Rogante, l’uomo della movida: «Manca un grande locale» Sul tavolo anche sicurezza e Giardino d’Estate (Videointervista)

L'INTERVISTA al consigliere comunale sangiorgese, alias "assessore alle discoteche" su come animare la movida sulla costa e sulla sicurezza. Non è mancata, sul finale, una parentesi sul Giardino d'Estate
ZOOM L'intervista al consigliere comunale sangiorgese Andrea Rogante

Andrea Rogante

Artigiano, ristoratore, politico innamorato della sua Porto San Giorgio, assessore alle discoteche, come lo avevano ribattezzato anni fa, durante la sua prima esperienza sui banchi del Consiglio comunale sangiorgese, per la sua passione per le discoteche e il mondo della notte. Andrea Rogante è stato ospite ieri ai microfoni di Zoom, il programma di approfondimento di Cronache Fermane su Radio Fm1. Con lui, l’argomento principe non può che essere la movida.

«La questione movida varia in base alle stagioni – nota Rogante – Sicuramente, se guardiamo alle città più attrattive del nostro territorio, Fermo in inverno funziona, ha una piazza di duemila metri quadri, una culla che si presta ad accogliere gente, ha diversi localini, con le casette e la pista di ghiaccio le metrature si riducono ed è più facile riempire. Con questo non voglio sminuire il lavoro che si sta facendo, tanto di cappello all’amministrazione che propone iniziative di successo. Ma Porto San Giorgio, ad esempio, ha dinamiche diverse. Se pensiamo al viale della stazione, al viale Roma, al viale Oberdan, parliamo di 12mila metri quadrati, è tutto molto più dispersivo».

Secondo Rogante, però, il pubblico può fare la differenza fino ad un certo punto. Quello che manca, a suo avviso, è un locale che faccia la differenza, come è capitato a Civitanova Marche.

«Venti o trent’anni fa c’erano discoteche sotterranee, oggi servono ampi spazi ed altezze. Civitanova 10 anni fa dormiva, è esplosa col Donoma, poi sono arrivati altri locali, il Brahma, la Serra. Il Comune deve organizzare gli eventi che ci spettano, ma non è il partner dei commercianti. Al nostro territorio manca un locale del genere che traini un movimento. Ci sono tanti localini anche belli e ben gestiti, ma se vuoi competere con strutture di quel calibro devi proporre qualcosa dello stesso livello. Se oggi ci fossero ancora le Zen o il Flexus non cambierebbe nulla. Sarebbero, per dimensioni, troppo ridotte rispetto alle discoteche di Civitanova. Quando sedevo in consiglio comunale con l’amministrazione Agostini c’era chi mi diceva che che avevo la testa piena di vodka lemon perché parlavo sempre di Milano Marittima. Ma forse non ci si rende conto di cosa significhi avere un grande locale. Il Papeete già diversi anni fa fatturava 20 milioni di euro solo con la linea di abbigliamento. il Pineta è sinonimo di Milano Marittima. Un grande locale è un volano per il territorio».

Andrea Rogante

L’intervista è stata anche occasione per parlare di sicurezza, e per Rogante non esiste un vero problema, anche se non nega che la guardia deve restare alta, come pure del Giardino d’Estate, la cui chiusura, con i gestori (Rogante è un socio) a restituire le chiavi al Comune, e il mancato pagamento dei canoni, ha fatto divampare le polemiche in città: «Questo perché sono un consigliere comunale. Se non lo fossi stato, tutti quelli che blaterano sui social non avrebbero “parlato”. Comunque io voglio andare davanti a un giudice, vedremo se la nostra posizione è quella giusta o sbagliata».

 


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