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Premura per i malati oncologici e formazione per l’emergenza: l’Ast presenta “casco” e “manichino” hi-tech (Video)

FERMO - Le due strumentazioni sono state donate all'Azienda sanitaria dalla fondazione Carifermo. Questa mattina la presentazione e le spiegazioni tecniche nel corso di una conferenza stampa presieduta dal direttore generale Ast, Roberto Grinta
La dr.ssa Cola illustra il

di Antonietta Vitali

L’Ast di Fermo inizia questo 2024 potenziando il proprio patrimonio tecnologico con due nuove importanti strumentazioni professionali presentate questa mattina nel corso della conferenza stampa tenutasi presso la Sala Formazione, nella sede della direzione, in via Zeppilli a Fermo. 

L’acquisto di queste nuove dotazioni, cioè, il sistema refrigerante per cuoio capelluto (più semplicemente denominato “casco”) e, un simulatore avanzato per casi clinici di emergenza, è stato possibile grazie all’intervento della Fondazione Cassa di Risparmio che già più volte ha sostenuto il sistema sanitario fermano e che non si è sottratta, nemmeno questa volta, a soddisfare la necessità di avere in dotazione questi due nuovi modernissimi macchinari. E parliamo di due donazioni da 48mila euro (il casco) e 55mila euro (il “manichino”).

Diversi ma, in entrambi i casi indispensabili a fornire prestazioni di alto livello ai pazienti, i campi di applicazione delle due macchine. Il casco verrà utilizzato per i pazienti in chemioterapia e, attraverso un sistema di raffreddamento del cuoio capelluto (16-18 gradi), permetterà di arginare, o eliminare del tutto, la perdita dei capelli che è uno degli effetti collaterali di questo trattamento oncologico. Nel caso del simulatore, si tratta, invece, di un manichino interattivo, di ultima generazione, che vedrà la sua applicazione in ambito formativo perché consentirà ai professionisti medici di fare pratica su come intervenire nei casi di estrema urgenza che possono verificarsi in ambito medico. 

 

Due grandi traguardi per l’Ast di Fermo. Questo il modo in cui, con grande entusiasmo, sono stati raccontati dalle diverse personalità intervenute alla conferenza, a cominciare da Roberto Grinta, fresco di rinomina alla direzione dell’Ast Fermo: «Un piacere tornare ad occuparsi di questa Azienda Sanitaria» ha dichiarato ringraziando l’ingegnere Giorgio Girotti Pucci, presidente della Fondazione Carifermo «per questa importante donazione e per la costante presenza dell’istituto al fianco del servizio sanitario provinciale. Sono già in corso altre donazioni di cui, al momento, non sveliamo di più».

 

Il presidente Pucci ha definito «un rapporto storico quello della Carifermo con l’azienda sanitaria. Ogni anno cerchiamo di registrare quelle che sono le esigenze e cerchiamo di soddisfarle compatibilmente con i nostri programmi. Per l’anno appena trascorso – ha proseguito – siamo stati presenti con, circa, il 21% delle erogazioni fatte. Per questo anno ci promettiamo di fare di più perché, per Carifermo, la continua affermazione della sanità del territorio è una priorità indiscutibile».

«Va sottolineato il ruolo di una banca del territorio, come la Carifermo che ringrazio, nel sostegno alla Sanità locale –rimarca il vicepresidente e assessore alla Sanità Filippo Saltamartini, che non è potuto intervenire alla cerimonia ma ha voluto comunque inviare un messaggio – la dignità di sentirsi belle nella malattia è un valore che dovremmo garantire ad ogni donna in cura per una patologia neoplastica. Il manichino, inoltre, è uno strumento fondamentale di formazione per il personale di emergenza-urgenza. Si tratta dunque di due strumenti diversi, ma entrambi di grande importanza per la Ast di Fermo».

«Un grande aiuto sull’impatto psicologico della chemioterapia – le parole di Simona Bianchi, direttore sanitario dell’Ast Fermo – il casco finalmente in nostra dotazione e una grande opportunità di fare formazione di alto livello col manichino».

 

«Un’acquisizione importantissima – ha riferito Elisa Draghi, direttore dell’Ospedale Murri di Fermo – il simulatore siamo l’unica Ast nelle Marche ad averlo ed è uno strumento essenziale per simulare, appunto, casi molto vicini alla realtà. Sarà sicuramente molto apprezzato dai nostri operatori, renderà possibile anche un debriefing, una analisi efficace, anche da remoto, su eventuali errori commessi e quindi da correggere, nel trattamento della potenziale emergenza che si verificherà sul caso reale. La simulazione – ha concluso Draghi – è il percorso vincente per poter gestire eventi difficili».

Il “casco” donato all’Ast

«Un manichino complesso dal punto di vista tecnico – la spiegazione di Elisa Bitti, ingegnere clinico dell’Ast Fermo – perché riproduce ritmo e frequenza cardiaca, il respiro e molte altre funzionalità. Una grande acquisizione anche il casco che era una carenza non avere».

«Con il sistema di refrigerazione del cuoio capelluto – ha riferito Barbara Esperide, psico-oncologa dell’Ast Fermo – andremo ad agire su quello che possiamo considerare uno dei più importanti effetti sulla femminilità della chemioterapia, ottenendo degli importanti progressi psicologici».

«La sperimentazione del “casco” – hanno dichiarato Renato Bisonni e Maria Rosaria Borriello, rispettivamente direttore e coordinatrice infermieristica dell’Uoc di Oncologia del Murri di Fermo – è già iniziata qualche giorno fa con i tecnici e un’infermiera che si è sottoposta a un test. Ci saranno degli accorgimenti da seguire come, ad esempio, l’utilizzo di un balsamo per capelli, un pettine a denti larghi. La cosa più importante per noi è che le pazienti si sentano accolte e coccolate in quello che è uno dei momenti più duri della loro vita».

Il “manichino”

Tornando al manichino interattivo «non è l’unico nelle Marche – ha riferito Luisanna Cola, direttore della Uoc Anestesia e Rianimazione dell’Ast Fermo – la regione ne ha in dotazione un altro, di una donna incinta, che si trova ad Osimo. Già quello è stato utile per formare tutto il personale regionale, pratica che verrà eseguita anche con questo nuovo simulatore con il quale saremo in grado di formare non solo il personale della nostra Ast ma anche quello di altre province».

Il “casco” donato all’Ast

 


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