di Laura Cutini
L’Istituto Tecnico “Montani” di Fermo, nell’ambito delle celebrazioni per il 170esimo anno dalla sua fondazione, correlato alle numerose attività in programma, ha indetto un incontro ravvicinato con gli studenti dell’ultimo anno della scuola secondaria di primo grado per discutere degli stereotipi di genere in ambito scientifico e di come essi influenzino la carriera ed il futuro di uomini e donne.
L’evento dal titolo “Ragazze Stem-erarie” ha avuto luogo questa mattina presso il teatro dell’Aquila di Fermo ed ha vantato fra gli ospiti, relatrici molto conosciute in ambito scientifico nazionale ed internazionale, le quali si sono distinte nel loro percorso di studio e professionale. L’incontro, patrocinato dal comune di Fermo e dalla Commissione Pari Opportunità della Regione Marche, ha visto, infatti, fra gli interventi, quelli di Ilaria Capua, Clara Santato, Virginia Benzi, Alessia Sonaglioni e Silvia Galano, relatrice dell’incontro. L’invito, rivolto ai giovani studenti dell’ultimo anno delle medie, alle prese con la scelta della scuola superiore, non è casuale. Senza dubbio questo resta uno dei primi importanti bivi attraverso i quali giovani donne e uomini si orientano verso il loro futuro ruolo all’interno della società. Tutto ciò viene spesso influenzato però, come sottolineato dal tema portante del convegno, dalle credenze sugli stereotipi di genere. Dati alla mano, a conclusione degli studi, i laureati in ambito stem (ossia nell’ambito delle discipline scientifico-tecnologiche come scienza, tecnologia, ingegneria e matematica, e i relativi corsi di studio, da qui l’acronimo Stem) uomini sono il 33,7%, mentre le donne solo il 17,6%. «C’è un punto oltre il quale – afferma la dottoressa Silvia Galano, fisica astronomica e docente, illustrando grafici e statistiche – esiste una sorta di barriera, oltre il quale le donne non arrivano e i ruoli di prestigio vengono occupati esclusivamente dagli uomini».
Ad accogliere gli ospiti, la preside dell’Istituto Montani, Stefania Scatasta: «Il nostro invito era proprio per i ragazzi delle scuole secondarie di primo grado, alle prese con una decisione sul loro futuro. Quella di oggi sarà una lezione aperta, attraverso la quale cercheremo di capire quanto sono diffusi gli stereotipi e quanto sia fondamentale discutere di parità di genere. Speriamo che ciascuno dei ragazzi metta un tassello in quello che sarà il proprio progetto di vita. Se noi con oggi saremo in grado di aiutarli in questo, avremo dato il nostro contributo alla loro realizzazione».
Ed è proprio la professoressa Silvia Galano a fungere da mentore per tutta la mattinata presentando e dando la parola agli ospiti intervenuti: «Mi occupo di formazione di studenti come i presenti. Gli stereotipi formano un sistema di credenze realtive a cosa vuol dire fare un lavoro da maschi o fare un lavoro da femmine. Ci interessano perché agiscono su tutti noi, ci influenzano e lo fanno spesso senza che ne siamo consapevoli. Come agiscono in ambito stem? Abbiamo una visione condivisa e sessista, pensiamo che ci siano cose adatte ai maschi o cose adatte alle femmine. Siamo abituati a questo».
A tal proposito, è una delle scienziate italiane, ricercatrice, a parlare di sé e del suo percorso di vita agli studenti, affascinati e coinvolti in un rigoroso silenzio: Ilaria Capua, virologa in collegamento video con un lungo monologo fa calare il teatro in un rigoroso silenzio dettato dall’interesse: «Grazie di questo invito, anche se sono altrove, sono lì col cuore e con il desiderio di essere vicina ai ragazzi italiani. Posso raccontare come mi sono avvicinata alle materie scientifiche. Ero affascinata dalle api, dallo studio degli animali. Conservavo organi di polli in vasetti di vetro, per studiarli. A Roma non si trovava altro. Mia madre era piuttosto schifata. Osservavo moltissimo, ero incuriosita dalla magia che madre natura ci proponeva. Studiai medicina veterinaria, ma ero più incuriosita dall’aspetto scientifico, così ho deluso i miei genitori dicendo che volevo fare la ricercatrice, non volevo aprire uno studio medico veterinario».
Prosegue il racconto la professoressa Capua: «Ho ascoltato la vocina che mi spingeva a seguire questa dimensione, la curiosità della scoperta, per conoscere ed imparare i meccanismi che regolano la vita su questa terra. Poi ho iniziato a studiare i virus, che facevano ammalare gli animali, e successivamente l’uomo. Studiare i virus mi ha portato a diventare direttrice di un laboratorio di virologia molto importante che lavorava con centri internazionali. Così ho portato la mia curiosità ed il mio impegno a disposizione della ricerca. Vorrei convincere i ragazzi che non bisogna pensare che l’indirizzo di studio li definisca. Voglio dire loro ascoltate la voce della curiosità che hanno dentro. Il futuro li aspetta, aspetta persone che vogliono studiare ed occuparsi di cose che amano fare. Non ci si faccia spaventare da ciò che sembra difficile, con la passione e l’impegno di possono sconfiggere i preconcetti. Chiunque ha strumenti per impegnarsi ed entrare in tutti campi di studio e lavoro. Se la vocina che si ha dentro, spinge, non ci si faccia spaventare dalle difficoltà. I ragazzi devono provarci, devono fare un lavoro che piace loro, trovarlo e attraverso questo costruire un’Italia più orientata alle discipline scientifiche. Le sfide di oggi hanno bisogno di giovani menti, giovani talenti, che hanno intenzione e volontà di mettere a disposizione il loro “oro grigio” e la capacità di affrontare dinamiche difficili. Il mondo scientifico è un mondo affascinante, io sono nella virologia, ma ci sono tanti mondi paralleli a questi e che hanno bisogno di menti brillanti, quindi prima di scegliere l’indirizzo scolastico, possono “fermarsi” per fare una passeggiata, osservare, e ascoltare la vocina interiore. Bisogna fare che ci dice il cuore. Grazie alla passione e alla curiosità si possono abbattere i più grandi stereotipi di genere. Se i ragazzi fanno qualcosa che piace loro davvero, gli ostacoli si superano».
L’incontro prosegue anche nel pomeriggio, con eventi, tavole rotonde, testimonianze, di donne e uomini che hanno smentito le credenze sugli stereotipi, occupando ruoli di rilievo e avventurandosi in percorsi che sovvertono ogni aspettativa di genere.
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