di Serena Murri (foto e video Simone Corazza)
Trattori in colonna sulla SS16. Con questo scenario, è partita la giornata di oggi, caratterizzata dalla protesta organizzata dal Comitato Agricoltori Riuniti (C.r.a.), contro le politiche agricole comunitarie e nazionali.
I mezzi agricoli, si sono dati appuntamento alle 8 a Marina Palmense e alle 9,45 si sono messi in marcia lungo la Statale 16 e così faranno fino a questa sera. Come riportato nel preavviso, comunicato dal comitato organizzatore alla Questura di Fermo, sono un centinaio i trattori coinvolti e circa 200 persone, provenienti anche dalle province di Ascoli Piceno e Macerata. Il tutto monitorato dalla prefettura di Fermo, insieme alla questura che nei giorni scorsi ha ospitato un tavolo tecnico ad hoc. Con loro, ovviamente anche carabinieri, guardia di finanza, le Polizie locali e i vigili del fuoco, pronti a intervenire per qualsiasi evenienza.
Gli agricoltori, intorno alle 9,45 con i loro mezzi agricoli sono partiti in colonna, alla velocità di 8 chilometri all’ora percorrendo la strada Statale 16 in direzione nord, per 10 chilometri fino all’ultima rotatoria a nord di Porto San Giorgio per poi invertire il senso di marcia e tornare verso sud, fino a Marina di Altidona per altri 14 chilometri. Sono stati 15 i mezzi agricoli autorizzati dalla Questura a percorrere il tratto di strada. E inevitabili code e rallentamenti. Al momento si segnala qualche chilometro di coda tra Pedaso e Porto San Giorgio in direzione nord. Programma che si ripeterà anche nel pomeriggio, dalle 15 alle 17, con le stesse modalità.
Qui, dalle nostre parti, nelle Marche, gli agricoltori chiedono anche il totale sostegno della politica, a partire dalla Regione. Fra i temi principali, quello della nuova Pac 23-27 che scontenta gli agricoltori e il fatto che venga vietato agli agricoltori di seminare sul 4% di territori in sodo.
Uno degli organizzatori, Luigino Vitali, ha spiegato: «Ci impongono l’eco-semina con schemi assurdi. L’Europa ci impone delle rotazioni che non hanno niente a che fare con l’agricoltura made in Italy. Permettono l’importazione non controllata di grano duro dal Canada, dove non ci sono le stesse leggi e usano glifosate. C’è il discorso salute da salvaguardare. Noi preferiamo non avere sussidi ma almeno che ci lascino lavorare in pace, con trasparenza. Il discorso sta prendendo la piega sbagliata, ora che vogliono introdurre le farine di grilli e di vermi, potenziano la carne sintetica e poi accusano noi».
Con questa protesta, dunque, gli agricoltori chiedono la riprogrammazione del Green Deal con la revisione completa della politica agricola europea considerata di estremo pensiero ambientalista e a discapito della produzione agricola e dei consumatori (si parla soprattutto di cereali, bovini, ovini). Altra richiesta da parte della categoria il divieto o la limitazione dell’importazione di prodotti agricoli provenienti da paesi dove non sono in vigore gli stessi regolamenti produttivi e sanitari. Un altro punto centrale della protesta è la richiesta dell’eliminazione dell’obbligo di non coltivare il 4% dei terreni. Servono inoltre agevolazioni di carburante agricolo, con interventi per cercare di ridurre e calmierare i costi del gasolio. E poi regolamenti stringenti sui cibi impedendo l’ingresso sul mercato di cibi sintetici e la riduzione dell’iva su alcuni prodotti alimentari primari. Si chiede anche la garanzia, da parte dello Stato, del contenimento della fauna selvatica. Servono leggi per la salvaguardia dei prodotti agricoli e alimentari di prima necessità prodotti nel territorio nazionale.
(servizio in aggiornamento)
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