In bici da Massa Fermana alla Mongolia, il viaggio-impresa di Rudy Di Flavio: «Desiderio di conoscere»

IL VIAGGIO - Rudy Di Flavio spiega la sua avventura: «Questo viaggio non è un insieme di chilometri o di tappe, non voglio passi questo messaggio. Qui c’è il desiderio di conoscere, confondersi con altre culture, altri usi e altri costumi. Non so se arriverò fino in fondo, non è importante. Mi sono dato una dead line che è di sei mesi, ma potrebbero volercene anche diciotto. In realtà potrebbe anche essere che fra due mesi sono a casa, le variabili sono molteplici. Quando sono partito da casa per arrivare a Santiago, volevo solo “arrivare” era una sfida con me stesso, qui c’è qualcosa di molto più complesso e profondo»

Rudy Di Flavio

di Maikol Di Stefano 

In bicicletta da Massa Fermana alla Mongolia. Questo il percorso ideato da Rudy Di Flavio, 31enne fermano, che dopo aver raggiunto a bordo della sua bicicletta prima Santiago di Compostela e poi il Montenegro è partito nuovamente martedì per una traversata senza eguali: ben nove Stati, che legheranno più continenti, tutti attraversati in sella alla propria bicicletta.

Una “pedalata”, dunque, dall’Europa all’estremo oriente. «Il viaggio è la metafora della vita, ci sono persone che incontrerai lungo la strada e che ad un certo punto dovrai lasciare indietro, oppure accettare di dover lasciare andare. Ci saranno giorni in discesa, altri in salita. Momenti felici e altri che saranno bui. Proprio questi, una volta affrontati e superati t’insegneranno ancora di più ad apprezzare quelli gioiosi». Aveva raccontato così la propria esperienza, lo stesso Rudy, qualche settimana fa in un appuntamento tenutosi a Montegranaro dove a sorpresa aveva annunciato a tutti il viaggio che stava per compiere.

Partenza martedì scorso: da casa fino a Brindisi, lì il traghetto fino Grecia, nella città di Meteore, poi il passaggio in Turchia, ad Instabul. Qui il saluto al vecchio continente e l’arrivo in Asia. Prima il passaggio in Iran, a Teheran, poi il Turkmenistan e l’Uzbekistan con tappa a Samarcanda. L’attraversamento del confine cinese e la risalita a Pamir highway in Kirghizistan. Nuovamente quindi la discesa in Cina e l’attraversamento fino alla Mongolia con arrivo a Ulan Bator.

«Questo viaggio non è un insieme di chilometri o di tappe, non voglio passi questo messaggio. Qui c’è il desiderio di conoscere, confondersi con altre culture, altri usi e altri costumi. – spiega Rudy – Non so se arriverò fino in fondo, non è importante. Mi sono dato una dead line che è di sei mesi, ma potrebbero volercene anche diciotto. In realtà potrebbe anche essere che fra due mesi sono a casa, le variabili sono molteplici. Quando sono partito da casa per arrivare a Santiago, volevo solo “arrivare” era una sfida con me stesso, qui c’è qualcosa di molto più complesso e profondo».

Il lungo itinerario fino alla Mongolia


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