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Fusione Fermo-P.S. Giorgio, Totò (Confartigianato) frena: «È presto parlarne. Intanto valutare l’unione dei servizi»

FERMO/P.S. GIORGIO - Lorenzo Totò, presidente Confartigianato territoriale: «E' fondamentale che i Comuni collaborino sotto vari aspetti ma ancora non c'è la necessita di unirli»

di Alessandro Luzi

Mentre il dibattito sulla fusione tra Fermo e Porto San Giorgio si accende, il presidente territoriale di Confartigianato, Lorenzo Totò, rimane cauto. «Ad oggi affrontare questo tema è prematuro – ha spiegato -. Credo che sia importante mantenere l’identità di qualsiasi Comune locale, parlo anche per quelli del nostro entroterra».

Secondo Totò al momento vanno tracciate strade diverse ed estende lo sguardo anche verso l’entroterra. «Intanto, magari, si può ragionare su una unificazione di qualche servizio. Per esempio accorpare la polizia locale o il trasporto degli studenti. Le aree interne possono valutare se avere una scuola per due o tre Comuni. Un discorso di questo tipo sarebbe vantaggioso in quanto si risparmierebbero delle risorse e verrebbero garantiti dei servizi più efficienti. Ecco allora che di conseguenza i benefici ricadrebbero sia sui cittadini e che sugli artigiani. In questo senso, Fermo e Porto San Giorgio potrebbero diventare un modello anche per le piccole realtà collinari che spesso faticano a sostenere i costi per mantenere attivi dei servizi».

Insomma, il presidente di Confartigianato tiene lontana l’ipotesi di fusione, considerata ancora troppo lontana per le dinamiche attuali. «Ho letto le motivazioni apparse sulla stampa e sono troppo farraginose. Non ci sono né studi seri e né analisi approfondite sulla questione. Intanto per far crescere il territorio è fondamentale instaurare un dialogo con le realtà limitrofi. Lavorare in sinergia è importante e un esempio virtuoso è il ponte sull’Ete. I due Comuni hanno collaborato al progetto e ora si iniziano a vedere i risultati. Questo però non vuol dire che occorre una fusione amministrativa. Invece iniziare ad unire alcuni servizi e continuare a collaborare sulle questioni strategiche per la nostra Provincia sarebbe un percorso utile anche al tessuto produttivo. Se intrapreso, tra qualche anno si potranno valutare i primi frutti e, se positivi, si può pensare ad una eventuale fusione. Al momento però a mio avviso non ci sono le condizioni».

 


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