di Maria Nerina Galiè
Approvato all’unanimità il bilancio previsionale 2024 della Ciip spa dall’assemblea dei sindaci soci che si è riunita oggi, 29 gennaio: 7.763.000 euro di utile e investimenti di oltre 54 milioni, in linea con il Piano economico finanziario per il triennio che termina proprio quest’anno.
Numeri da confermare al momento di presentare il consuntivo e che potrebbero delineare un quadro meno “ricco”: «I consumi – spiega la presidente Maddalena Ciancaleoni, soddisfatta per il voto unanime, alla sua prima assemblea di bilancio – si sono notevolmente ridotti. E questo è certamente un bene perché denota una maggiore attenzione da parte dei cittadini all’utilizzo di un bene prezioso come l’acqua«».
Tante le campagne e tanti gli appelli fatti, in piena crisi idrica, per evitare sprechi e utilizzo non consono della risorsa. Ma alla base della riduzione dei consumi potrebbe esserci anche il tanto discusso aumento delle tariffe, che si comincia a sentire sul bilancio, ma delle famiglie: il rincaro del 2022, pari a 8,45%, è stato recuperato a giugno 2023. Dal primo gennaio 2023 è stato del 7,5% e da quest’anno si conferma il 7,3%.
«Abbiamo monitorato la situazione e presentato una relazione e, purtroppo, non ci sono elementi per evitare o ridurre l’adeguamento delle tariffe», ha spiegato la Ciancaleoni, aggiungendo: «Per contrastare la siccità e la crisi idrica, oltre al piano degli investimenti, tra cui la digitalizzazione delle reti, l’interconnessione con il Grande anello dei Sibillini ed il nuovo acquedotto del Pescara, siamo costantemente impegnati a cercare nuove fonti di approvvigionamento. Non possiamo permetterci di fare affidamento su poche risorse che, se venissero a mancare, vorrebbe dire privare i cittadini del servizio».
«Anche fonti di 20, 30 litri al secondo – continua la presidente Ciip – per noi sono importanti. Come lo sono il progetto del potabilizzatore di Gerosa e la captazione dal Tenna, ma il loro utilizzo richiederà costi altissimi, come per gli altri impianti di soccorso. L’acqua a caduta, come era prima con la sorgente di Foce, aveva costi decisamente più bassi».
C’è ora, invece, una legittima preoccupazione per la captazione dell’acqua dall’impianto di Foce di Montemonaco.
«La Ciip – sono ancora le parole della Ciancaleoni– è in attesa del rinnovo dell’autorizzazione da parte dell’Ente Parco dei Sibillini. Dovrebbe arrivare nel primo semestre del 2024. Intanto si va avanti “in deroga”, per motivi legati appunto alla crisi idrica e alla calamità naturale.
C’è stata una grande apertura da parte dei vertici dell’Ente a valutare con attenzione la documentazione che abbiamo prodotto.
La sorgente versava acqua sull’Aso e rappresentava una risorsa pari a 500 litri al secondo.
Con il sisma si è abbassata di 15 metri e ridotta di portata a 200 litri al secondo. Per noi ora sono vitali e saremmo in difficoltà anche se ce ne togliessero il 10%, quantità che in ogni caso non gioverebbe al fiume Aso».
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