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Calzaturiero, nel Fermano l’export aumenta dell’8% ma i problemi restano. Fenni: «Dato influenzato dai grandi brand»

PORTO SANT'ELPIDIO – Il presidente provinciale Calzaturieri Confindustria, nel corso dell'assemblea generale, dà i dati del 2023 e striglia le istituzioni: «Mettere una toppa non basta, bisogna programmare». Al termine, intervento della presidente Assocalzaturifici Giovanna Ceolini

 

Valentino Fenni

di Matteo Malaspina

In un territorio dove la calzatura è il motore economico principale, l’assemblea generale calzaturieri Confindustria Fermo che si è tenuta questo pomeriggio all’auditorium Gigli di Porto Sant’Elpidio assume un valore molto importante per questo settore, soprattutto in questo momento storico. Quando i dati dicono che l’export è in crescita nella provincia di Fermo, per un settore che vive di esportazioni potrebbe essere un buon indicatore ma così non è. Dietro quel +8% di export di calzature rispetto ai primi mesi dello scorso anno, con oltre 670 milioni di esportazioni nei primi nove mesi del 2023, si nasconde un fattore che è quello delle grandi firme.

«La realtà preoccupa nonostante i dati. Continuiamo a vedere i parcheggi delle fabbriche che non sono piani, le domande di cassa integrazione si moltiplicano e la risposta è che il plus registrato quest’anno sulle esportazioni è frutto del lavoro dei grandi brand che crescono – spiega Valentino Fenni, presidente calzaturieri Confindustria Fermo e vicepresidente Assocalzaturifici -. Le esportazioni che aumentano del 1.000% in Cina ma calano in Europa sono la testimonianza che le esportazioni stesse riguardano i marchi di lusso. Ma da soli non si cresce all’infinito e anche i grandi hanno bisogno di noi. Per stare nel mercato, però, abbiamo bisogno che le istituzioni ci diano una mano». 

Al centro, l’assessore Andrea Maria Antonini

Un appello alla Regione, presente all’assemblea con l’assessore allo sviluppo economico della Regione Marche, Andrea Maria Antonini, e con il consigliere regionale Andrea Putzu. «I problemi sono molti e riguardano i dipendenti, la formazione e la difficoltà nel competere con mercati come la Turchia e l’India. Bene i corsi di formazione, bene puntare sul mercato statunitense ma non bastano le promozioni. Serve continuare ad essere presenti sul mercato europeo e trovare una strategia pensata e ragionata. Non servono le toppe ma programmazione».

Una risposta l’ha data proprio l’assessore Antonini che durante la tavola rotonda, dove ha dialogato con Andrea Sabatini, professore del dipartimento Management di Univpm, ha annunciato che nel prossimo bilancio regionale che sarà votato giovedì, verrà attuato lo scorrimento della graduatoria del ”bando voucher 2023”. Così come uno degli obiettivi della giunta regionale è il finanziamento di showroom in giro per il mondo per promuovere i prodotti marchigiani.

Durante l’incontro è arrivato anche l’intervento della presidente Assocalzaturifici Giovanna Ceolini: «La situazione è complicata: i brand di lusso che non stanno passando gli ordini promessi e la guerra sono alcune dello problematiche che i nostri imprenditori stanno vivendo. Ma la cosa più importante, nei prossimi anni, sarà il tema della sostenibilità. Dobbiamo cambiare la mentalità, reagire e cambiare i nostri sistemi di organizzazione e business, visto che nel 2025 l’Europa metterà delle leggi e degli standard da rispettare. In merito alla formazione, è importante portare i ragazzi in fabbrica e far conoscere l’ambiente di lavoro».

Il tema dell’assemblea è stato quello di andare a discutere degli strumenti e delle prospettive per la calzatura ed è per questo che importanti sono le aspettative dei mercati, sia vecchi come quelli rappresentati da Russia e Germania, che nuovi come gli Usa. In tutto ciò diventano importanti le testimonianze dei buyer e degli esperti che, attraverso alcuni videomessaggi, hanno voluto portare la loro esperienza e i loro consigli.

IL MERCATO RUSSO

«Il mercato russo è molto attivo per il Made in Italy. Il cliente russo resta sempre attento e si aspetta alta qualità ma ci sono stati diversi cambiamenti, soprattutto con le nuove generazioni che stanno più attente al prezzo, al comfort, alla qualità e ai bisogni in virtù del clima – ha detto Debora Sacchetti, responsabile acquisti private label di No One a Mosca -. I nuovi clienti non si accontentano del Made in Italy. Il consiglio che mi sento di dare al distretto marchigiano è che bisogna rivedere qualcosa: ok l’artigianato ma mancano le professionalità».

IL MERCATO TEDESCO

«L’Italia e è il paese più importante per le importazioni in Germania – dice Claudia Schulz, giornalista specializzata e portavoce dell’associazione calzaturiera tedesca -. Negli anziani il valore del Made in Italy è ancora forte ma grazie al boom delle sneakers è cambiato negli ultimi anni. Approcciarsi al mercato tedesco è difficile in questo momento, soprattutto se un brand è poco conosciuto. I consumatori si aspettano qualità e design ma in Germania è fondamentale il prezzo, come pure il comfort: difficile vendere tacchi, tanto per fare un esempio».

MERCATO STATUNITENSE

«La calzatura italiana va benissimo perché in un mercato in cui c’è molta scelta, il Made in Italy garantisce la qualità. Nel mercato americano sono importantissimi il servizio, la consegna e i giusti tempi di spedizione – ha spiegato Alex Odio, titolare di ”Artigiano Miami”, appunto a Miami -. È bene sapere che il mercato americano non è un mercato in cui si entra e si “spacca” subito. Bisogna avere pazienza e spingere piano. Ci sono già tante scelte e serve qualcosa di particolare».

A portare i saluti istituzionali all’assemblea sono arrivati il sindaco di Porto Sant’Elpidio, Massimiliano Ciarpella, il presidente di Confindustria Fermo, Fabrizio Luciani, e, si diceva, il consigliere regionale Andrea Putzu che ha parlato dell’importanza di creare bandi utili per sopperire alla manovra specializzata. Intervenuta in videoconferenza anche l’onorevole Lucia Albano, sottosegretario al Mef.

 


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