«Nell’ultima seduta del Consiglio Regionale, abbiamo approvato la legge che disciplina la materia degli impianti fotovoltaici» esordisce l’esponente del gruppo Civici Marche che poi spiega: «Va detto che c’è un vulnus normativo che andava assolutamente colmato, visto che è stata fatta la Legge Nazionale ma ancora mancano, a distanza di due anni dall’approvazione, i decreti attuativi previsti dalla stessa: ciò ha scatenato una corsa alla realizzazione di impianti anche di grosse dimensioni, da parte di speculatori, che andrebbero a deturpare in maniera indelebile il nostro paesaggio» .
«Mi ero già interessato della questione nel recente passato – continua Rossi – attraverso una mozione che avevo presentato in Consiglio regionale e che impegnava la Giunta Regionale a mettere in pratica tutte le azioni necessarie affinché questo scempio fosse fermato. Oggi con l’approvazione di questa legge abbiamo messo un punto definitivo, almeno fino alla approvazione dei decreti attuativi da parte del Governo. Questa legge, infatti, mette al centro sia la persona che il territorio e stabilisce quali siano i luoghi idonei per l’installazione e quali no».
«Abbiamo cercato di salvaguardare i nostri territori – prosegue Rossi – escludendo tutti quei luoghi dal valore paesaggistico e storico aggiunto, quali: siti UNESCO, aree di notevole interesse storico culturale, parchi archeologici e aree protette e zone agricole ad alta vocazione produttiva. D’altro canto, la legge favorisce la realizzazione di impianti in zone industriali anche dismesse, in capannoni industriali o nei parcheggi, nonché in aree interessate da discariche».
«Approfitto per ringraziare il Presidente della Terza Commissione nonché relatore di maggioranza Consigliere Serfilippi e il relatore di minoranza Consigliere Fabrizio Cesetti perchè quello raggiunto è un ottimo risultato, che mette fine ad una speculazione che rischiava di compromettere in maniera definitiva il nostro splendido paesaggio – conclude Rossi – e che è scaturito dalla più ampia collaborazione tra maggioranza e minoranza, come dimostra l’approvazione all’unanimità della norma».
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