Il tasso di femminilizzazione dell’imprenditoria marchigiana (23,2%) rimane più alto rispetto a quello della media Italia
Sono 35.480 le imprese femminili registrate delle Marche al termine del 2023, circa 1.200 in meno a distanza di dodici mesi dalla precedente rilevazione di fine anno, ridimensionamento in linea con quello della demografia d’impresa nel suo complesso e che nelle Marche risente anche del lavoro delle cancellazioni d’ufficio che nell’anno hanno riguardato le imprese femminili della regione
Tasso di femminilizzazione: relativamente più elevato nelle province di Macerata (8.330 imprese femminili; 24,2% la loro incidenza sulle imprese totali della provincia), e Fermo (4.583; 23,9%), mentre nelle province di Ancona e Ascoli Piceno esso si conferma allineato alla media regionale. Si mantiene, infine, meno marcata la diffusione delle imprese femminili nella provincia Pesaro-Urbino (8.089; 21,8%), che rimane più vicina al valore medio dell’Emilia Romagna piuttosto che a quello delle Marche.
L’imprenditoria femminile marchigiana si esprime in larghissima misura attraverso l’esercizio di attività imprenditoriale nella forma dell’impresa individuale.
Nelle Marche le imprese a titolarità femminile si concentrano soprattutto nelle altre attività di servizi, con 4.058 imprese registrate e un tasso di femminilizzazione pari a 57,5% (cui , seguito dal settore numericamente piccolo della sanità e assistenza sociale, nel quale la presenza femminile è di 390 unità per un’incidenza sul totale di settore del 39,6%, quindi dall’istruzione, con 218 imprese femminili e un tasso di femminilizzazione del 31,9%.
In un contesto marchigiano che appare poco favorevole all’imprenditoria giovanile l’imprenditoria femminile fa rilevare una quota maggiore di imprese giovanili al suo interno, è ciò vale tanto per le Marche (8,7%) quanto per l’Italia (10,6%).
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