di Silvia Remoli
Suona la campanella delle ore 8 al Polo 1 dell’Iti Montani, in via Joyce Lussu, ma molti studenti restano fuori. Non vogliono entrare nelle stanze che negli ultimi tempi si sono contraddistinte per perdite d’acqua dai muri, caduta di intonaco e zaffate di aria maleodorante.
«E’ il nostro modo per farci sentire, finche non faranno tutte le riparazioni necessarie» dicono.
In questo edificio ci sono i trienni Ina, Tca e Inb, e «negli ultimi tempi, a causa di perdite dalle tubature dei servizi igienici, le classi hanno subìto degli spostamenti da una stanza all’altra, proprio per evitare la pericolosità degli ambienti, le cui pavimentazioni umide erano divenute scivolose, e l’insalubrità dell’aria. Si rigonfia e si stacca anche l’intonaco dai muri che quindi rilascia dei residui a terra».
«Noi non vogliamo fare una sorta di guerra contro la scuola, anzi. Sappiamo che molti professori e la dirigente ci comprendono e vivono con noi queste criticità, ma è il nostro modo per far arrivare un messaggio ai piani alti, a coloro che hanno la responsabilità di rendere sicure le strutture dentro le quali dobbiamo ricevere la dovuta istruzione. Molti di noi hanno l’esame di maturità quest’anno e necessitiamo concentrazione e soprattutto la possibilità di usufruire al meglio delle strumentazioni e dei laboratori indispensabili. Il problema dell’acqua, siano esse perdite e/o infiltrazioni, infatti ha messo anche in difficoltà il funzionamento del server: spesso veniva spento e per noi era impossibile accedervi. Pertanto non potevamo consultare materiale né depositare i lavori on line nei week-end o durante le vacanze».
La manifestazione di protesta è stata anche occasione per i ragazzi per sottolineare altre complicazioni, sempre legate agli edifici: «Una classe del polo 3 è stata dirottata qui al polo 1 perché la rampa per disabili non è agibile in quanto rotta ed una ragazza con le stampelle non aveva l’accesso adeguato, e parliamo di un palazzo eretto ed inaugurato recentemente, costruito addirittura sotto pandemia (si riferisce infatti allo stabile più vicino al campo di atletica sottostante, ai cui lati, tra l’altro, ci sono delle scale esterne impraticabili per via della folta vegetazione che le ha completamente avvolte, ndr)».
A ciò si aggiunge il rammarico per l’assenza di una palestra dedicata esclusivamente a questo ramo di Iti Montani: «Non abbiamo uno spazio per fare sport tutto nostro e dobbiamo attingere a ‘favori’ fatti da altri. Ci piacerebbe poter fare attività sportiva regolarmente già dalla prima settimana di settembre, senza attendere ritardatarie autorizzazioni e permessi dalla Provincia, cosa che ci ha fatto rimanere fermi in classe nel primo periodo dall’inizio dell’anno scolastico 2023-2024. Probabilmente la perdita d’acqua nelle aule è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, e non è un gioco di parole, ma crediamo che solo manifestando così, tutti insieme, chi di dovere ci dia il giusto rilievo».
Tempestiva la puntualizzazione della dirigente scolastica Stefania Scatasta (purtroppo raggiunta solo telefonicamente perché trattenuta altrove per motivi personali): «Avrei davvero voluto essere presente stamani per continuare coi ragazzi quel dialogo sereno intrapreso ieri pomeriggio con i rappresentanti di istituto, i quali si sono rivelati coscienziosi e propensi alla collaborazione, in attesa degli interventi risolutivi che la Provincia ci ha assicurato a partire da lunedì. Per le perdite d’acqua abbiamo fatto fare subito dei sopralluoghi e all’inizio gli operatori hanno avuto anche delle difficoltà nell’individuare immediatamente il punto preciso di origine. Pare però che dagli ultimi controlli effettuati si sia capita la precisa causa scatenante e quindi mi auguro che si provveda sollecitamente. Capisco le lamentele degli studenti ma assicuro loro sempre il massimo dell’ascolto e della disponibilità. Purtroppo veniamo da una serie di eventi non proprio rosei per il Montani, mi riferisco sia al crollo del tetto che alla recente evacuazione del convitto, in pieno centro storico. Praticamente nel giro di poco tempo abbiamo effettuato traslochi impegnativi e grandi riassetti, spostando da un posto all’altro un elevato numero di ragazzi. Pertanto credo sia fisiologico che emergano delle problematiche, alle quali però siamo i primi a voler trovare una soluzione. Anche noi ci batteremo e faremo tutto ciò che è nelle nostre possibilità per garantire una istruzione completa in strutture adeguate, che è il nostro obiettivo primario. Con gli uffici tecnici della Provincia, che hanno competenza per la gestione delle scuole superiori – conclude la dirigente – ci interfacciamo ormai quotidianamente illustrando tutte le questioni che ci vengono segnalate, siano esse di natura idraulica, elettrica, o logistica: riconosco che ci siano state delle criticità, ma chiedo a tutti la massima cooperazione e un continuo confronto per trovare sempre un punto di incontro disteso. Questo anche affinché il corpo docenti lavori serenamente ed altrettanto tranquillamente i ragazzi esercitino il loro diritto allo studio».
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