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Attacchi al patrimonio “sporco” e censimenti: il fuoco incrociato della Polizia contro la criminalità a Lido Tre Archi

FERMO - Dopo il sequestro di un appartamento, conti correnti e una moto a un capo clan, ieri la Polizia, insieme alla Polizia locale e ai carabinieri, è tornata a Lido Tre Archi per continuare i suoi censimenti negli appartamenti: la nuova policy per combattere e sfiancare la criminalità. Ieri nel quartiere anche il sindaco Calcinaro: «Residenti favorevolmente sorpresi dai controlli. Hanno anche collaborato»

I controlli di ieri pomeriggio

Colpi al patrimonio e controlli serrati sulle “presenze”. La strategia della Polizia di Stato, guidata, nel Fermano, dal questore Luigi Di Clemente è davvero cambiata. Da anni e anni le cronache locali raccontano di episodi criminosi sulla costa della nostra provincia, con epicentro il quartiere di Lido Tre Archi.

Da rione urbanizzato “vista mare” con appartamenti acquistati da gente proveniente anche da fuori provincia e da fuori regione, per trascorrere le vacanze al mare, Lido Tre Archi nel corso degli anni si è trasformato ahinoi in un ginepraio di reati e in un coacervo di criminali, stanziali o di passaggio. Per anni le forze dell’ordine hanno pattugliato il quartiere, arresti, fogli di via, denunce, sequestri…insomma il codice penale dalla A alla Z.

Ma negli ultimi giorni è venuta allo scoperto la nuova strategia della Polizia di Stato. Da mesi e mesi gli agenti ci lavorano, incessantemente. E mercoledì si è alzato il sipario: codice antimafia alla mano, il questore Di Clemente ha deciso di andare a colpire la criminalità su quello che le fa più male: il patrimonio, i capitali, i soldi in altre parole. E infatti a finire per diventare il primo “protagonista” di questa nuova pagina di cronaca è stato proprio quello che gli inquirenti ritengono il capo di un clan di magrebini che si contende la piazza di spaccio di Lido Tre Archi (che ovviamente non significa solo droga nelle strade e negli appartamenti del quartiere, ma anche base logistica per altre rotte della droga, fuori provincia, fuori regione). Senza voler entrare nel dettaglio del Codice Antimafia (decreto legislativo 159 del 2011), diventato uno dei “pugni di ferro” della Questura fermana, la Polizia ha dato esecuzione al provvedimento, con decreto del Tribunale distrettuale di Ancona, su proposte del questore di Fermo, Luigi Di Clemente, con cui sono stati sequestrati al pluripregiudicato in questione un appartamento, due conti correnti e una moto.

I controlli di ieri pomeriggio

 

Chi non ha pensato, ragionando sulla nuova strategia poliziesca (nuova per il Fermano, dal momento che di questo tipo di sequestri si è sempre occupata la Guardia di Finanza) al detto “segui il denaro” del giudice Falcone? Beh in questo caso il procedimento è l’inverso: si conoscono i malviventi e si risale ai loro capitali, li si sequestra sperando in una confisca definitiva, per fiaccarli e scoraggiarli a delinquere, e magari anche ad albergare nel quartiere. Se questo modus operandi, questa nuova policy della Polizia (ci si passi il gioco di parole) darà i suoi frutti, lo si vedrà in futuro.

 

Ma la Polizia non si ferma ai soli colpi al patrimonio. Da mesi, infatti, gli agenti, spesso in servizi coordinati e interforze con Guardia di Finanza, Carabinieri e Polizia locale, stanno controllando “le presenze” nel quartiere. No, non solo posti di controllo in strada. Stanno entrando nelle case, verificano chi vi è al loro interno. Accertano che chi è negli appartamenti abbia titolo giuridico o una qualche buona e valida motivazione per la permanenza o per l’alloggio.

E così, oltre ad avere un quadro aggiornato sulle occupazioni abusive (altra piaga del quartiere), i poliziotti iniziano a censire le abitazioni, i residenti, i domiciliati ma anche soggetti “di passaggio”. E spuntano denunciati, pregiudicati, violazioni di daspo urbani. Fiato sul collo alla criminalità con un fuoco incrociato che va ad aggiungersi, ovviamente, a quei controlli canonici, quotidiani fatti di blitz, perquisizioni, identificazioni. Ieri pomeriggio, ultimi controlli in ordine di tempo.

 

La Polizia, con la collaborazione di Carabinieri, Polizia municipale e Guardia di Finanza, ha passato al setaccio vari appartamenti nel grattacielo in largo Rossa, all’incrocio con via Salvadori Paleotti. Non sembra si sia riscontrato nulla di “anomalo” ma c’è da credere, visto il modus operandi adottato, che la Questura continuerà anche nei prossimi giorni ad effettuare questo tipo di servizi.

 

Ieri, a Lido Tre Archi, le divise sono state raggiunte dal sindaco Paolo Calcinaro: il primo cittadino ha seguito le operazioni di censimento nei condomini: «Sono andato a Lido Tre Archi per farmi un giro, per buttare un occhio sul quartiere, e ho notato le forze dell’ordine. Così sono sceso e ho capito che era in atto un controllo appartamento per appartamento. Ho voluto vedere – racconta il sindaco – come stesse andando. Quello è un palazzo ben accudito, non sono emerse particolari “sorprese”. Ho avuto modo di parlare anche con dei residenti, degli inquilini, che si sono mostrati favorevolmente sorpresi da questa iniziativa. Anzi hanno anche collaborato con le forze dell’ordine. Un’azione già fatta in altri edifici e che andrà avanti ciclicamente per tenere sott’occhio alcune situazioni potenzialmente sospette»

Il sindaco Calcinaro si è espresso anche sulla misura patrimoniale con il sequestro dei giorni scorsi: «Plauso alle forze dell’ordine, questore, prefetto e autorità giudiziarie. A Tre Archi hanno iniziato a sequestrare, preventivamente, cioè senza attendere i tempi dei processi. A sequestrare appartamento, moto e conti correnti di chi si pone come boss. Ed è un modo per toccare nel vivo…ed è l’ultimo, più forte, di una serie di recenti provvedimenti. Di arresti, divieti di dimora o tentativi di espulsione: le espulsioni in questo paese purtroppo rimangono quasi impossibili pur col passare di ministri e governi. Mi piacerebbe che queste azioni avessero la stessa visibilità mediatica di un prossimo episodio che magari accadrà, perché da lì il crimine non scompare in qualche mese».

La casa sequestrata martedì scorso

 


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