(foto Alessandro Miola)
Tragedia di Rigopiano, finisce con otto condanne e 22 assoluzioni il processo d’appello che si è svolto a L’Aquila. Sono state confermate le condanne primo grado per il sindaco di Farindola Ilario Lacchetta (2 anni e 8 mesi), per il dirigente della Provincia Mauro Di Blasio (3 anni e 4 mesi), e per il dirigente della Provincia Paolo D’Incecco (3 anni e 4 mesi), per il tecnico Giuseppe Gatto (6 mesi), per l’ex gestore del resort Bruno Di Tommaso, (6 mesi).
Ci sono state poi tre ulteriori condanne: 1 anno e 8 mesi per l’ex prefetto di Pescara, Francesco Provolo (per falsità ideologica e omissione di atti d’ufficio), 1 anno e 4 mesi per Leonardo Bianco (per falso), ex capo di gabinetto della Prefettura, e 2 anni e 8 mesi per Enrico Colangeli, tecnico comunale di Farindola (per omicidio colposo e lesioni plurime).
Il processo si è svolto davanti alla Corte d’appello de L’Aquila ed è durato un paio di mesi. La strage di Rigopiano risale al 18 gennaio del 2017 quando una valanga distrusse l’hotel alle pendici del Gran Sasso, provocando la morte di 29 persone, tra cui sei marchigiani. Tra loro ci sono anche i parenti delle due vittime del Maceratese Marco Tanda, di Castelraimondo, pilota della Ryanair che ha perso la vita a 25 anni insieme alla fidanzata, Jessica Tinari, e Emanuele Bonifazi, di Pioraco, morto a 31 anni, dipendente dell’hotel. Nelle Marche le altre vittime sono Domenico Di Michelangelo e la moglie Marina Serraiocco, vivevano a Osimo, lui, poliziotto, ha perso la vita a 41 anni, lei a 37. A Rigopiano erano morti anche Marco Vagnarelli, 44, operaio della Whirlpool di Comunanza e la compagna, Paola Tomassini, di 46, barista della società Autogrill.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati