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La “Leonardo da Vinci” accetta la sfida: pronti ad accogliere la Gen Alpha

FERMO - Dalla scuola: «Grazie all’impegno dei docenti e alla loro costante e approfondita formazione, la Leonardo da Vinci è oggi sempre più digital, mobile, social, visual, global, personalizzata. Vi aspettiamo dunque il 2 febbraio per una merenda-laboratorio alle ore 17».

La scuola “Leonardo da Vinci” di Fermo accetta la sfida: pronti ad accogliere la Gen Alpha. 

Sono i nati dal 2012, sono la prima vera generazione di nativi digitali, non conoscono un mondo senza internet. Sono super tecnologici, amano l’intrattenimento, il gioco, i social, tengono in mano cellulare e tablet fin dalla culla e molti di loro sono già dei mini-influencer, hanno gusti precisi e indirizzano sempre di più le scelte delle loro famiglie. 

Per questa generazione ogni pensiero e azione è immediatamente condivisibile e trasferibile. Il mondo che vedono è diverso da quello di tutte le generazioni precedenti: non ci sono confini, tutto accade ‘vicino’. Sono dei creator, non si limitano cioè a guardare video su YouTube o TikTok, ma creano anche contenuti da condividere sui propri canali o con i propri seguaci, sembrano aver attenzione per temi come la sostenibilità o il rispetto del pianeta, hanno maggiore familiarità con tecnologie come l’intelligenza artificiale, la realtà aumentata e virtuale e le loro applicazioni che sicuramente condizioneranno la loro vita futura. 

Abituati a gestire una grande abbondanza di stimoli contemporaneamente e a passare senza soluzione di continuità da una piattaforma all’altra, anche quando fruiscono di contenuti televisivi, chiedono velocità e breve durata

«Innovare la scuola per accogliere questo cambiamento generazionale, che non ha eguali, è, secondo noi, l’unica scelta possibile. Ecco perché la Leonardo da Vinci – fanno sapere proprio dalla scuola – ha fatto propria la necessità di innovarsi e di aprirsi agli stimoli offerti dalla società e dal mondo. I bambini e i ragazzi apprendono con molta più facilità se possono utilizzare strumenti e modalità che sono loro più congeniali, che permettono di imparare divertendosi e sentendosi meno vincolati a un contesto scolastico spesso molto lontano dalla loro vita quotidiana. Questa prospettiva ci suggerisce di non insistere su facili conclusioni, come spegnere i device mobili considerandoli come la principale causa dei comportamenti sregolati dei giovani, ma di continuare a guardarli come risorse per l’educazioneGrazie all’impegno dei docenti e alla loro costante e approfondita formazione, la Leonardo da Vinci è oggi sempre più digital, mobile, social, visual, global, personalizzata».

DIGITAL: perché i ragazzi hanno a disposizione dispositivi mobili che possono utilizzare scegliendo, con i loro docenti, spazi e tempi di utilizzo. Affiancare i materiali tradizionali a risorse digitali su piattaforme consente di usufruire di ulteriori testi, di video didattici, di simulazioni interattive, di creazioni di contenuti mediali e altre attività di apprendimento dando agli insegnanti la possibilità di utilizzare gli strumenti digitali per estendere l’insegnamento anche negli spazi virtuali. La didattica che utilizza i nuovi media, le nuove forme di comunicazione e prodotti video creati dagli stessi alunni considerandoli come mediatori didattici è una didattica vincente anche per orientare i ragazzi alle scelte future.

MOBILE: perché la possibilità di rendere le classi “mobili” permette agli studenti di apprendere ovunque, accedendo ai materiali didattici anche da remoto e utilizzando, secondo le indicazioni dell’insegnante, le funzionalità di smartphone o tablet (foto, video, registrazioni vocali ecc. lezione capovolta) per rendere più accattivante le conoscenze apprese. 

SOCIAL: perché utilizzando un approccio “social” le classi diminuiscono il divario generazionale e rafforzano l’apprendimento tra pari in un ambiente online interattivo come quello dei social network. L’utilizzo degli strumenti di condivisione delle piattaforme (stories, post, reel, commenti, hashtag, ecc.) se collegato ai temi trattati in aula aiuta a condividere le conoscenze apprese e allenare trasversalmente le competenze digitali. Si lavora sia individualmente che in gruppo, gestendo un account e un feed educativo per tracciare il proprio percorso formativo.

VISUAL: perché concentrandosi sull’uso di supporti visivi per facilitare l’apprendimento, le lezioni includono foto, video, infografiche e altre rappresentazioni visive dei concetti da poter caricare anche nelle piattaforme digitali, canva interattivi, lego, coding… linguaggi affini alla generazione alpha. 

GLOBAL: perché grazie all’uso delle piattaforme digitali e alla realizzazione di progetti collaborativi, le classi globali connettono docenti e studenti con persone e culture di tutto il mondo in modo simile a come ragazzi e ragazze fanno già nel loro tempo libero, trasformando la lezione in un’esperienza che va oltre l’aula. 

PERSONALIZZATA: perché è una scuola pensata su misura; con i suoi 5 indirizzi – tradizionale, creativo, potenziato di inglese, matematico, digitale – permette a ogni studente di scegliere il proprio percorso scolastico più vicino ai propri interessi e alle proprie attitudini.

«Un’altra competenza che riteniamo imprescindibile e che ci proponiamo di raggiungere – aggiungono dalla scuola – è di insegnare ai ragazzi a lavorare con gli altri. Nella nostra scuola si utilizzano, a prescindere dalla disciplina e dal grado scolastico, metodologie cooperative, che mettono gli studenti nella condizione di poter condividere le proprie competenze ed abilità». 

Oltre alle metodologie più diffuse e note come il peer tutoring e il cooperative learning, utilizziamo la tecnica del jigsaw che prevede gruppi di base eterogenei al cui interno sono individuati degli alunni esperti per ogni area di riferimento. A seconda del ruolo rivestito, l’insegnante distribuisce il materiale predisposto, dopodiché il gruppo di base si scompone, si formano nuovi gruppi all’interno dei quali c’è almeno un esperto. All’interno di questi nuovi gruppi vengono discussi e analizzati insieme i materiali, per raggiungere una conoscenza omogenea dell’argomento. Esaurita questa fase di confronto, gli esperti rientrano tutti nel gruppo base e condivideranno i contenuti con gli altri membri: in questo modo ognuno avrà un ruolo fondamentale per la costruzione del sapere relativa all’argomento generale. Questa tecnica permette all’insegnante di affidare a ogni studente un ruolo adeguato ai suoi punti di forza e alle sue fragilità, mentre l’interdipendenza positiva è incoraggiata poiché serve il contributo di ogni singolo studente per raggiungere l’obiettivo finale. 

«Pensiamo fortemente – il punto della “Leonardo da Vinci” – che le mura di un edificio non debbano rappresentare il limite, ma la soglia da cui partire. La soglia apre: è un concetto diverso rispetto al suo margine o perimetro, essa permette l’accesso; la soglia si contraddistingue anche rispetto a un varco, costituzionalmente legato all’idea di uno spazio chiuso. Invece, la soglia non ha bisogno di confini netti. La soglia è comunemente identificata con la porta, quell’apertura che la casa stessa “esige” per potersi differenziare in relazione all’altro. Ecco allora la necessità di vedere la scuola come uno spazio aperto 4.0, con un approccio orientato a rendere l’esistente più efficiente e a ripensarlo in funzione del cambiamento della didattica, con spazi flessibili e adattabili alle esigenze dei fruitori. Alla base vi deve essere, però, il cambiamento del paradigma educativo, in cui accanto alla biblioteca vive l’aula immersiva, vicino al laboratorio artistico, si apre quello informatico, musicale, multimediale, con spazi pensati per la pratica del debate e tutte le metodologie collaborative come il metodo Dada che non chiude la classe all’interno dell’aula, ma fa muovere gli alunni alla ricerca dell’aula funzionale al raggiungimento di una meta comune: la conoscenza. Ai nostalgici del passato, a tutti coloro che rimpiangono la lavagna di ardesia, la polvere del gesso, il libro di carta, la figura dell’insegnante unico detentore del sapere, a coloro che criticano giustamente l’avvento impetuoso di questa modernità affermando che: quella sì era la vera scuola”, diciamo che forse hanno ragione, ma quella era la scuola del passato che ha segnato il suo tempo e il cui ricordo va conservato gelosamente. I ragazzi di oggi però hanno diritto di vivere nel loro tempo, bello o brutto che sia, e di avere una scuola che non sia scollata dal loro ambiente, solo così potranno apprendere e diventare cittadini consapevoli e critici del mondo. I nostri comprensibili timori nell’affrontare ciò che non riusciamo a controllare, non devono diventare un ostacolo per le generazioni future.  Non vi sono rischi? Certamente, anche molto diversi e forse più pericolosi rispetto al passato, ma bisogna riconoscerli e affrontarli con competenza. Il progresso, lo si voglia o no, è un processo irreversibile. Alla Leonardo siamo pronti ad aprire le porte alla Gen Alpha e accettiamo con ottimismo la sfida del cambiamento. Vi aspettiamo dunque il 2 febbraio per una merenda-laboratorio alle ore 17, un invito speciale da parte di Leo, la mascotte della scuola, il robottino tanto amato dai ragazzi e da loro programmato, vi aspetta a braccia aperte per offrirvi una deliziosa merenda che addolcirà il pomeriggio laboratoriale!».

 


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