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Villanacci: «Siamo la penisola del tesoro. Pesaro capitale della cultura occasione per tutte le Marche» (Videointervista)

FERMO - Ai microfoni di Zoom il presidente del Consiglio superiore dei beni culturali e paesaggistici: «Lavoriamo alla piena fruibilità del patrimonio culturale»
L'intervista al prof. Gerardo Villanacci, presidente del Consiglio superiore dei beni culturali e paesaggistici

Gerardo Villanacci

Docente di diritto privato all’Università Politecnica delle Marche, presidente del Consiglio superiore dei beni culturali e paesaggistici, autore di numerose pubblicazioni, il prof. Gerardo Villanacci è stato ospite ieri ai microfoni di Zoom, il programma di approfondimento di Cronache Fermane su Radio Fm1. Una figura autorevole per parlare di politiche culturali e dell’inestimabile patrimonio italiano. L’incarico alla guida del Consiglio superiore risale ad un anno fa e per Villanacci è tempo di primi bilanci. 

«Mi piace definire l’Italia la penisola dei tesori – spiega il professore – abbiamo davvero un patrimonio enorme, unanimemente riconosciuto come il più importante e vasto al mondo. Nel Consiglio superiore c’è una piena collaborazione, il nostro è anche un ruolo di controllo sugli organi di governo affinché sia garantito un corretto utilizzo del patrimonio culturale, che deve essere fruibile, a disposizione della collettività, partendo dai più giovani. Non può esserci chiaramente gratuità su tutto, è giusto che chi ha facoltà per corrispondere qualcosa per la fruizione di un bene, debba farlo. Ma vanno sicuramente garantite fasce di fruizione libera per alcune categorie»

Il prof. Villanacci si concentra sull’importanza di adeguata formazione, «senza la quale rischia di innescarsi un corto circuito. C’è ad esempio un accordo tra Ministero dell’Istruzione e della Cultura per implementare i corsi universitari volti ad una maggiore specializzazione sul patrimonio bibliotecario, c’è bisogno di corsi di laurea, master, dottorati che preparino professionisti di questo settore. Vale lo stesso per gli archivi, spesso considerati marginali e che invece io vorrei stessero nel salotto buono della cultura italiana, perché custodiscono la nostra memoria. I danni arrecati dai fenomeni alluvionali in alcune regioni hanno colpito spesso proprio le sedi del patrimonio archivistico. Altro aspetto chiave della formazione è far interagire di più il mondo dell’istruzione e quello del lavoro, facilitando il passaggio dalla dimensione di studente a quella di lavoratore. Sicuramente si sono mossi importanti passi avanti rispetto al passato, ma si può compiere uno step ulteriore. La formazione più preziosa, a mio avviso, si fa nelle scuole superiori e nel primo ciclo di istruzione. Quando la formazione di base è solida, all’università si notano le differenze».

Il presidente del Consiglio superiore auspica «una revisione del Codice dei beni culturali, che da anni ha bisogno di essere aggiornato in ragione di un’evoluzione evidente. Ad esempio manca la trattazione del settore musicale. La semplificazione e la rimozione degli ostacoli burocratici è un altro obiettivo da perseguire. Non c’è dubbio che investire in cultura sia una scelta appropriata e produca vantaggi, ogni euro speso in cultura ne produce almeno il doppio».

Guardando alle Marche, il prof. Villanacci evidenzia «il finanziamento per il recupero di alcuni beni importanti e di grande pregio, come Villa Bonaccorsi. Chiaramente sarà importante non solo finanziare, ma anche fare in modo che quel bene venga poi utilizzato e fruito nel migliore dei modi. Le Marche hanno quest’anno una grande opportunità con Pesaro capitale italiana della cultura, è un privilegio non solo per Pesaro, ma un’occasione per far conoscere e valorizzare l’intero territorio marchigiano».


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