Nuovo ponte a Casette d’Ete, viabilità interrotta solo nel mese di febbraio. E i cittadini approvano

SANT'ELPIDIO A MARE – L'amministrazione accoglie l'opportunità presentata dal Genio civile di una chiusura del ponte per un mese a discapito dei sei mesi di senso unico alternato per diminuire i disagi. I casettani avallano la scelta ma segnalano alcune criticità riguardo le strade alternative

di Matteo Malaspina

Un incontro per analizzare i disagi, le problematiche e per informare la cittadinanza sulla viabilità alternativa a seguito della chiusura del ponte a Casette d’Ete: era questo lo scopo dell’assemblea pubblica di ieri sera all’auditorium Della Valle che è stata molto partecipata. Partecipazione data anche dall’importanza dell’opera che finalmente dopo tanti anni inizia a prendere forma, con il nuovo ponte sull’Ete Morto tanto atteso dai casettani che non vogliono più rivivere i tanti momenti di angoscia dovuti alle continue allerte ogni qual volte c’è un temporale e il livello del fiume sale.

Ma i lavori per la messa in posa del nuovo ponte portano con se inevitabili criticità, una su tutte quella della viabilità visto che l’area cantiere va a dividere il centro abitato dalla zona industriale. Il sindaco Alessio Pignotti, nella mattinata di ieri, ha infatti incontrato tutto gli imprenditori dell’area Brancadoro per informarli sulla progettualità messa in campo perché «questa amministrazione vuole dare trasparenza», per poi incontrare i cittadini e spiegare che «abbiamo fatto diversi incontri con il Genio civile di Fermo per trovare la soluzione migliore che portasse meno disagi possibili e abbiamo scelto l’opportunità di chiudere il ponte per un solo mese, a discapito dell’idea iniziale di attuare un senso unico alternato per sei mesi». Una proposta che l’amministrazione elpidiense ha subito accettato e si è così deciso di interrompere la viabilità dal 29 gennaio fino al 4 marzo per permettere il primo stralcio di lavori nell’area cantiere.

Il sindaco Pignotti con il comandante della Polizia Locale Tofoni

A spiegare nel dettaglio la viabilità alternativa è stato il comandante della Polizia Locale Stefano Tofoni: «Per salvaguardare le attività nelle vicinanze del cantiere abbiamo deciso il doppio senso di marca in via Don Minzoni e in via Pisacane, mentre il tratto interno alla frazione rimarrà invariato. Per chi arriva dalla superstrada o dalla zona industriale verso Casette, le due alternative sono la Mezzina e strada Santa Croce dove un tratto è stato rifatto e migliorato, così come chi dal Capoluogo deve andare verso Montecosaro può passare per la Mezzina».

Il punto nevralgico di tutto ciò, spiega Tofoni, sarà verosimilmente l’incrocio semaforico tra la Provinciale 27 e la Mezzina dove si intersecherà tutto il traffico veicolare che viene da Civitanova, Fermo, Montecosaro, Campiglione e la parte sud del territorio elpidiense. «Il flusso sarà di 5 mila veicoli al giorno e, per questo, ci sarà un presidio della Polizia Locale nelle ore di punta – continua il comandante che aggiunge -. Resta però possibile attraversare il fiume Ete a livello pedonale con il ponte dei sottoservizi che verrà illuminato».

Le quasi cento persone presenti annuiscono e plaudono l’idea di chiudere il ponte per un breve periodo, piuttosto che una mezza chiusura più lunga ma segnalano a Tofoni alcune problematiche che la viabilità alternativa potrebbe creare. Dal problema delle auto in sosta in via Don Minzoni, al traffico che potrebbe crearsi lungo la Mezzina fino alla pericolosità di strada Santa Croce, una stradina di campagna dove c’è il limite di 30 km/h molto spesso percorsa a velocità molto più elevate mettendo a rischio i pedoni. «Verranno messi i cartelli che segnalano il limite di 30 – assicura il comandante – e verificheremo se installare dei dossi. Per quanto riguarda il traffico nelle ore di punta nell’incrocio della Mezzina, abbiamo proposto agli industriali di modificare leggermente entrate e uscite perché spostando anche solo di dieci minuti l’orario dei dipendenti può essere d’aiuto alla viabilità. Era stata fatta anche un’ulteriore valutazione per l’installazione dei mezzi pubblici ma di fatto, considerato il periodo compresso di chiusura e che non ci sono delle linee adeguate che corrispondo all’ingresso e all’uscita delle industrie, non è stato possibile andare ad individuare una nuova linea».


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