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L’Ast fermana accelera: «Avviato l’iter per l’acquisto di elettromedicali e arredi per l’ospedale di Amandola»

FERMANO - L'importo complessivo ammonta a circa 1,5 milioni di euro. Le procedure per gare di acquisto sono in fase di realizzazione. L'assessore regionale Filippo Saltamartini: «Amandola sarà un ospedale di zona disagiata con attività di emergenza-urgenza per rispondere alle emergenze delle zone interne, gravate dall’isolamento e dalle profonde ferite del sisma»

«La Regione prosegue spedita nel lavoro per la realizzazione dei due nuovi ospedali del Fermano, quello di Campiglione di Fermo e quello di Amandola». E’ quanto fanno sapere con una nota dall’Ast di Fermo. Anche ieri mattina, infatti, l’Ast di Fermo, nello specifico con il suo Gruppo tecnico di lavoro, si è riunita per definire ulteriori dettagli nell’iter di realizzazione complessiva dei due nosocomi. Focus sull’ospedale di Amandola, con scadenza temporale di ultimazione lavori più ravvicinata. Ieri mattina, nel corso della riunione del Gruppo di Lavoro, costituito da professionisti dell’Ast che si interfacciano costantemente con la direzione lavori Rup, sono stati definiti passaggi tecnici molto importanti per entrambe le due nuove strutture sanitarie.

«Per ciò che concerne l’ospedale dei Sibillini – precisano dall’Ast – grazie alla Regione, abbiamo già avviato l’iter propedeutico all’acquisto di una Tac (entro marzo/aprile), due Diagnostiche Rx, due Ecografi, un Ortopantomografo, i “Testa letto”, la cucina, la mensa e la Hall per l’entrata principale dell’ospedale. Il tutto per un importo complessivo di circa 1,5 milioni di euro. Le procedure per gare di acquisto sono in fase di realizzazione».
«Il nuovo ospedale di Fermo e il plesso ospedaliero di Amandola – spiega il vicepresidente e assessore alla Sanità regionale, Filippo Saltamartini – sono strutture su cui la Regione ha investito risorse importanti, al fine di garantire appropriatezza, professionalità e prossimità dei servizi sanitari. In particolare Amandola sarà un ospedale di zona disagiata con attività di emergenza-urgenza per rispondere alle emergenze delle zone interne, gravate dall’isolamento e dalle profonde ferite del sisma».



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