a noi».

 Ecco allora che iniziano ad emergere, raccontate da parte di chi ha avuto modo di conoscere gli artisti in vita, le due grandi personalità espressive e le caratteristiche umane di Pende e Ligabue. Il primo, artista puro e multi-potenziale, professore di disegno dal vero, era un maestro di vita e di umanità: adorava gli impressionisti, cercava di trasmettere generosamente il suo sapere agli altri usando i pastelli, passeggiava raccogliendo da terra tutto ciò che attirava la sua attenzione, materiali di ogni tipo per disegnare, che teneva a scuola e mostrava a tutti come un vero tesoro. Un uomo virile, sempre dalla parte dei più deboli, come racconta un suo ex alunno e collega. Il secondo, la cui malattia ed angoscia per la vita sono state amplificate nelle varie biografie, era un uomo sofferente di dolori comuni: il disagio psichico ha accompagnato tutta la sua esistenza, ed emerge nelle sue opere l’inquietudine che sceglieva di manifestare, senza nascondersi. Nei suoi dipinti c’è tutta la sua personale lotta per la vita in un mondo selvaggio ed incapace di accoglierlo. Ogni spaccato di quotidianità rappresentato, rivela la sua ambiguità e la sua ansia nei confronti dell’esistenza stessa. E’ in chiusura di presentazione però che l’autorevole curatore della mostra, il Sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi, dà ampia spiegazione delle personalità dei due personaggi, offrendo una vera e propria lezione di storia dell’arte al pubblico presente in teatro, e spiegando anche nel dettaglio l’essenza vera delle opere in mostra ed i motivi stessi che hanno portato alla scelta dei due artisti contemporanei: «E’ la loro, una sorta di controarte contemporanea. L’idea è nata con degli amici di Fermo, parlando con il sindaco Calcinaro. Questa poteva essere la città in cui continuare a mostrare opere con componente popolare e di avanguardia allo stesso tempo, così come è stato fatto un anno fa con la mostra sui “Pittori della realtà”  – spiega con dovizia di particolari il professor Sgarbi –  Ligabue non può essere catalogato, è un richiamo forte, un artista vero, autentico, vicino. Pende è riservato, all’opposto ed è un visionario della natura. I suoi uomini nei quadri sono piccoli, mentre la natura sempre grande e maestosa, un sognatore che punta a Dio. Aveva qui il suo piccolo mondo, semplice ed è rimasto uno sconosciuto, un mistico perfettamente in contrasto con Ligabue, conosciuto e riconosciuto, amato dal popolo. Li unisce l’adorazione per la natura, sono capaci di condurci altrove, a qualcosa che solo apparentemente è realtà. Un’arte che non ha volontà di stupire e non è un’arte costruita, ma profonda e intensa, verità interiore. Sono questi i motivi delle due esposizioni in contemporanea: la loro grandezza è nella semplicità delle opere le quali si pongono senza tempo, senza cronologia». 

 


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