di Sandro Renzi (foto Simone Corazza – video Cristiano Ninonà)
Data storica, perché no, quella odierna. Segna sì l’inaugurazione del nuovo ponte ciclopedonale sul fiume Ete ma, idealmente, anche la fine di una sorta di isolamento in cui per anni si sono trovati due territori di confine: Marina Palmense da una parte e il quartiere sud di Porto San Giorgio dall’altra. Chi se ne avvantaggerà? Poco importa. Di certo chi ama le due ruote avrà un percorso in più su cui pedalare. Gli operatori turistici, a partire dai gestori dei campeggi, potranno ampliare e rivedere la loro offerta, lo stesso dicasi per gli albergatori. E se il ponte avrà o non avrà un nome, poco importa. Importa che ci sia, questo ponte, a maggior ragione dopo una lunga attesa. Un’opera che entra di diritto nel progetto della Ciclovia Adriatica destinata a collegare il nord al sud del Paese in bicicletta, costeggiando il mare. A seguire il suo evolversi lo studio Arkteam che lo ha anche progettato. A nord 965 metri di pista ciclabile, a sud altri 420 metri. Nel mezzo 120 metri di ponte a campata unica, splendidamente illuminato di notte.
Lavori avviati nel 2018 quando il progetto fu anche presentato in una assemblea pubblica, cofinanziato da Regione (933 mila euro) e Comuni (200 mila euro ognuno). E poi tante vicissitudini come la pandemia, il lockdown, il rincaro dei prezzi, la crisi energetica, la rescissione del contratto da parte della prima impresa, che hanno finito per rallentare inevitabilmente i lavori. I soldi non sono bastati e quindi i tre enti hanno dovuto rimpinguare le casse. Ma adesso l’opera è finalmente completata. Il taglio del nastro, oggi pomeriggio, stra-annunciato dai due primi cittadini. Sulla campata tante autorità, oltre ai sindaci di Porto San Giorgio, Valerio Vesprini, e di Fermo, Paolo Calcinaro. Presente anche il presidente della Regione, Francesco Acquaroli. Benedizione affidata all’Arcivescovo Rocco Pennacchio. E poi una folla da ambo le sponde, le rispettive bande musicali, che al via degli organizzatori hanno potuto attraversare il ponte e incontrarsi.
«Quest’opera – ricorda il governatore Acquaroli – è finanziata per il tramite della Ciclovia Adriatica, un’opera strategica, strutturale che vuole dare a questa dorsale un importante strumento di crescita dal punto di vista turistico, ambientale e quello della mobilità sostenibile, che oggi è di prim’ordine. Ci troviamo su un simbolo del litorale, un ponte molto bello architettonicamente parlando. E’ anche un’attrazione dal punto di vista paesaggistico, un’opportunità enorme per un litorale che fino a ieri era collegato dalla sola statale Adriatica, con tanti rischi per i ciclisti e per i pedoni. Dunque parliamo di un’infrastruttura importante anche per la sicurezza. Siamo l’unica regione declinata al plurale e questo ponte è il simbolo di due comunità che si incontrano in una continuità di una regione che non ha nulla da invidiare ad alcuno e che quando collabora, diventa invincibile. Ci saranno anche altre opere che inaugureremo. La crescita di un territorio non può che passare da quella delle infrastrutture di cui tanto abbiamo bisogno. Viva le Marche».
«Sì, è proprio il caso di dirlo: oggi è una giornata storica. Questo ponte – il commento del sindaco Vesprini – non è solo uno strumento per collegare due territori ma il segno tangibile di una comunità, di un territorio, di una provincia, che lavorano insieme e, soprattutto, sognano insieme. Dopo anni di progettazione, e anche di impegno da parte delle precedenti amministrazioni, il ponte è finalmente realtà».
«Il ponte darà una possibilità in più di rilancio a Fermo e a Porto San Giorgio, non in maniera concorrenziale ma complementare, contribuendo a dare anche slancio ai servizi offerti dagli operatori turistici» le parole del sindaco Calcinaro visibilmente commosso mentre saluta anche tanti colleghi primi cittadini «che sanno bene quanto sia difficile concludere un’opera. Se ne parla da 40 anni ed ora finalmente possiamo goderci questa realtà». Calcinaro e Vesprini si abbracciano e scherzano poco prima di tagliare insieme il nastro tricolore. Al loro fianco la Prefettura. «Un’opera che entra pienamente nella storia di questo territorio -ha affermato il viceprefetto di Fermo, Alessandra De Notaristefani di Vastogirardi- e la Prefettura ci sarà sempre a testimoniare la sua vicinanza a qualsiasi opera porti progresso al territorio, un ponte che sarà volano di sviluppo». Michele Ortenzi, presidente della Provincia di Fermo, ha rimarcato «la coesione della nostra provincia testimoniata dalla presenza di tanti sindaci. Un ponte dal quale si possono ammirare le meraviglie del porto e della città di Fermo». Il commissario straordinario alla ricostruzione, Guido Castelli, intervenendo ha ribadito che «il ponte sull’Ete è parte di una strategia nazionale che mira ad unire Trieste a S.Maria di Leuca e a dare una identità all’Adriatico». Castelli, ricordando le figure tecniche che hanno contribuito alla realizzazione di questa infrastruttura, ha poi scherzato: «Ci voleva un ascolano per unire Fermo e Porto San Giorgio». La chiosa alla sottosegretaria Lucia Albano. «Un’opera meravigliosa per unire la costa marchigiana».
E mentre l’eco per l’apertura del ponte sull’Ete può finalmente andare in archivio, ecco aprirsi un altro fronte a nord dove sono partiti i lavori di realizzazione di un’altra opera, il ponte ciclopedonale tra Porto Sant’Elpdio e Civitanova Marche alla foce del Chienti. Lungo 175 metri, largo cinque, a tre campate, in acciaio inossidabile, per un costo lievitato da 2 a 4 milioni di euro. Anch’esso parte della Ciclovia Adriatica. Finanziato dalla Regione Marche. I tempi di consegna? Stimati in un anno.
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