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Avis provinciale, nel 2023 donazioni in aumento del 4% ma calano i donatori giovani

DATI – Nel report di fine anno della sezione fermana, illustrato dalla presidente Elena Simoni e dal vicepresidente regionale Giovanni Lanciotti, c'è un incremento sia delle donazioni che dei donatori (+5%) rispetto al 2022. «Nel 2024 due nuovi centri di raccolta a Servigliano e Grottazzolina»

di Matteo Malaspina

I dati di fine anno dell’Avis provinciale di Fermo lasciano ben sperare. Se lo scorso anno si era chiuso con un calo significativo delle donazioni, in gran parte dovuto alle chiusure dei vari centri di raccolta causa Covid, quest’anno la situazione sembra essere tornata a livello pre-pandemia. I dati del report di fine 2023, infatti, dicono che le donazioni rispetto al 2022 sono aumentate del 4%, facendo registrare un +331 (+42 di sangue e +289 di plasma). Il numero maggiore di donazioni è dovuto principalmente ad alcuni fattori come l’aumento dei donatori (+5%) che passa da 4111 a 4240, dall’incremento delle prenotazioni effettuate dalla chiamata unica (+343) e della diminuzione delle chiusure dei centri di raccolta (-8).

«Siamo soddisfatti e ringraziamo i donatori, i presidenti delle varie sezioni comunali e tutti quelli che si occupano e lavorano per la diffusione della cultura del dono – dice la presidente provinciale Avis, Elena Simoni -. I numeri sono ottimi anche se la situazione della raccolta del sangue nei mesi di novembre è stata penalizzata da diverse situazioni. La prima è la mancanza di medici che se ne vanno e non vengono sostituiti: un problema non da poco visto che, se mancano loro, i centri periferici subiscono delle chiusure. Altra problematica è stata la crescita di casi di influenza e Covid che ha colpito sia i donatori che i familiari, creando delle mancanze, così come la zanzara dengue che costringe chi ha viaggiato nelle zone di Roma e Latina ad osservare 20 giorni di sospensione temporanea. Per quanto riguarda le singole sezioni, quella di Sant’Elpidio a Mare è stata chiusa a novembre per dei lavori di sanificazione per la rimozione di amianto e riaprirà, si spera, a fine gennaio mentre si protraggono i disagi per il centro di raccolta dei Sibillini allocato in un container in attesa del trasferimento nel nuovo ospedale di Amandola previsto per la prossima primavera».

Un anno, il 2023, che oltre alle donazioni si è caratterizzato anche per le tante attività che l’Avis ha portato avanti nel territorio, dalle Camminate in Rosa alla sensibilizzazione nelle scuole e negli eventi con i gazebo, fino ai vari tornei sportivi che hanno permesso di incontrare molti giovani che, nonostante i numeri positivi, rimangono un “problema”. Perché se è vero che i donatori sono aumentati nel complesso, è altrettanto vero che nella fascia d’età 18-25 c’è stato un decremento di 29 unità, con una differenza marcata per i maschi (-33). «Un dato preoccupante che ci deve far riflettere – commenta il vicepresidente regionale Giovanni Lanciotti -. I numeri di Fermo sono speculari rispetto a quelli regionali e anche la diminuzione dei donatori giovani è un problema in tutte le Marche. Dobbiamo fare iniziative finalizzate ad una crescita importante di questa fascia ma anche a sensibilizzare su uno stile di vita sana perché la percentuale di giovani non idonei alla donazione è importante».

Il 2023 è stato anche l’anno dell’adeguamento alla riforma per il terzo settore che ha portato ad un carico burocratico e ad un dispendio di energie non indifferente. In ultimo, sono stati organizzati corsi di formazione interregionale a Porto San Giorgio che hanno trattato la tematica dell’organizzazione di un evento Avis.

«Nel 2024 continueremo la mappatura del territorio attraverso l’apertura di due nuove sedi, una a Servigliano e una a Grottazzolina – continua la presidente Simoni -. Obiettivo importante è quello di allargare la base dei donatori attivi, rivolgendoci ai giovani. Continueremo ad entrare nelle scuole per far conoscere l’Avis ai ragazzi, facendo capire loro quanto è importante essere donatori per sostenere il sistema sanitario».

E se i dati provinciali sono ottimi, anche quelli regionali non sono da meno. «Quest’anno è stata raggiunta l’autosufficienza anzi, a differenza degli anni passati, sono state donate 2000 sacche di sangue alle regioni che sono più in difficoltà – dice Lanciotti -. Altra questione su cui ci siamo concentrati a livello regionale è quella relativa al buon uso del sangue. Nel 2023 c’è stato un minor uso di sangue perché si è andati nella direzione di utilizzare bene il sangue raccolto perché è un bene prezioso e non va sprecato».

Infine, l’appello di Elena Simoni ai donatori: «Essere donatore è un privilegio ma comporta un impegno morale e continuativo. Bisogna essere consapevoli dell’importanza dell’atto che avviene attraverso la chiamata unica provinciale. Quello che chiediamo è che, laddove non sia possibile presentarsi alla donazione, si avvisi per far sì che si possa procedere con la sostituzione non perdendo una donazione».


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