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Infrastrutture, Valentini: «Servono crescita di responsabilità, collaborazione e dibattito pubblico»

ANALISI - Nella sua disamina sul miglior approccio possibile alle nuove infrastrutture, il presidente della Fondazione San Giacomo della Marca annuncia il convegno che si svolgerà il prossimo 25 marzo alla Facoltà di Economia di Ancona: «Parleremo con primari protagonisti della gestione delle Infrastrutture in Italia»

Massimo Valentini

Sostenibilità, visione condivisa di sviluppo territoriale, competenze e formazione fino ad arrivare al dibattito pubblico previsto dal nuovo Codice dei Contratti Pubblici. Questo il filo conduttore dell’intervento di Massimo Valentini, presidente Fondazione San Giacomo della Marca, nel rimarcare l’opportunità di un nuovo approccio sulle infrastrutture, e annunciando un convegno ad hoc che si svolgerà il prossimo 25 marzo alla Facoltà di Economia di Ancona.

«Da decenni – spiega Massimo Valentini – nella nostra regione è infuocato il dibattito sul ritardo infrastrutturale che non potrà essere recuperato nel breve termine, ma attraverso una serie di azioni che necessariamente vedranno i loro effetti a distanza di anni. Se ne parla perché le infrastrutture toccano la qualità della vita delle persone, condizionano la quotidianità di ciascuno, influenzano stili e modi di vita. Le infrastrutture hanno in primo luogo un effetto sociale che possono rendere un territorio più o meno appetibile rispetto ad altri e pertanto ne condizionano il suo futuro. E’ stato dimostrato che i flussi insediativi di famiglie e imprese sono legati all’organizzazione infrastrutturale, come pure la competitività economica di un territorio. Vorrei in questa sede evidenziare alcuni aspetti che ritengo prioritari per l’affronto della questione infrastrutturale. Innanzitutto il tema della sostenibilità è centrale perché assicura che la creazione di valore non sia effimera e di breve periodo scaricando sulle prossime generazioni le conseguenze di scelte affrettate e senza visione. La sostenibilità è un concetto ampio che comprende l’aspetto ambientale, economico e di governance, per salvaguardare la sostenibilità non si può enfatizzare un aspetto senza tener conto degli altri, solo tenendoli tutti insieme si persegue la sostenibilità. Il tema della sostenibilità è il cardine di una nuova visione dello sviluppo territoriale di cui le infrastrutture sono pura conseguenza, e senza questa visione si afferma la logica del risultato nel breve periodo, del particolarismo che sempre a posteriori si rivela penalizzante per il territorio. Senza questa visione si disgrega la comunità territoriale perennemente in lotta, acuendo le fratture tra costa ed aree interne, tra piccoli borghi e città, tra le città capoluogo e il resto del territorio, divisioni che non possono essere superate con astratti appelli “all’unità e al fare sistema”. Solo una visione condivisa di sviluppo territoriale di un’area vasta può ricomporre tali fratture perché il vero sviluppo si realizza se riguarda la totalità di un territorio e non solo una città o una piccola area, la dimensione glocale imposta dai mercati lo impone.  Per perseguire una visione di sviluppo territoriale occorrono però una cultura e delle competenze, è necessaria pertanto un’adeguata formazione, per questo la nostra Fondazione con Univpm e Fondazione per la Sussidiarietà, in collaborazione con importanti Fondazioni della regione, ha predisposto un corso di perfezionamento su “Contributi e Approcci Innovativi per lo Sviluppo Territoriale” che offre l’opportunità di formare quadri del settore pubblico e privati coinvolti nei vari processi riguardanti lo sviluppo territoriale. Anche un altro aspetto appare decisivo: un sistema moderno ed efficiente del governo delle infrastrutture ha bisogno di superare un approccio puramente burocratico basato sulle norme per passare ad un modello sussidiario che sulla base della lettura di adeguati dati informativi è in grado di valutare fabbisogni e alternative progettuali attivando un dialogo costruttivo e responsabile tra Enti e tra Enti e Comunità. Per esempio il dibattito pubblico previsto dal nuovo Codice dei Contratti Pubblici comincia a rendere possibile questa modalità di coinvolgimento e responsabilità che non va temuta perché ritarda decisioni e quindi la realizzazione delle opere, al contrario è una grande opportunità per realizzare un processo decisorio che è certamente molto più efficiente di forzature unilaterali che possono affermare visioni parziali creando conflitto. La dimensione della sussidiarietà richiede una crescita di responsabilità e di collaborazione da parte di tutti gli attori, a cominciare dalla politica che è chiamata a governare i processi decisionali, dagli enti e le imprese coinvolti tecnicamente in questi processi sino alla Comunità che è chiamata anch’essa a proporre  una visione di sviluppo per il proprio territorio accettando di confrontarsi con dati ed esigenze sollevati da altre comunità, dagli enti e dalle imprese coinvolte nel processo decisorio. Di tutto questo parleremo con primari protagonisti della gestione delle Infrastrutture in Italia nel Convegno che si svolgerà il prossimo 25 marzo alla Facoltà di Economia di Ancona».

 

 


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