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Marca Fermana punta al rilancio affidandosi alla comunicazione turistica e all’autenticità

FERMO - Il nuovo direttivo dell'associazione sta lavorando a nuove progettualità e nuove idee per promuovere il territorio. Il presidente Pezzani: «Dobbiamo essere quel contenitore sotto cui tutte le attività e i Comuni del Fermano devono stare». Presentata una collaborazione con l'Associazione Cuochi provinciale

Da sx: Simone Lilla, Luca Pezzani, Giamaica Brilli e Annalisa Cerretani

di Matteo Malaspina

Tante idee, progetti in fase embrionale, la voglia di voltare pagina rispetto al passato e tornare a giocare un ruolo importante a livello turistico: questa la mission della nuova Marca Fermana targata Luca Pezzani, il sindaco di Petritoli che ha preso le redini dell’associazione nel marzo 2023 e che ha organizzato questa mattina una conferenza stampa all’interno di Tipicità per aggiornare i soci sulle attività portate avanti dal direttivo.

«In questo anno è stato fatto un lavoro dietro le quinte molto importante. Ci siamo fatti carico di quest’associazione che, tra le cose positive, ha il fatto che al suo interno vede una collaborazione tra pubblico e privato e tra le cose negative è che si porta dietro diversi problemi finanziari – dice Pezzani -. Per risolvere il problema debiti abbiamo avuto un colloquio con il comune di Porto San Giorgio e fatto un primo passo per sanare la questione affitto della sede. Poi abbiamo rinunciato ad un dipendente, il cui stipendio stiamo regolando. Per avere personale ci affideremo a bandi regionali. Dal punto di vista finanziario, quindi, i problemi stanno rientrando e chiuderemo l’anno in attivo».

Quello che il direttivo sta cercando di fare è cercare di ampliare l’associazione che ora conta 32 Comuni e 15 associazioni, chiedendo agli enti che sono usciti, di rientrare. A tal proposito, parere positivo l’hanno espresso i comuni di Monte Giberto, Lapedona e Rapagnano, a cui si aggiungono altre associazioni private. «Perché i Comuni devono credere in Marca Fermana? Perché la Regione preferisce rapportarsi con noi piuttosto che con i singoli Comuni. Dobbiamo diventare quel contenitore sotto cui tutte le attività e i Comuni del Fermano devono stare – spiega il presidente che parla di progetti interlocutori con associazioni come quella del Lago Trasimeno o del Conero per far conoscere il territorio attraverso delle collaborazioni -. Le idee devono sempre essere accompagnate da fondi. Abbiamo scelto per il primo anno di non aumentare le quote dei nostri associati perché prima bisogna mettere in campo una progettualità, far vedere che le idee sono chiare, insomma bisogna tornare a credere in questa associazione. Poi in futuro si può pensare ad una rivisitazione delle quote. Oggi dobbiamo dimostrare che stiamo lavorando e stiamo mettendo l’associazione nel giusto binario per far rientrare tutti i Comuni».

Per fare questo c’è bisogno di tempo, ma neanche troppo perché il resto della Regione viaggia a forte velocità e il rischio è che il Fermano resti isolato dal punto di vista turistico. «Stiamo correndo, dateci 4/5 mesi» aggiunge Simone Lilla.

Per cercare un rilancio, la cosa più importante su cui Marca Fermana punta è la comunicazione. «Dobbiamo mettere in risalto l’unicità del nostro territorio rappresentato dai borghi e dalle piccole realtà. Per farlo stiamo lavorando a un restyling delle brochure e a una promozione social – continua Pezzani -. Altra novità sarà il nuovo sito che dovrà raccogliere tutte le informazioni e dove dovranno essere indirizzati i turisti».

Nel frattempo l’associazione ha partecipato alle fiere e ha iniziato delle collaborazione con alcuni Comuni ungheresi per portare avanti un discorso di scambi interculturali. Così come è stato fatto un incontro con l’Atim per parlare di alcune progettualità (vedi il Brand del Lusso) ed è stata stretta una collaborazione con l’Associazione Cuochi della provincia di Fermo, ufficializzata questa mattina. «La missione è non dimenticare il nostro patrimonio enogastronomico e riteniamo che Marca Fermana sia il contenitore giusto per farlo, organizzando itinerari che mettono insieme enogastronomia e borghi» conclude Guido Tassotti, presidente dell’associazione dei cuochi.

 


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