di Maria Nerina Galiè (foto gentilmente concesse da Michele Polucci)
Il detto “pochi ma buoni” calza a pennello sul Carnevale di Amandola. La città dei Sibillini, ieri 11 febbraio, si è animata con la tradizionale manifestazione, nota come Carnevale de li Paniccia’, arrivata alla 39esima edizione.
«Sarà festa grande il prossimo anno, per il quarantennale», promette Maurizio Pucci, presidente della Pro Loco di Amandola che tanto si è data da fare per mantenere alto il nome di una delle kermesse più longeve delle Marche.
Erano sette i carri allegorici che hanno sfilato insieme con un gruppo di bimbi di Montemonaco, due “macchiette”, il gruppo dell’Anffas di Sarnano ed i tamburini del Gams (Gruppo Alfieri Musici Storici) di Servigliano.
Potevano essere di più, se non fosse stato per una mancata convergenza, nell’organizzazione dei festeggiamenti, con la vicina Comunanza.
Episodio che non è scampato alla satirica interpretazione di uno dei gruppi. “Per carità… non ce gnominete Comunanza”, campeggiava sulla schiena degli “gnomi”.
A parte questo, scherzando scherzando e senza salvare il sindaco impersonato con la sua tipica pashmina, i temi affrontati hanno centrato alcune delle principali criticità di Amandola.
Ecco allora il carro del “Fu Vittorio Emanuele II”, il vecchio ospedale svuotato a seguito del terremoto del 2016 ma smantellato pezzo pezzo già da prima dell’evento ed il cui destino resta alquanto incerto.
Fino al 2000 era in funzione anche un qualificato reparto ostetricia, come hanno testimoniato i “neonati” che forse ieri non hanno scolato bottiglie di latte.
Poi un bel carro di mucche al pascolo, sì ma tra le case della vicina Garulla e a Campolungo, dove fino a quale tempo fa era attivo e ben funzionante il “Rifugio Città di Amandola”, struttura che era un richiamo turistico da decenni e che ora è chiusa da mesi per un progetto che ancora non vede la luce. E, per ora, solo i bovini ne traggono vantaggio.
Ed ancora, una campagna per “l’adozione di rotatorie“, di cui il paese si sta riempiendo: lavori in corso, su numerose strade, ma quando la fine?
Infine un carro dal titolo “Lo Stato dorme e la Ricostruzione è fai da te”: non poteva mancare la stoccata sui ritardi con tanto di simpaticissima apetta agghindata a Sae. Eppure, a sette anni e mezzo dal terremoto, c’è ancora chi vive in quelle condizioni.
Insomma, castigat ridendo mores, il Carnevale dei Paniccia’ è stato un bel momento di scherzi e risate ma anche un modo per i cittadini di mettere a nudo tanti problemi da risolvere.
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