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Ricostruzione post sisma, cantiere pubblico “abbandonato” a Smerillo. Vallesi: «Valutiamo anche se ricorrere alle vie legali»

TOCCA ora al sindaco Vallesi e alla sua amministrazione correre ai ripari: «Con l'Usr abbiamo redatto un verbale di somma urgenza, per la messa in sicurezza. In seguito dovremo riappaltare l'opera. Valuteremo se agire penalmente». In compenso, entro fine mese è prevista la riapertura della "Fessa", il caratteristico canyon, meta di molte escursioni

 

 

di Maria Nerina Galiè

 

Recinzioni di cantiere divelte, tubi innocenti per terra, materiale edile e mezzi abbandonati in mezzo a strade e sentieri. Nessun rispetto nemmeno per il Monumento ai Caduti, pericolante, e soprattutto, un dirupo rimasto pericolosamente senza recinzione.

Una storia di ricostruzione post sisma che costringe Smerillo a restare al palo, immobilizzata, con cantieri che “vegetano” da mesi. E i “cocci” restano ai cittadini, quindi a cascata all’amministrazione comunale che deve raccogliere le proteste e risolvere il problema, conciliando l’esigenza con l’implacabile burocrazia.

E’ incappata in questa situazione, ma non è la sola, l’amministrazione comunale di Smerillo.

A giugno sono stati appaltati i lavori per la rigenerazione urbana di alcune vie ed in particolare per il rifacimento delle balaustre di balconate che rendono così caratteristico il piccolo borgo dell’entroterra fermano. Importo dell’opera: 600.000 euro.

La ditta vincitrice dell’appalto, di fuori regione, ha preso il lavoro, allestito il cantiere. Ma i lavori non vanno avanti, lasciando quello che le foto (vedi sotto la fotogallery) descrivono solo in parte. La via che conduce all’ambulatorio medico è quasi impercorribile, tanto per fare un esempio.

Sembra che l’impresa abbia dichiarato fallimento, presumibilmente dopo aver preso le competenze relative alla prima fase dei lavori, come previsto dai contratti.

Antonio Vallesi, sindaco di Smerillo

Sarà la magistratura a stabilire se c’è una responsabilità di tipo penale. Ma è il sindaco Antonio Vallesi adesso a dover trovare una soluzione: «Quello che è accaduto purtroppo non era prevedibile. La gara è stata fatta nel pieno rispetto della normativa».

Ma ora cosa accade, sindaco?

«Subito, appena capito che la ditta non era più al lavoro, abbiamo rescisso il contratto. E con l’Ufficio speciale ricostruzione abbiamo fatto un verbale di somma urgenza per la messa in sicurezza, che è prioritaria, utilizzando i fondi messi a disposizione per le opere oggetto dell’appalto. Successivamente dovremo procedere con un’altra gara per riaffidare i lavori. Vedremo in seguito se agire penalmente nei confronti della ditta».

Anche la burocrazia ci mette del suo a complicare opere, soprattutto pubbliche, che tolgono ai cittadini la piena fruibilità del territorio.

«Sarebbe di certo molto più snello – afferma il primo cittadino di Smerillo – se i Comuni potessero affidare i lavori in forma diretta. Magari avvalendosi di persone del posto, conosciute. Invece la legge impone il limite di 150.000 euro più iva per agire in autonomia, somma con cui adesso, per via dei rincari e delle speculazioni che ne sono derivate, nel pubblico non ci si fa nemmeno un bagno».

E’ andata bene, invece, a Smerillo l’opera di messa in sicurezza della “Fessa”, un canyon immerso nel verde, meta di escursioni.

«Parliamo di un intervento di un milione di euro e che sta per concludersi. Entro la fine del mese la struttura sarà restituita ai cittadini e ai turisti che in molti arrivano anche da fuori per godersi questo particolare scenario, donatoci dalla  natura».

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