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“Scarpe rosse, quando il design diventa simbolo”, la mostra dei calzaturieri di Confindustria contro la violenza sulle donne

PORTO SANT'ELPIDIO - Inaugurata questa mattina la mostra che parte da Porto Sant’Elpidio ma che, come spiega Confindustria «può divenire itinerante nei Comuni della regione, se gli amministratori vogliono»

di Maikol Di Stefano

“Scarpe rosse, quando il design diventa simbolo”, ovvero una mostra per testimoniare la vicinanza dei calzaturieri al mondo femminile. L’esposizione, voluta dai calzaturieri marchigiani e del Fermano di Confindustria per testimoniare concretamente il loro no alla violenza contro le donne, è stata presentata stamane a Porto Sant’Elpidio, più precisamente al polo culturale Beniamino Gigli. E lì resterà fino a dopo l’epifania. Protagoniste, ovviamente, le scarpe. Rigorosamente rosse.

Ad aprire l’inaugurazione il presidente della sezione calzature di Confindustria Fermo, Valentino Fenni. «Con questa mostra vogliamo mettere in evidenza le eccellenze produttive, con un forte significato sociale. Nel mondo calzaturiero i numeri ci parlano di un rapporto sostanzialmente in equilibrio tra generi. Le donne stanno mostrando una grande capacità imprenditoriale». Un’apertura seguita dall’intervento del padrone di casa, il sindaco Massimiliano Ciarpella: «Un’iniziativa come questa va vissuta nella sua totalità. Oltre che dire grazie a Confindustria, la quale ha scelto la nostra città e il Gigli come location per accendere un faro su una simile tematica – spiega il primo cittadino – il mio ringraziamento va a chi promuove una cultura che avvicina e non divide, perché su questo dobbiamo puntare. La nostra tradizione calzaturiera è perfetta per dare spazio a questa mostra, oltretutto su un tema assolutamente attuale e che non va mai dimenticato».

L’evento è stato promosso da Confindustria Fermo, in collaborazione col Comune di Porto Sant’Elpidio, la Regione Marche, la Provincia di Fermo e la Commissione alle pari opportunità della Provincia di Fermo. «Nel 2021 la filiera pelle e calzature contava 141 mila addetti, 72 mila gli uomini, 69 mila le donne. Un dato che ci porta anche a riscontrare come nelle nostre realtà abbiamo una contrattualistica identica tra i due sessi – spiega Caterina Leombruni, vicepresidente sezione calzature Confindustria Fermo – Quello che è diverso, ad oggi, è la ripartizione fra le mansioni. Se sul lato degli operai siamo uguali, quando si parla a livello dirigenziale c’è una predominanza ancora degli uomini nelle cariche all’interno delle aziende. Su questo dobbiamo lavorare».

Un impegno oggi sostenuto anche dalla Commissione pari opportunità della Provincia di Fermo. «Porto la voce di tanti Comuni e di tante realtà che operano in questo campo, in cui c’è sempre ancora molto da fare. La nostra iniziativa “Sulla strada del rispetto” è il filo conduttore che conduce ad avere una vera parità e legalità». È il pensiero di Francesca Palma, presidente della commissione, che poi si rivolge agli studenti dell’Ipsia Ricci di Fermo, presenti al Gigli: «Avere studenti in questa occasione, al fianco di forze economiche vitali, è un ottimo segnale. Vedere giovani imprenditrici che hanno creato e continuano a creare ricchezza, fa ben sperare. La scarpa rossa è un simbolo e i simboli servono perché diffondono un messaggio e fanno capire che c’è tanto da fare per acquisire modalità di vita adeguate».

Le scarpe rosse, così come la panchina rossa, sono divenute simboli della lotta contro le violenze sul genere femminile. Un tema purtroppo alla ribalta a livello nazionale dopo gli ultimi casi di femminicidio che hanno sconvolto l’opinione pubblica. «Il 25 novembre è una giornata mondiale, istituita per ricordare tre donne messicane trucidate. Oggi voi avete scelto una mostra di scarpe, proprio perché rappresentate questo mondo. Il primo allestimento avvenne nel 2013 con una piazza riempita di scarpe rosse, simbolo della passione, ma purtroppo anche del dolore e della morte – spiega Maria Laura Vitturini, presidente CpO della Regione Marche – Le scarpe vuote rappresentano le vittime di violenza che non ci sono più».

Una mostra che parte da Porto Sant’Elpidio ma che, come spiega Confindustria «può divenire itinerante nei Comuni della regione, se gli amministratori vogliono». In chiusura è arrivato anche l’intervento di Sara Cuccù, in rappresentanza del marchio Loriblu, storico calzaturificio elpidiense. «Oggi a capo delle aziende ci sono ancora poche donne, ma in tante stanno subentrando nel Calzaturiero. Molte donne forti, valorose, capaci che si stanno facendo spazio nel mondo imprenditoriale».


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