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Manifesti contro l’aborto a Montegiorgio, partita la raccolta firme per farli rimuovere

MANIFESTI che portano la firma di Pro Vita & Famiglia, onlus che cerca di sensibilizzare l’opinione pubblica in favore della richiesta al Parlamento di approvare i disegni di legge già presentati al Senato che propongono di modificare l’articolo 1 del Codice civile al fine di riconoscere proprio la capacità giuridica del concepito. Ma l'iniziativa ha fatto scattare una raccolta firme per rimuovere quei manifesti

La foto allegata alla petizione

Ormai da qualche giorno a Piane di Montegiorgio, lungo la strada Faleriense, in molti si sono imbattuti in due grandi cartelloni pubblicitari, che ritraggono un feto con la scritta «9 biologi su 10 mi riconoscono come un essere umano. E tu?». Manifesti che portano la firma di Pro Vita & Famiglia, onlus che cerca di sensibilizzare l’opinione pubblica in favore della richiesta al Parlamento di approvare i disegni di legge già presentati al Senato che propongono di modificare l’articolo 1 del Codice civile al fine di riconoscere proprio la capacità giuridica del concepito.

Un tema ovviamente divisivo, tanto da portare alla creazione di una raccolta firme da presentare al Comune di Montegiorgio per la rimozione dei manifesti. 

Ecco infatti quanto si legge sulle motivazioni della richiesta, che in molti stanno condividendo attraverso i social. 

“Chiediamo che il Comune di Montegiorgio rimuova al più presto i manifesti di Pro Vita & Famiglia affissi a Piane di Montegiorgio. I manifesti giganteschi rappresentano un feto con a fianco la scritta “9 biologi su 10 mi riconoscono come un essere umano, e tu?”  Riteniamo che l’uso di false informazioni scientifiche (…) sia inaccettabile (…) e non possiamo accettare che sia dato il permesso di affiggere manifesti che minano la salute e l’autodeterminazione delle persone gestanti in favore di un prodotto del concepimento che non ha capacità giuridica, in quanto i diritti della persona sono subordinati alla sua nascita”. E ancora, nella raccolta firme ci si appella a “uno dei diritti fondamentali della persona gestante, quello all’interruzione volontaria di gravidanza entro i primi 90 giorni, sancito dalle legge 194/78. Tale legge è stata promulgata per regolare l’accesso all’aborto sicuro in Italia, accesso al momento compromesso che rende difficile o impraticabile l’Ivg, così tanto da avere alcuni ospedali (come quello di Fermo, ad esempio) in cui secondo dati aggiornati a febbraio 2023 non vengono effettuate Ivg perché la percentuale di obbiezione di coscienza raggiunge il 100%. I diritti della persona gestante non possono essere messi in secondo piano da quelli del prodotto del concepimento. La legge, attraverso il sistema sanitario nazionale, dovrebbe proteggere e sostenere la libera scelta e l’autodeterminazione, garantendo un aborto libero, sicuro e gratuito per tutte”. Ci si appella anche al codice della strada. E quindi, in estrema sintesi, si chiede “la rimozione di tali manifesti che offendono la sensibilità di parte della popolazione montegiorgese, e non solo”.

Matteo Achilli


© RIPRODUZIONE RISERVATA

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