Prende spunto da una fotografia dei giorni scorsi Francesco Gismondi, consigliere comunale di Monte Vidon Corrado, per affrontare un tema quanto mai complesso e delicato e già dibattuto in una seduta del consiglio comunale di Monte Vidon Corrado, quello della gestione dei fossi e dei corsi d’acqua nel territorio regionale. La foto in questione ritraeva i sindaci di Fermo e di Porto San Giorgio, insieme al presidente del Consorzio di bonifica, per annunciare un contributo di 180 mila euro da parte della Regione per il risanamento e la gestione dei fossi Valleoscura e Petronilla i cui bacini interessano entrambi i territori comunali: «Bene che i sindaci si occupino di queste questioni – spiega Gismondi in una nota stampa – solo che sarebbe il caso di fare chiarezza. È evidente che i lavori di sistemazione di quei corsi d’acqua è di competenza del servizio genio civile e difesa del suolo della Regione che infatti stanzia le risorse necessarie. E allora, dal momento che in foto si ritraeva il presidente del Consorzio di Bonifica delle Marche, mi chiedo il ruolo del presidente Michele Maiani in quel contesto. Ben può la Regione Marche competente per la materia e titolare delle funzioni idrauliche, demandare la progettazione dei lavori, la gara per l’assegnazione e la direzione dei lavori nei fossi in questione al Consorzio di Bonifica che per detti compiti ha riconosciute le spese generali che normalmente ammontano al 10% dell’importo finanziato, e quindi il ruolo del Consorzio di Bonifica, è ruolo solamente strumentale di Ente regionale. E quindi per logica e conseguenza lo stesso Consorzio dovrebbe interrompere la richiesta del contributo di bonifica a carico degli immobili che insistono nei bacini dei fossi i cui lavori di sistemazione sono stati finanziati dalla Regione Marche. Diversamente i cittadini pagherebbero i lavori due volte: attraverso la fiscalità generale e con il contributo di bonifica».
«Voglio partecipare tale riflessione – continua Gismondi nel suo comunicato stampa – a tutti i colleghi consiglieri comunali dei Comuni marchigiani e soprattutto ai sindaci di tutti i Comuni della regione Marche, oltretutto per la loro qualità di amministratori al Consorzio di Bonifica. Nel caso specifico i sindaci di Porto San Giorgio e Fermo, si porranno il problema chiedendo al Consorzio di Bonifica di non richiedere il contributo di bonifica per gli immobili che ricadono nei bacini imbriferi dei due fossi? Mi pare che ci sia una sovrapposizione di pagamenti che, al solito, vedrebbero soccombere i cittadini che pagano senza sapere bene nemmeno perché».
Ma c’è di più, secondo Gismondi nella questione rientrano anche i gestori sei servizi idrici della regione: «Anche i gestori idrici pagano una quota al Consorzio di bonifica , in virtù di una convenzione stipulata con lo stesso secondo i dettami dell’art. 6 punto 8 e 9 della legge regionale 13/2013. Alla base di tale convenzione, la richiamata legge impone che i gestori debbano contribuire al Consorzio di Bonifica, per i canali e le opere/strutture di bonifica che gli stessi utilizzano. Da consigliere comunale ho richiesto tale convenzione alla Ciip di Ascoli Piceno per verificare quali fossero le opere di bonifica messe a disposizione ai gestori dei servizi idrici e per cui si giustificherebbe tale contributo ammontante per il 2022 a 1.300.000 euro (dato desunto dal bilancio del Consorzio di Bonifica). In effetti, il richiamato art. 6 della legge regionale, impone l’individuazione delle opere di bonifica a servizio dei gestori idrici e l’entità e documentazione degli interventi che motivano l’eventuale contributo. Non vorrei che la circostanza appena riportata, sia la terza strada per finanziare medesimi interventi: fiscalità pubblica, contributo di bonifica, contributo dei gestori idrici. Esistono veramente opere di bonifica o strutture di bonifica nell’accezione del termine nella regione Marche? Sull’intera questione ho intenzione di presentare un ordine del giorno al mio Consiglio, nella convinzione che tutti i consigli comunali se ne debbano occupare, e principalmente i sindaci: per una questione di equità, di rispetto della legge, nonché per la responsabilità assunta nei confronti dei cittadini elettori. I fossi Valleoscura e Santa Petronilla sono di competenza pubblica, come stabilisce la norma, e il pubblico deve sostenerne i costi. Perché a pagare devono essere i cittadini?».
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