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Alessandra Tomassetti racconta suo padre Giuseppe, poeta e ideatore de “La Foglia d’oro”

MONTEFALCONE APPENNINO - Domani saranno decretati i vincitori delle due sezioni del concorso di poesia. L’appuntamento per le scuole e gli autori finalisti è alle 16 al Teatro Comunale. Giunto alla sua seconda edizione, è stato ideato da Giuseppe Tomassetti, scomparso nel 2021. Ex vicesindaco, ex vicepresidente della Fondazione “Marziali e Cruciani”, colonna portante della Pro Loco, Tomassetti era molto attivo nella sua comunità.

 

di Silvia Ilari

«La sua stagione preferita era l’autunno» racconta la figlia Alessandra. Anche per questo, il bando del concorso viene rilasciato a ottobre, nel mese in cui si tiene “Sapori d’autunno”, manifestazione, tra l’altro molto amata dal padre, che aveva immaginato proprio di unire le due cose.
«Aveva scritto già il regolamento. Ogni anno ripeteva di farlo, parlando con gli altri membri della Proloco, però era rimasto lì, nell’aria. Poi, l’anno scorso, sono stata io a tirare un po’ fuori l’idea. In occasione di “Sapori d’autunno”, per l’appunto, abbiamo pubblicato il bando e c’è stato un boom di iscrizioni inaspettato: 200 iscritti singoli e 34 classi» spiega.
Consigliere comunale, ex direttrice della rete “AMATi – Agricoltura Musei Archeologia Turismo insieme”, Alessandra Tomassetti ha ereditato da suo padre l’energia e la voglia di spendersi per la sua comunità.
«Tutto questo non sarebbe stato possibile senza il supporto del Comune di Montefalcone Apennino e dei componenti della Pro Loco» precisa.
In soli due anni, “La Foglia d’oro” è diventata un piccolo punto di riferimento per la comunità degli amanti della poesia, dentro e fuori dalle Marche. «In questa edizione, il numero delle scuole è aumentato e sono arrivate iscrizioni anche da fuori regione. Per esempio, una tra le finaliste è di Trieste. Così come tra gli autori singoli ci sono state adesioni anche da Roma, Cisternino».
Anche gli altri suoi sei fratelli Valerio, Maria, Lorenzo, Leonardo, Paolo e Francesco partecipano attivamente all’organizzazione, chi come presentatore, chi come giurato, alternandosi annualmente.
La giuria è composta, quindi, da uno dei figli di Giuseppe Tomassetti, dal sindaco di Montefalcone Appennino in carica – in questo caso Giorgio Grifonelli – da due componenti della Pro Loco e da esperti.
In questa edizione, sono presenti Gianluca Frenguelli, docente di Storia della lingua italiana e Marcello La Matina, professore di Semiotica e Filosofia del Linguaggio entrambi titolari di cattedre all’Università degli Studi di Macerata. Della triade, fa parte anche Giulia Corsalini, critica letteraria e scrittrice.

«Papà amava la libertà. La stessa che c’è in questo concorso»
«Lui scriveva le poesie in maniera assolutamente dilettantistica, non in maniera accademica. Lo spirito con cui il concorso è nato è questo. Dare la possibilità alle persone di esprimersi in maniera molto libera. Di scrivere per farlo. Da lì, anche l’idea di mischiare la giuria, mettendoci persone provenienti da mondi diversi» racconta.
«Papà era innamorato della libertà, capisci? A noi l’ha sempre detto, quindi penso che questo concorso che dà la possibilità di far sentire la propria voce, che lascia spazio a chi partecipa, gli piacerebbe. Lui diceva sempre di non restare soffocati nella mediocrità, ha sempre odiato l’indifferenza, si è sempre dato da fare. Penso che sarebbe contento soprattutto che “La foglia d’oro” non è oggi una manifestazione per pochi o d’élite, ma per tutti. C’è anche un tipo di libertà che permette a una persona di esprimersi anche in contesti piccoli, dove magari di possibilità non ne hai tantissime».

Odiava l’ignavia?
«Sì, lui non ti avrebbe mai detto: “A Montefalcone non c’è nulla”, piuttosto era uno di quelli “che faceva”».

Perché “La Foglia d’oro”?
«Anche questo punto è legato a “Sapori d’autunno”. Diciamo che in paese, la festa è stata sempre caratterizzata dalle foglie d’acero e poi mio padre s’inventò anche questa cosa di utilizzarle per pubblicizzare l’evento e le appendeva in giro. Fu una sua “idea di marketing” (sorride)».

Il dialetto
Qualcuno ha proposto di introdurre le poesie in vernacolo, un’idea presa in considerazione ma «con una giuria conoscitrice di questo tipo di poesia, nello specifico» sottolinea Alessandra Tomassetti. Di versi in dialetto, Giuseppe Tomassetti ne aveva scritti molti. «A un certo punto noi figli gli abbiamo detto: “Papà mettile insieme”» racconta. Da quel momento, nasce il libro Raccolta di versi. «Si era già ammalato di Covid, quando gli abbiamo fatto avere una copia. Era il giorno della Festa del Papà, poi l’hanno ricoverato…Ad agosto, con il contributo della Pro Loco, abbiamo dato il via alle pubblicazioni e organizzato un evento di presentazione. Con il ricavato sono stati acquistati beni utili per la casa di riposo. Nel libro, ha scritto di cose di tutti i giorni: la laurea della figlia dell’amico, i matrimoni, la politica, utilizzando anche la satira. Inoltre, Jim Richards un professore inglese in pensione ha tradotto il libro di papà, sabato presentiamo anche quello, con una tiratura limitata. Penso daremo questo libro agli Inglesi che vivono a Montefalcone. Siamo rimasti colpiti da questo gesto, assolutamente spontaneo».


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