di Sandro Renzi
«Perché non facciamo il contrario? Prima sarebbe il caso di unire Salvano, Lido di Fermo e Marina Palmense al nostro Comune» esordisce con una battuta il sindaco di Porto San Giorgio, Valerio Vesprini, intervenendo nel dibattito che si è aperto sulla possibile fusione o unione di Fermo e Porto San Giorgio, rilanciata negli ultimi giorni da alcune forze politiche, in particolare del capoluogo. E se i possibili sì al progetto sono quasi sempre supportati da alcune motivazioni, condivisibili o meno poi se ne potrebbe discutere a bocce ferme, i no, almeno fino a questo momento, sono per lo più aprioristici e raramente suffragati da concrete posizioni che non siano il ricordo del risultato uscito dall’ultimo referendum di quasi 40 anni fa o il campanilismo atavico di alcuni.
Il primo cittadino sangiorgese è prudente quando affronta la questione che, con una certa frequenza, torna alla ribalta. «Non possiamo aderire a priori – spiega – magari per assecondare le velleità di un sindaco o di un comitato. Chi si sta battendo per unire i due Comuni deve spiegare quali saranno i pro ed i contro del progetto. Mi risulta che nella nostra città vi sia un comitato che sta operando in tal senso, ebbene espongano chiaramente i motivi per cui Porto San Giorgio debba unirsi a Fermo. Poi, però, la parola spetterà in ultima istanza ai cittadini dei due territori chiamati ad esprimersi tramite un referendum al quale si arriverà dopo una raccolta di firme per promuoverlo».
E’ questa, in buona sostanza, la strada indicata da Vesprini che non perde di vista nel quadro complessivo i possibili svantaggi di una simile proposta. «Sicuramente ci saranno – prosegue – per tale motivo dobbiamo fare una analisi territoriale e pesare pro e contro in maniera dettagliata. Spesso è complesso fare anche delle semplici collaborazioni tra servizi di enti diversi, figuriamoci arrivare ad una unione tra due Comuni. Sento parlare di unificazione da oltre 20 anni, tra alti e bassi, ma poi alle parole non sono mai seguiti fatti concreti. Certo è che questo non può essere un tema legato solo agli umori ed alle sensazioni e non può bastare il buon rapporto che mi lega al sindaco Calcinaro».
Vesprini torna di nuovo sui territori a confine con la città che amministra. «I cittadini fermani che risiedono a Salvano, ad esempio, sono più legati a Porto San Giorgio ed ai servizi che offriamo. Ma è ovvio vista la contiguità territoriale. Sarebbe il caso di valutare allora forme di collaborazione su questo fronte per cominciare. Insomma, come si vede, la situazione è complessa. Guardiamo all’uscita dell’A14, non è degna di una città capoluogo che dovrebbe investire anche lungo la Valdete oltre che sviluppare il quartiere di Campiglione. Questo è solo un esempio per ribadire che non possiamo accettare una “fusione a freddo” dimenticandoci della questione storica e dei nostri avi che si sono battuti in passato per ottenere l’autonomie. Anche questo va messo sulla bilancia. Dopodiché disponibili al confronto».
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